LA RESPONSABILITÀ DEI CIRCOLI TENNIS PER I TORNEI

Con la recente sentenza della Corte di Cassazione, Sez. III, 13/07/2011, n. 15394, è stata delineata la responsabilità degli enti sportivi (già accertata sotto altro profilo da Cass. 85/03) anche per l’organizzazione dei tornei dilettantistici).
Infatti, gli enti sportivi sono tenuti a tutelare la salute degli atleti anche attraverso la prevenzione di eventi pregiudizievoli per la loro integrità psicofisica, essendo peraltro responsabili, in base all’art. 2049 c.c. e art. 32 Cost., dell’operato dei propri medici.
Nel caso sottoposto al sindacato della Suprema Corte, è stata dichiarata la responsabilità dell’ente sportivo per la morte di un atleta, colto da malore, mentre partecipava ad un torneo dilettantistico di calcio, in quanto l’Ente organizzatore non aveva imposto specificamente l’obbligo di visita medica o quantomeno chiesto idonea ed adeguata certificazione medica ai fini della partecipazione a detto torneo.
In ambito tennistico, la FIT impone, per il rilascio della tessera cd. “agonistica” (necessaria per la partecipazione anche ai tornei NC e di 4a cat.), che gli atleti si sottopongano a visita medica, ad esame completo delle urine, ad elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo nonché a spirografia, come da DM 18/02/1982 in tema di “tutela sanitaria dell’attività sportiva agonistica”.
Ne consegue che il rilascio della tessera agonistica al tennista che non abbia dato dimostrazione del superamento dei predetti accertamenti medici, ovvero l’accettazione ai tornei di soggetti che non siano in possesso della predetta tessera (che presuppone l’idoneità sanitaria), comporta la responsabilità dell’Ente o anche del circolo inadempiente.
Ma come deve comportarsi il Circolo tennis in caso di organizzazione di un torneo cd. “sociale” (intra-circolo)? Deve pretendere anche qui l’idoneità sanitaria?
In un passaggio della predetta sentenza, la Corte ha statuito che “Non può infatti non ritenersi agonistico un torneo sportivo fondato sulla gara e sulla competizione tra i partecipanti (…), tale da implicare un maggior impegno psicofisico ai fini del “prevalere” di una squadra su un’altra.”.
Tale definizione giurisprudenziale appare potersi adattare anche ai cd. tornei sociali (intra-circolo), ancorché gli stessi circoli (auto)definiscano espressamente i medesimi quali tornei non-agonistici.
Ad ogni modo, atteso peraltro che la prova dell’eventuale carattere non-agonistico del torneo sociale incombe sul circolo organizzatore, a fini precauzionali, appare consigliabile, per i CT organizzatori, pretendere anche dai tennisti che intendano partecipare ai tornei sociali gli accertamenti sanitari di cui al DM 18/02/1982.
Avv. Mario Riccio *
* Cassazionista, socio CT Albinea (RE)

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RACCHETTE DA TENNIS SULL’AEREO

Dovendo partire in aereo per una vacanza tennistica, mi sono posto il problema se le racchette da tennis possono essere trasportate quali bagaglio a mano.
Nell’approfondire l’argomento, ho dapprima trovato una recente ed interessante sentenza della Corte di Giustizia CE del 10/03/2009, con cui veniva risolta una questione pregiudiziale afferente ad un ricorso proposto da un tennista austriaco, tale Heinrich, contro le autorità del proprio Paese, dopo che queste ultime gli avevano rifiutato l’accesso a bordo di un aereo in quanto trasportava racchette da tennis nel suo bagaglio a mano.
Le ragioni del rifiuto d’imbarco del sig. Heinrich consistevano nel fatto che le racchette erano considerate, dalle autorità austriache, articoli vietati da un allegato non pubblicato del Regolamento (CE) n. 622/2003 nel settore della sicurezza dell’aviazione civile.
La Corte di Giustizia ha risolto il ricorso favorevolmente al tennista escluso dal volo, statuendo che l’allegato al regolamento (CE) della Commissione 4 aprile 2003, n. 622, successivamente modificato dal regolamento (CE) n. 68/2004, e contenete il divieto di trasporto di racchette da tennis quale bagaglio a mano, non aveva efficacia vincolante verso i privati in quanto non pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.
Peraltro, nell’agosto dello scorso anno, il Regolamento comunitario del 2002 veniva abrogato dal nuovo Regolamento (CE) n. 820/2008 il quale, nel disciplinare i profili di sicurezza a bordo degli aeromobili, all’art. 4 del proprio allegato cita, tra gli strumenti smussati che possono causare lesioni, i seguenti:
– attrezzature per arti marziali (ad esempio pugni di ferro, mazze, manganelli, catene, num chuck, kubaton, kubasaunt)
– canne da pesca
– mazze da baseball e da softball
– mazze da cricket
– mazze da golf
– mazze da hockey
– mazze da lacrosse
– mazze o bastoni rigidi o flessibili (ad esempio – manganelli, sfollagente e bastoni)
– pagaie per kayak e canoa
– skate-board
– stecche da biliardo e affini.
ancorché l’elenco sia tecnicamente indicativo e non esaustivo, si può a ragione ritenere che le racchette da tennis, in quanto comprese nell’elenco del Reg. n. 622/2003 e non più citate espressamente nel nuovo allegato del Regolamento del 2008, siano ora trasportabili come bagaglio a mano,vieppiù considerando che altre racchette ben meno conosciute e comuni, come quelle per il gioco del lacrosse, siano espressamente menzionate.

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GIOCARE I TORNEI CON T-SHIRT O SMANICATI

Come dallo scrivente già sostenuto in proprio precedente post, l’art. 40 del Rts Fit, nella parte in cui impedisce di indossare, durante il gioco, T-shirt o sleeveless appare potersi disapplicare per contrasto con i superiori regolamenti ITF/ATP, che per converso consentono il suddetto vestiario.
Peraltro, anche allorché si potesse prescindere dal contrasto con le norme sopranazionali, il predetto divieto dell’art. 40 appare comunque da intendersi abrogato per desuetudine, attesa la mancata e diffusa inosservanza della predetta disposizione inibente (ciascuno di voi avrà giocato o visto giocare in un Torneo Fit quantomeno con T-shirt, propensione peraltro più che comprensibile in un Paese caldo e mediterraneo come l’Italia).

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DOPING & TENNIS

Secondo voi, se nel ciclismo avessero svolto i controlli antidoping con la stessa modalità eseguita nel tennis, avrebbero mai scoperto che Rasmussen (quasi vincitore del Tour de France) e Riccò erano ciclisti dopati? E’ insomma veritiera l’affermazione di Gianni Mura su La Repubblica (luglio 2008) secondo cui “Se gli altri sport (tutti, diciamolo) fossero controllati come lo è il ciclismo, si troverebbero vagonate di positivi. E’ un altro discorso, va dalle piscine ai campi da tennis…”

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