Jacobs Fabbri e Simonelli tre Ori in 42′
Notte epocale agli Europei dello stadio Olimpico con tre ori in 42 minuti. Sei medaglie in una sera: mai successo nella storia dell’atletica italiana. Argento per Furlani e Ali, bronzo Fortunato
Apoteosi azzurra agli Europei di Roma: tre ori, due argenti, un bronzo. Sei medaglie in una serata memorabile per l’atletica italiana: non era mai successo prima, il totale va già a dieci volte sul podio (5-4-1) dopo due giornate su sei. È una notte da leggenda allo stadio Olimpico, in visibilio per le imprese di una squadra eccezionale che festeggia 3 ori in 42 minuti. Storica doppietta nei 100 metri con Marcell Jacobs che si conferma sul trono d’Europa in 10.02 (+0.7) davanti all’altro azzurro Chituru Ali, argento con il personale di 10.05 a precedere il britannico Romell Glave (10.06). Torna al successo il campione olimpico: è il suo secondo titolo europeo consecutivo di fronte a un pubblico impazzito di gioia. Il padrone del peso è Leonardo Fabbri che domina la gara con 22,45, record dei campionati al quinto lancio, dopo aver già prenotato il titolo con 22,12 al secondo turno. È di un’altra categoria il colosso fiorentino che aggiunge l’oro europeo all’argento mondiale della scorsa stagione e al bronzo iridato indoor di quest’anno: oltre un metro di vantaggio sul croato campione uscente Filip Mihaljevic (21,20), terzo il polacco Michal Haratyk (20,94). Trionfa nei 110 ostacoli Lorenzo Simonelli con un clamoroso record italiano in 13.05 (+0.6), settimo crono europeo di sempre e secondo al mondo quest’anno. Straordinaria prova del 22enne romano, sempre in testa per dimostrare una supremazia schiacciante sugli avversari: demolito il suo 13.20 (+0.5) della semifinale con cui aveva già riscritto il 13.21 di due settimane fa. Argento allo spagnolo Enrique Llopis (13.16), lontano il bronzo dello svizzero Jason Joseph (13.43). Nel lungo Mattia Furlani conquista l’argento con un meraviglioso salto a 8,38 (-0.5) e migliora di due centimetri il suo record mondiale under 20. È una gara di altissimo livello in cui si ripete Miltiadis Tentoglou che atterra due volte al personale di 8,65 (-0.5) ma anche stavolta riesce a esprimersi al massimo il 19enne talento azzurro, già argento quest’anno ai Mondiali indoor vinti dal campionissimo greco. In apertura di serata, lo splendido bronzo nella 20 chilometri di marcia per Francesco Fortunato, accolto dal boato dello stadio Olimpico. Al traguardo chiude in 1h19:54 alle spalle dello svedese Perseus Karlstrom (1h19:13) e dello spagnolo Paul McGrath (1h19:31) dopo aver staccato gli altri inseguitori della coppia di testa. Il massimo di medaglie in un’unica giornata per gli azzurri era finora di cinque, nell’ultima dell’edizione di Spalato 1990. Nell’eptathlon è da applausi Sveva Gerevini, protagonista di un gran progresso con 6379 al sesto posto, superando il record italiano di 194 punti dopo 25 anni (6185 di Gertrud Bacher nel 1999).
100 uomini (finale) – Italia padrona della velocità: come a Istanbul 2023 sui 60 metri, molto più che un anno fa al coperto perché qui è la distanza olimpica. La finale dei 100 uomini è un’apoteosi azzurra, con la conferma di Marcell Jacobs sul tetto d’Europa e la prima medaglia internazionale di Chituru Ali, al termine di una finale equilibratissima. È una finale con il brivido, per una partenza che viene ripetuta e un cartellino giallo per Ali a causa di un movimento sui blocchi. Il secondo colpo di pistola è quello buono: è sfida tra Jacobs e il britannico Romell Glave, con il gardesano che accelera meglio ma cede centimetri nel finale riuscendo comunque a cogliere l’oro con un 10.02 (+0.7) che vale lo stagionale e il suo crono più veloce dopo il 9.95 nella finale di Monaco. Per l’argento piomba un formidabile Ali, che con 10.05 supera di un centesimo Glave ma anche il personale confermandosi il quarto italiano di sempre dietro Jacobs, Tortu e Mennea. Lo stesso Marcell Jacobs, leggermente zoppicante dopo la finale, rassicura tutti nelle interviste a caldo: “Era la prima volta quest’anno che correvo due volte in tempi così ravvicinati, ho sentito un semplice crampo al polpaccio. La batteria l’ho corsa facilmente, in finale mi aspettavo di andare più forte, ma qui era importante solo difendere il titolo. Il mirino è su Parigi, ci vuole tempo per assimilare tutto il lavoro. Questa è l’Italia più forte di sempre: con Ali ci giochiamo il futuro”. E Ali dimostra di non avere timori reverenziali: “Volevo vincere, Marcell è uno stimolo formidabile. Ora testa a Parigi per crescere ancora”.
L’Italia sale per la terza volta sul tetto d’Europa della distanza dopo i successi di Pietro Mennea a Praga 1978 e dello stesso Jacobs a Monaco 2022, ma mai due italiani erano saliti sul podio assieme. Marcell diventa il quinto sprinter a vincere più di un oro europeo sui 100 metri: a quota due come l’olimpionico in carica sono il portoghese Francis Obikwelu (2002 e 2006) e il francese Christophe Lemaitre (2010 e 2012), mentre a tre sono arrivati il sovietico Valeriy Borzov (1969, 1971 e 1974) e il britannico Linford Christie (1986, 1990 e 1994). Spunti statistici di cui si parlerà da domani: a Roma, ora, sarà una notte di festa.
Peso uomini (finale) – Un primo lancio così così (20,42), poi il boato che scuote l’Olimpico dove Leonardo Fabbri tarda solo di qualche minuto l’appuntamento con i 22 metri. Il gigante fiorentino, argento mondiale e bronzo iridato indoor, fa esplodere di gioia Roma con un secondo lancio a 22,12. Siamo lontani 83 centimetri dal suo primato italiano, ma è la prestazione che di fatto ‘uccide’ la gara per l’oro, lasciando subito a oltre un metro il più immediato inseguitore, il campione uscente Filip Mihaljevic (Croazia, 21,10). Di lì in poi Leo si gode, nei quattro lanci mancanti, il viaggio che l’ha portato fino all’apoteosi di Roma: una prova oltre i 22 metri ma non valida per non essere riuscito a restare in pedana; l’abbraccio con l’oro europeo al coperto Zane Weir, lontanissimo dalla miglior condizione per il recente infortunio alla caviglia (undicesimo con 19,70 dieci giorni dopo aver tolto le stampelle) ma felice di aver vissuto questa serata con il compagno di allenamento e amico; un altro nullo; un formidabile quinto lancio a 22,45 a togliere dopo 38 anni il primato dei campionati d’Europa allo svizzero Werner Gunthor; un sesto turno da 21,93. Il resto d’Europa è lontanissimo: Mihaljevic argento a 21,20, il polacco Michal Haratyk bronzo a 20,94. Ma sono, questi ultimi, solo dettagli di cronaca nel più bel biglietto da visita per le Olimpiadi di Parigi. È il primo oro della storia per l’Italia nel peso agli Europei all’aperto.
La felicità di Fabbri: “Finalmente ho vinto qualcosa dopo argenti e bronzi! In riscaldamento ho avuto un po’ di crampi, i lanci di prova non erano stati buoni, ma in gara ho fatto le cose semplici e mi sono divertito. L’obiettivo è lottare con gli americani e per battere gli americani dovevo vincere quest’Europeo come l’ho vinto stasera, anche se speravo di fare di più”.
110 ostacoli uomini (finale) – Un uomo in missione: è Lorenzo Simonelli tra le barriere dell’Olimpico, a indossare ancora il cappello di Monkey Luffy (personaggio del manga “One Piece”) come a Glasgow. Nemmeno una partenza da ripetere scalfisce le sicurezze dell’allievo di Giorgio Frinolli, che divora gli ostacoli verso un oro e un crono che lo proiettano in una nuova dimensione dopo l’argento mondiale in sala sulla distanza più breve dei 60 ostacoli: il 13.05 (+0.6) con cui il 22enne romano distrugge (15 centesimi di progresso su quanto ottenuto solo un’ora e mezza prima!) il primato italiano assoluto vale la settima posizione europea all time ma anche (nell’anno che porta ai Giochi olimpici) il secondo posto delle graduatorie mondiali 2024 alle spalle solo di Grant Holloway (13.03). In una sola stagione Simonelli ha tolto 28 centesimi al proprio limite. Enrique Llopis (Spagna), pur migliorandosi di 6 centesimi, resta staccato di oltre un decimo (13.16), il bronzo è di Jason Joseph (Svizzera) con 13.43.
Il campione europeo Simonelli: “Avevo tantissima voglia di fare, in batteria ho commesso qualche errore, in finale ho fatto una gara bellissima e quasi perfetta. Mamma mia, 13.05… non me l’aspettavo! Perché sono cresciuto? Perché è cresciuta tutta l’atletica italiana. Dopo Tokyo mi sono detto: ‘Voglio anch’io arrivare in cima al mondo’. Dedico l’oro a questo pubblico e a tutta l’atletica italiana”.
Lungo uomini (finale) – Si accende al primo salto la finale del lungo. Il greco campione di tutto Miltiadis Tentoglou balza subito alla migliore prestazione mondiale dell’anno con 8,42 (-0.2) per toglierla allo svizzero Simon Ehammer, 8,41 venerdì mattina in qualificazione. È immediata la risposta di Mattia Furlani che infiamma l’Olimpico. L’azzurro con un fantastico 8,38 (-0.5) supera di due centimetri il suo record mondiale under 20 di metà maggio a Savona, regalando 9,2 centimetri all’asse di battuta, e manda la tribuna Tevere in estasi. Ma tutto lo stadio è un catino bollente per applaudire il talento azzurro che a diciannove anni sfida di nuovo a viso aperto il leader della specialità, come ai Mondiali indoor di Glasgow dove il reatino si è messo al collo l’argento con la stessa misura (8,22 all’inizio di marzo). Al secondo tentativo è nullo per il greco, poi tocca a Furlani che chiama l’applauso del pubblico da vero showman (“Tutti in piedi!”), vola lontano ma è nullo di una decina di centimetri. Arriva il progresso di Tentoglou al terzo ingresso in pedana con un eccellente 8,49 (-0.1) mentre stavolta Furlani arretra troppo la rincorsa: 8,00 (-0.1) staccando a 32,7 centimetri, intanto Ehammer fa 8,31 (-0.5) per il terzo posto. La gara entra nella seconda parte: l’azzurro abbozza soltanto il quarto salto, misurato a un poco significativo 6,60 (-0.3), e il campione in carica avvicina il suo miglior risultato con 8,45 (-0.1). Quinto turno: nullo di 23 centimetri per Furlani ma subito dopo Tentoglou piazza un prodigioso 8,65 (-0.3) che vale il record dei campionati e il personale incrementato di cinque centimetri. È ancora nullo al sesto e ultimo salto di Furlani, splendido argento. Poi l’azzurro con fair play applaude Tentoglou nella sua ultima rincorsa: ancora 8,65 (-0.3) per il fuoriclasse greco, al terzo titolo di fila, prima dell’abbraccio finale tra i contendenti.
“Assurdo, la gara più bella della mia vita!”, esclama Mattia Furlani. “Sono fiero di tutto e anche di questo pubblico favoloso. È uno step importante, sto ancora crescendo sotto ogni punto di vista, ma sono sulla strada giusta. Si può fare molto meglio, ho commesso qualche piccolo errore tecnico, però devo solo rimanere concentrato e continuare a lavorare bene. Ha vinto un campione come Tentoglou ed è il bello di questo sport, una sfida che sprona entrambi. La squadra italiana è impressionante, lo abbiamo dimostrato in campo”.
Eptathlon (800) – Cade dopo un quarto di secolo il primato italiano di Gertrud Bacher per merito di Sveva Gerevini che mette la ciliegina sulla torta con il migliore 800 della stagione in 2:10.75, secondo crono della serata. L’eptathlon azzurro entra in una nuova era: il progresso sul limite nazionale è di 194 punti, dai 6185 dell’altoatesina al Multistars edizione 1999 ai 6379 di Sveva a Roma 2024, un’impennata tecnica enorme, per chiudere in sesta posizione nella indimenticabile due giorni romana. Vince la belga Nafissatou Thiam con il record dei campionati a 6848, sul podio anche la francese Auriana Lazraq-Khlass e l’altra belga Noor Vidts rispettivamente a 6635 e 6598. In confronto a se stessa, la cremonese allenata da Pietro Frittoli cresce di 351 punti al termine di sette gare incastonate da due personali nettamente migliorati (100 ostacoli e alto) e due primati sfiorati (lungo e giavellotto).
100 uomini (semifinali) – La notte delle stelle si apre con un bel tocco d’azzurro: Chituru Ali, all’esordio in questo Europeo, vince d’autorità la seconda semifinale con 10.11 (+0.3) portando con sé in finale il tedesco Owen Ansah (10.18), mentre Roberto Rigali è quinto a 10.36 e vicino al crono della batteria. Poi l’Olimpico trattiene il fiato ed esplode per la semifinale di Marcell Jacobs: il campione olimpico, non fenomenale nella fase di avvio, esprime un ottimo lanciato per stampare 10.05 (+0.5), a due centesimi dallo stagionale e miglior crono del turno (con lui in finale anche il francese Pablo Mateo a 10.17). E la prima semifinale? Viene recuperata in fondo, perché un controsparo arrivato tardivamente non viene sentito da alcuni atleti: tra questi c’è Matteo Melluzzo, che arriva fino in fondo in un 10.12 ufficioso che sarebbe stato personale e che invece purtroppo non ha alcun valore. Nel momento della ripartenza vince il britannico Romell Glave in 10.11 (+0.7) su Henrik Larsson (Svezia) a 10.14, invece uno sfortunatissimo Melluzzo si ferma in pieno rettilineo per un probabile affaticamento al polpaccio. Ripescati lo spagnolo Guillem Crespi (10.19) e il tedesco Robin Ganter (10.21). Alle ore 22.53 la sfida per l’oro.
110 ostacoli uomini (semifinali) – Scocca l’ora di Lorenzo Simonelli. Il primatista italiano si presenta nella terza semifinale in modo fragoroso limando un altro centesimo al proprio record con 13.20 (+0.5) nonostante un’azione non perfetta tra le barriere. È il limite europeo stagionale pareggiato e miglior tempo del turno per il 22enne romano davanti al 13.22 dello spagnolo Enrique Llopis (primato personale): “Ho commesso alcuni errori tra le barriere – racconta “Lollo” – ma sono contento: ci sta, sono ostacoli, l’importante è non farli in finale. Non vedo l’ora di correrla in quest’atmosfera fantastica”. Nella prima semifinale con vento nullo avanzano Asier Martinez (Spagna) con 13.29 e Michael Obasuyi (Belgio) a 13.31, nella seconda lo svizzero Jason Joseph a 13.35 (0.0) e il francese Raphael Mohamed a 13.37 con l’azzurro Hassane Fofana settimo e comunque autore dello stagionale eguagliato a 13.70 nonostante un paio di contatti con le barriere. Ripescati Damian Czykier (Polonia) ed Elie Bacari (Belgio), entrambi con 13.44, entrambi nella seconda semifinale. Appuntamento alle ore 22.18.
800 uomini (semifinali) – Catalin Tecuceanu esalta l’Olimpico. L’azzurro corre una prima semifinale di grande personalità: dopo un primo giro in seconda posizione dietro allo spagnolo De Arriba, il veneto prende il comando per vincere e convincere in 1:46.30 mentre Simone Barontini è sesto in 1:47.10. Peccato per Francesco Pernici che nella seconda semifinale, rallentato da un contatto ravvicinato e da un conseguente lieve spintone allo spagnolo Attaoui, deve provare una rimonta quasi impossibile sulla retta finale, risale al sesto posto in 1:45.61 a soli due centesimi dall’ultimo tempo di ripescaggio e poi viene ulteriormente beffato dalla squalifica decisa dai giudici. “Domani sarà la gara più importante della stagione assieme all’Olimpiade: sono pronto a provarci per la medaglia più bella”, il pensiero di Tecuceanu. Pernici: “Non ho molto da dire: così brucia davvero tanto, però ho dato anima e corpo, ora testa alla prossima”. Barontini: “Fino a poco tempo fa, quasi un miracolo essere qui: ci ho provato di fronte a questo pubblico e anche per fare un regalo a mio papà che oggi compie gli anni, rimedierò in altro modo”.
5000 uomini (finale) – Jakob Ingebrigtsen dimostra di essere sul pezzo anche in gare tattiche e conquista il quinto titolo europeo tra i ‘grandi’, il terzo sulla distanza. Il ritmo per quattro chilometri è regolare ma non irresistibile (2:44.36 ai 1000, 8:16.77 ai 3000) e il norvegese, soprattutto all’inizio, resta ben coperto. Il finale però è tutto suo: al culmine di un chilometro conclusivo da 2:25.77 il vichingo irrompe per primo sul traguardo (13:20.11) e costringe stavolta la Gran Bretagna ad arrendersi, con George Mills argento in 13:21.38. Lo svizzero Dominic Lobalu, originario del Sud Sudan ed elvetico da un mese, va subito a medaglia (13:21.61) beffando gli spagnoli Adel Mechaal e Thierry Ndikumwenayo.
100 ostacoli donne (finale) – Non ci sono azzurre ma è comunque una finale formidabile, in cui la francese Cyrena Samba-Mayela, già iridata indoor, migliora ancora e nettamente il record francese stabilito con 12.43 in semifinale. La transalpina corre in 12.31 (+0.8), record della manifestazione tolto dopo 38 anni a Yordanka Donkova, che detiene ancora il primato europeo (12.21) mentre ora Samba-Mayela è quarta all time a livello continentale. Cade anche il limite europeo under 23 con la firma della svizzera Ditaji Kambundji, argento a 12.40. Il bronzo è della polacca Pia Skrzyszowska con il personale a 12.42 per un podio di altissimo profilo tecnico.
Disco donne (finale) – In una serata da sei medaglie italiane, e in 42 minuti con tre ori azzurri, non potrà sicuramente rubare l’occhio ma l’impresa di Sandra Perkovic è degna degli annali dell’atletica europea. La croata conquista il settimo titolo europeo consecutivo, aggiungendo Roma 2024 (il primo con il cognome da sposata, Elkasevic) a Barcellona 2010, Helsinki 2012, Zurigo 2014, Amsterdam 2016, Berlino 2018 e Monaco di Baviera 2022: come lei nessuna mai nella storia della rassegna continentale (anche se è altrettanto vero che fino al 2010 la cadenza della manifestazione era quadriennale). Perkovic ipoteca il titolo già con il 67,04 del season best al primo lancio, avvicinandosi poi con 66,34. Dopo l’argento nel peso l’olandese Jorinde Van Klinken è seconda anche nel disco con lo stagionale a 65,99 e a completare il podio è la portoghese Liliana Cà, uscita vincitrice dalla sfida tutta lusitana con Irina Rodrigues (64,53 a 62,76).
100 ostacoli donne (semifinali) – Tre buone prestazioni per le azzurre che però non trovano il salto di qualità e la strada per la finale. Nella prima Elena Carraro dalla corsia uno coglie la miglior recita agonistica della stagione con 13.06 (+0.1) e chiude quarta nella volata vinta da Sarah Lavin (Irlanda) in 12.73. L’ipotesi di ripescaggio per la bresciana tramonta nella seconda semifinale, nella quale Veronica Besana è settima in un comunque solido 13.02 (+0.4) e la francese Cyrena Samba-Mayela con 12.43 sigla il miglior tempo europeo dell’anno e il record nazionale. Nella terza semifinale la campionessa tricolore Giada Carmassi resta a cinque centesimi dal personale con 13.00 (+0.1). Nel riepilogo: Carmassi 15esima, Besana 17esima, Carraro 19esima.
Eptathlon (giavellotto) – Roma 2024 risveglia il primo amore atletico di Sveva Gerevini. La 28enne cremonese lancia il giavellotto a 43,65, misura che non otteneva dal 2016 (arrivando a 43,88) quando ancora non aveva optato per le prove multiple. Mancano solo gli 800 metri ed è sesta con 5425 punti, a 197 dalla belga Noor Vidts terza, mentre Nafissatou Thiam con 5909 ha in pugno il titolo d’Europa. All’azzurra basterà un crono inferiore ai 2:23.00 per centrare il primato italiano di Gertrud Bacher: ora il margine è +219.