Frosinone-Roma 0-3: De Rossi batte Di Francesco
Il colpo d’occhio del ‘Benito Stirpe-Psc Arena’, il fascino di un derby che intreccia inevitabilmente cuori multicolori ma alla resa dei conti 3 punti pesanti sul piatto per opposti obiettivi.
Tre punti che è la Roma a riportarsi a casa, grazie ad un 3-0 che non rende merito ad un Frosinone bellissimo per 47’ del primo tempo, capace di vanificare almeno 7-8 nitide palle-gol e subire la rete del vantaggio giallorosso per una disattenzione sulla discesa di Huijsen.
Nella ripresa la spinta della squadra di Di Francesco si affievolisce, la Roma non fa nulla di trascendentale ma trova il 2-0 con un tap-in di Azmoun dopo una respinta corta di Turati sul tiro da lontano di Cristante.
Nel finale Parades firma il 3-0 su rigore.
Ufficio Stampa Frosinone Calcio
Con il successo per 3-0 a Frosinone, la Roma si trova oggi a -4 dalla zona Champions.
Mister De Rossi ha commentato così la prestazione dei giallorossi.
Quanto pesa vincere dopo la sofferenza del primo tempo?
“Pesa, pesa assolutamente. Vincere una partita iniziata con quei 45 minuti è importantissimo. Noi stiamo qui per i risultati. Ma il primo tempo è stato brutto, non mi è piaciuto, ero nervoso. Poi ho visto che hanno ammonito Huijsen, e quindi ero doppiamente nervoso, perché comunque tenere in campo un 2005 ammonito, con tutto lo stadio che lo fischia, era un pericolo troppo grande. Non me la sono sentita, e così ho dovuto sprecare un altro cambio.
Ma al di là dell’ammonizione, non mi è piaciuto il primo tempo. Non avevamo mai sofferto così tanto come stasera, da quando sono arrivato, ma parlo proprio dal punto di vista del gioco.
Bravi loro, bravissimi loro, io l’allenatore lo conosco e l’avevo preparata dicendo che avrebbero giocato, perché è un allenatore forte, che fa giocare le sue squadre, però non possono mangiarci così nel primo tempo. Ero nervoso soprattutto per quello”.
Cosa ha detto a Huijsen a caldo, quando lo ha sostituito all’intervallo?
“Io non ho capito neanche adesso cosa ha fatto per prendere l’ammonizione, se il gesto dell’orecchio o il dito o se ha discusso con qualcuno”.
(Gli mostrano le immagini, ndr). Non è niente di grave secondo me, ma è proprio una scemenza, è un ragazzo giovane, imparerà, ha l’età di mia figlia, è un 2005, e io in campo di cavolate ne ho fatte. Non posso fare troppo la morale. Quello che posso dirgli è che gli è costato 45 minuti in Serie A e a noi un cambio. Ma è anche attraverso queste cose – non è gravissimo – che si va avanti e si cresce. La prossima volta non lo farà più”.
Sono d’accordo sul primo tempo difficile, poi nel secondo tempo si è materializzato il tuo pensiero: la tua squadra è cambiata tantissimo. Erano due anni che la Roma non faceva due vittorie di fila fuori casa e, quando cominciate a giocare, con molti uomini tra le linee, gli esterni che entrano dentro, la nuova posizione di Azmoun, viene fuori quella Roma che prende in mano la partita. C’è una squadra che, quando ha il pallone tra i piedi, ha le idee chiare, mentre nel primo tempo è stata un po’ a guardare il Frosinone.
“Verissimo, ma nel primo tempo ho fatto un po’ di casino io, cambiando la squadra ma più che altro cambiando le caratteristiche del calciatore che gioca sotto la punta. Fino a oggi ci aveva date delle risposte positive il fatto di avere una mezzala, un trequartista di palleggio sotto la punta, e oggi ho messo un giocatore più offensivo come Azmoun.
Sono cose che, secondo me, si possono rifare – il fatto di avere due attaccanti con un po’ più di peso – ma vanno provate: avevo un giorno solo per farlo. E ho sbagliato. Ma è esperienza pure questa.
Il secondo tempo mi è piaciuto molto, ma – ripeto – dobbiamo analizzare quello che è andato e quello che non è andato. Il secondo tempo è quello che mi piace di questa squadra e che penso che potrebbe fare per novanta minuti in tutte le partite, specie quando giochi contro il Frosinone, che, come valori, è inferiore a noi”.
La Roma ha un nuovo portiere titolare?
“La Roma ha due portieri eccezionali. Ho detto dal primo giorno che è l’unico ruolo dove voglio che ci sia chiarezza su chi fa il titolare in quel momento e chi è il secondo. Inizialmente era Rui, adesso, per come ha giocato, per quello che ha fatto stasera, penso che sia giusto dare spazio a Mile: è giovane, è un valore per la Società.
Noi abbiamo grandissima fiducia in lui e ce l’avremo anche se un giorno – speriamo di no – dovesse abbassare il rendimento, perché non potrà fare in tutte le partite queste parate”.
Dicevamo della sostituzione di Lukaku: di che natura è stato il cambio?
“Tattico. Non mi piaceva come stavano giocando insieme lui e Azmoun e i due attaccanti. Ed è anche dovuto al fatto che Romelu quest’anno ha giocato mille partite: abbiamo bisogno di lui, abbiamo bisogno di lui fresco.
Però, a me Azmoun, nel brutto primo tempo che stavamo facendo, è piaciuto e ho tenuto in campo lui. Non c’è niente di grave, non è una bocciatura, non è niente: io faccio l’allenatore e devo tenere in campo chi, secondo me, sta facendo meglio.
Ma per lui era difficilissimo giocare, perché abbiamo fatto un brutto primo tempo: abbiamo tenuto poco la palla, e l’attaccante lì da solo soffre.
Non è questione di un giocatore: come si dice in gergo, avrei dovuto fare undici cambi. Ma quando giocano male tutti e undici, la responsabilità è dell’allenatore. Se giocano male un paio, gliela puoi accollare ai calciatori”.
Quella mossa tattica ha funzionato, Azmoun ha fatto un gioco diverso rispetto a Lukaku.
“Sì, lui è un attaccante prestato alla trequarti o un trequartista prestato alla fase offensiva, perché sa giocare molto bene tra le linee. La mia idea era di far giocare Aouar, che è un altro calciatore di grandissima qualità, però ho visto bene Sardar in allenamento e ho voluto mettere lui.
E non per Sardar e non per Romelu, ma per trovare gli automatismi e giocare con due attaccanti di peso, c’è bisogno di più tempo, non possiamo farlo con mezzo allenamento. Ma mi è piaciuto come ha giocato, come ha tenuto palla nel secondo tempo, anche se nella ripresa il Frosinone è calato, perché non poteva tenere quel ritmo per novanta minuti”.
Cosa c’è nelle sue vene per giovedì: la prima notte europea da allenatore della Roma all’Olimpico, da dentro o fuori.
“Sono felice di essere qui e di vivere tutte queste prime volte. Oggi ero emozionato, perché era la mia prima da allenatore della Roma in trasferta col settore ospiti pieno. Queste cose mi emozionavano quando giocavo a calcio, ma era diventata la normalità, e adesso è tutto un mondo nuovo che sto riscoprendo.
Sono tutte serate che mi fanno bene, mi fanno sentire vivo. E finché durerà, io darò il 100% per farle diventare serate vincenti”.
Il primo a presentarsi in sala stampa è Eusebio Di Francesco.
Un primo tempo stupendo da parte del Frosinone e un secondo tempo in fase calante. Succede sempre così, ci dice perché?
“Ovviamente se fai un primo tempo del genere e sei sotto di un gol, un minimo lo puoi subire contro una squadra di livello superiore. Rientri nello spogliatoio e cerchi di dare ancora più forza ai ragazzi che hanno fatto un primo tempo, posso dirlo, il migliore della stagione: strepitoso. Meritavamo forse più di un gol di vantaggio ma ci siamo trovati sotto di un gol. Detto questo non posso appellarmi ad altro. La responsabilità è più la nostra che non abbiamo fatto gol e poi abbiamo preso una rete da 30 metri da un ragazzino che fa il difensore centrale e che ci ha segnato alla prima occasione. Perdipiù da uno che voleva venire qui a Frosinone, mi ha chiamato per venirci, poi si è trovato a giocare nella Roma e buon per lui. E ti dispiace, ti mette rabbia e dispiacere per quella che è stata una prestazione che non meritava un epilogo del genere. Poi ci sta che loro abbiano più qualità ma una partita del genere non è facile commentarla. Ci sono due squadre in campo, non puoi pensare che noi del Frosinone possiamo dominare le partite 90’. Il fatto che tu la domini per 45’ e sei sotto di un gol per me è irrilevante”.
Oggi il papà può essere pragmatico col figliolo e scuoterlo visti anche i numeri del Frosinone?
“Al di là dei gol presi finora, ne abbiamo fatti anche noi. E ricordiamoci come siamo arrivati a questa situazione: senza mettere in campo difensori puri in determinate partite. La nostra difficoltà più grande. Ricordiamoci anche che siamo il Frosinone, che cerchiamo di esprimere un certo tipo di calcio che quando vincevamo era bellissimo ed ora ski vanno ad analizzare i gol presi. E’ ovvio che ci alleniamo a non prenderli i gol. Una squadra che dà la possibilità di calciare in porta una o due volte nel primo tempo, giocando nella metà campo della Roma e dando 80 metri di campo all’avversario, dimostra che sa anche difendersi. Poi nello svolgimento della gara, nell’esperienza e nella qualità puoi concedere qualcosa in più. Il problema è che tra tiri fatti dell’una e dell’altra non c’è equilibrio. Io sono rientrato tra il primo e secondo tempo e cosa potevo rimproverare ai ragazzi? Di non aver fatto gol. Ma non potevo rimproverare nulla sotto il profilo tecnico tattico. Poi nella ripresa loro hanno cambiato modo di giocare, noi abbiamo capito in ritardo le uscite, abbiamo ridato loro un po’ di palleggio. E ti dispiace non aver fatto qualche gol in più prima”.
Cosa è successo quando si è arrabbiato sul gol di Huijsen? E come ha trovato Daniele De Rossi?
“Lo scapaccione lo volevo dare a Huijsen, per un motivo semplice: è un ragazzo giovane e può sbagliare, ha l’età di mio figlio piccolo. Ma deve imparare da queste esperienze e non si deve permettere a fare quello che ha fatto. Lui è un giocatore, lo ripeto, che mi ha chiamato per venire qui. Ci siamo sentiti, ci siamo scambiati dei messaggi. Poi si è trovato dall’altra parte. E la sua stasera è stata mancanza di rispetto, ma poi finisce là. Deve imparare a comportarsi da ometto, come li trattiamo noi allenatori. I ragazzi possono sbagliare, lui ha mancato di rispetto alla mia squadra e al pubblico. De Rossi? Mi fa piacere per lui, è un ragazzo che merita. Era un leader in campo che si fa apprezzare anche in panchina in maniera autorevole. E questo ambiente è casa sua”.
Giocare bene e prendere 3 gol è ancora più preoccupante. Vuol dire che manca qualcosa di base. Far fare 30 metri ad un giocatore in maniera indisturbata, sbagliare gol: sono cose che si ripetono. Lei ha ben poco da dover lavorare. Questo la preoccupa di più?
“Mi dispiace ma analizziamo anche i valori che sono in campo ed è normale che la differenza la possono fare anche certi valori. Esperienza, conoscenza, qualità. Quando non determini dopo aver fatto bene tante cose, alla fine lo puoi pagare. Come ho detto anche ieri in conferenza stampa noi siamo in linea con il nostro obiettivo di inizio stagione. E’ normale che sul concetto difensivo condivido con lei. Per quanto riguarda il gol preso è vero, c’è stato un errore tecnico-tattico. Il ragazzo ha fatto un gesto di qualità e magari Mazzitelli poteva intervenire dandogli l’esterno invece che l’interno ma parliamo anche del capitano che ha fatto una grande partita. Ci può stare e poi lui indovina il jolly quando invece noi di jolly ne abbiamo avuti una quindicina e li abbiamo giocati male”.
La squadra comincia a guardare la classifica? E la scelta di rinunciare a Barrenechea da cosa è stata dettata?
“Barrenechea lo avevo visto in fase calante, non si era allenato molto in settimana. Credo che inizialmente fosse stata una mossa giusta, ho preferito mettere Mazzitelli là davanti perché mi dava un po’ più di esperienza e di sostanza. Reinier ha giocato bene, credo di aver valorizzato la sua presenza in campo come quella di Brescianini. Però sono giocatori che hanno tutti le loro possibilità di giocarsi le loro carte. Quanto alla classifica è normale che si comincia a guardarla ma dobbiamo capire che bisogna rimettere fieno in cascina, mi auguro quando prima. Peccato per stasera. Lo dico fermamente, noi avremmo meritato”.
Il fatto di giocare bene se non benissimo come oggi quanto può influire sul gruppo a livello psicologico se si porta a casa pochissimo?
“Se io fossi convinto che porto a casa punti mettendo il pullman davanti la porta, lo faccio. Ma io credo di dover fare delle cose cercando di sfruttare le caratteristiche dei mei giocatori che non sono di quelli che puoi utilizzare per mettere il famoso pullman davanti la porta. Io alla fine devo cercare di fare il meglio che posso con le qualità dei miei ragazzi. Che devono migliorare nell’attenzione, nelle letture ed anche nel cinismo”.
Ufficio Stampa Frosinone Calcio
IL TABELLINO
FROSINONE (4-2-3-1): Turati; Lirola (22’ st Caso), Monterisi, Okoli, Valeri; Brescianini (22’ st Harroui), Mazzitelli; Gelli, Reinier (30’ st Barrenechea), Soule (42’ st Seck); Kaio Jorge (22’ st Cheddira).
A disposizione: Cerofolini, Frattali, Pahic, Baez, Ibrahimovic, Kvernadze.
Allenatore: Di Francesco.
ROMA (4-2-3-1): Svilar; Kristensen (22’ st Celik), Mancini, Huijsen (1’ st Llorente), Angelino (37’ st Smalling); Paredes, Cristante; Baldanzi (37’ st Aouar), Azmoun, El Shaarawy; Lukaku (1’ st Pellegrini).
A disposizione: Rui Patricio, Boer, Karsdorp, Renato Sanches, Dybala, Spinazzola, Bove, Zalewski
Allenatore: De Rossi.
Arbitro: signor il signor Antonio Giua di Olbia; assistenti Alessio Berti di Prato e Mauro Vivenzi di Brescia. Quarto Uomo Matteo Marcenaro di Genova; Var Aleandro Di Paolo di Avezzano (Aq), Avar Eugenio Abbattista di Molfetta.
Marcatore: 38’ pt Huijsen (R), 26’ st Azmoun (R), 36’ st Paredes (R)
Note: spettatori totali: 16.056; abbonati: 10.684; Spettatori paganti: 5.372 (di cui 1.020 ospiti); Totale incasso compreso rateo abbonamenti: euro 465.389,57; angoli: 10-2 per il Frosinone; ammoniti: 38’ pt Huijsen (R), 20’ st Mancini (R), 30’ st Azmoun (R); espulso: 39’ pt Neri (preparatore atletico del Frosinone); recuperi: 2’ pt; 3’ st; prima della gara 1 di raccoglimento in memoria delle vittime della tragedia avvenuta a Firenze.