FINALI SERIE C: UN LANCIO DI MONETA LUNGO NOVE INNING
di Michele Floris
È già finita l’estate, ma per il San Lazzaro ’90 e i Redipuglia Rangers la bella stagione dura un giorno in più, fino a domenica 24. È la data dell’ultimo scontro, quello che determinerà quale delle due squadre termineranno la stagione con un normale punto e quale con un punto esclamativo.
I Rangers arrivano a San Lazzaro forti del risultato di gara 1 (vinta per 6-3) e decisi a portare a casa il risultato che l’anno scorso gli scivolò dalle mani. Il San Lazzaro invece sa quanto significa il fattore campo, e vuole sfruttarlo nel migliore dei modi. Due settimane prima infatti il campo Edo Collina era stato teatro di una grande rimonta da parte dei bianco-verdi sul Vicenza e il San Lazzaro sa che non è un’impresa impossibile da replicare.
Il manager Giuseppe Vesti sa che nessuno può permettersi di riposare, ogni lanciatore è la cartuccia decisiva, quindi sceglie di andare sul sicuro e schiera sin dall’inizio l’asso Federico Bardasi per quella che è la sua ultima partita come giocatore dopo [X ANNI DI BASEBALL IN SENIORES].
L’incontro inizia in un clima particolare. Il campo è quello di San Lazzaro, ma a giudicare dalla tifoseria sembra di essere ancora a Redipuglia, tra maglie azzurre sugli spalti, trombette e un intero stand per la diretta facebook della squadra ospite (con un’organizzazione che FIBS.TV levati). Tutto è pronto, le due squadre sono pronte ad affrontare il destino, una delle due uscirà vittoriosa e salirà di categoria, l’altra no. È come un lungo lancio di moneta che dura 9 inning: parafrasando Forrest Gump “non sai mai quello che può capitare”.
Quello che è certo è che i Rangers partono di nuovo col piede giusto, due valide ed un errore difensivo da parte del San Lazzaro porta gli ospiti in vantaggio per 1-0 sin da subito. I bianco-verdi non si danno per vinti, resettano e ripartono come sempre senza indugi in difesa. Da lì in poi grazie al meticoloso lavoro del monte di lancio e del reparto difensivo, tra giocate al limite e prese in tuffo da highlight-reel, gli ospiti non segneranno più fino al sesto inning.
Il punto critico del San Lazzaro però si rivela essere nuovamente l’attacco. Fino alla terza ripresa riescono a mandare in base solo due uomini, merito del grande lavoro del pitcher Diego Zorzet che congela le mazze bianco-verdi mentre si diverte a ubriacare i battitori con i suoi lanci.
1-0, è il margine minimo, il San Lazzaro sa che può facilmente ribaltarlo, ha bisogno di crederci, ma non ci riesce. A volte il baseball è composto da piccoli equilibri, come camminare sul corrimano di una nave. Scivolare dentro ti salva, ma scivolare fuori ti getta nel mare aperto. E questa volta il San Lazzaro scivola fuori, con due eliminati Bardasi colpisce un battitore sul conto 2 strike 0 ball. Sarebbe bastato un lancio buono e si sarebbe usciti salvi da un’altra difesa. Invece no, sale il corridore in base e subito dopo Fanose Di Michele batte a casa il punto del 2-0.
Peccato, perché nella stessa ripresa il San Lazzaro con le battute di Ruzzu e Colombari si prende il suo primo punto: 2-1. Chissà che altra partita sarebbe stata se ci si fosse trovati in parità.
Il settimo inning non promette nulla di buono per i padroni di casa. Bardasi colpisce due uomini di seguito e questo per Giuseppe Vesti è il segnale. Entra in campo con calma, guarda in basso, e a quel punto tutta la squadra abbassa lo sguardo. È giunta l’ora, Federico Bardasi ha appena fatto il suo ultimo lancio, scende dal monte per l’ultima volta, e abbraccia tutti i suoi compagni di squadra che gli sono intorno. I tifosi e i giocatori di entrambe le squadre sembrano essersi dimenticati della partita, di tutto quello che fino a lì era successo. Contava solo quel momento, quel saluto da parte di uno stadio intero rivolto ad un uomo che ha incarnato veramente lo spirito dello sport e del baseball per tutti questi anni. Si ritira Federico Bardasi, e con lui si ritirerà la sua storica maglia numero 12.
Si torna tutti in campo, in un’atmosfera surreale, si sente che manca qualcuno lì al centro del diamante, un vuoto che il giovane Tommaso Nobili prova a colmare ma senza successo. Nobili infatti più volte ha affermato di trovarsi meglio come starter piuttosto che come rilievo, ma Vesti aveva bisogno dei suoi uomini migliori per questa situazione e non ha esitato a mandarlo su.
Da lì in poi la partita prende una direzione imprevista (di nuovo i piccoli equilibri). L’inning finisce su un disastroso 8-1 per i Rangers. Notte fonda per il San Lazzaro.
A quel punto si inserisce una nuova variabile, che in quest’anno di Serie C come ben sapete non ha mai mancato di farsi notare, ovvero l’arbitraggio. L’ufficiale di gara Michele Caringella infatti è noto per la sua rigorosità. Non permette ai battitori di prendere troppo tempo tra un lancio e l’altro, vuole che la difesa entri veloce in campo e soprattutto non permette alcuna mancanza di rispetto durante l’incontro. Per questo a metà incontro inizia a rivolgere una serie di richiami nei confronti della panchina del San Lazzaro per via del baccano generato all’interno del doug out da parte dei giocatori per spronare i propri compagni. Serie di richiami che continuano solo nei confronti dei bianco-verdi, nonostante nell’altra panchina dal primo inning accadesse lo stesso, se non di peggio (pure i telecronisti friulani lo ammettono in diretta). Al settimo inning gli animi si scaldano troppo e viene espulso Nobili, che ormai era stato sostituito da Guglielmo Abetini. All’ottavo toccherà al coach Fabio Abetini, sempre per le stesse ragioni. Intanto la panchina degli ospiti continua giustamente a fare tifo rumoroso, ma l’arbitro sembra non sentirli.
La partita ormai ha preso una strada inaspettata. Da che il margine era minimo ora una rimonta viene esclusa da chiunque. Vesti lo capisce, e ne approfitta per dare anche un po’ tempo in campo per quello che durante la stagione sono stati sacrificati di più come Matteo Panzacchi e Olmo Poli. Trova anche occasione di salire sul monte il giovanissimo Andrea Landi, subisce un fuoricampo, ma questo è tutto materiale che fa esperienza.
Finisce l’estate, e con lei finisce la stagione per due squadre che hanno saputo stupire chiunque. Se ne va un altro anno di baseball, e come dice Mario Salvini ne “Il diamante è per sempre” «il baseball comincia a primavera, insieme alla vita, ci accompagna nella luce della bella stagione, sboccia in estate. E quando se ne va, in autunno, ci lascia al buio». Allora buon autunno, è stata una stagione unica, grazie al San Lazzaro per averci regalato tutte queste emozioni, e grazie a voi per averci seguito fino a qui.