La Highway to Hell del San Lazzaro ’90
di Michele Floris “It’s a long way to the top, if you wanna rock ‘n roll” cantavano gli AC/DC nel 1975, così come i giocatori del San Lazzaro ’90 ripetono come un mantra guardando alla prima contendente dei playoff: il Ceppo Vicenza. Una lunga strada verso la cima è la stessa che i bianco-verdi hanno dovuto percorrere per raggiungere il lontano campo del comune di Romano D’Ezzelino, vicino a Bassano del Grappa. Un campo molto particolare, con le linee dei foul che affiancano alti terreni di pannocchie, trasmettendo quelle sensazioni da Field of Dreams (per i più profani cercate il film “L’uomo dei sogni” con Kevin Costner) e soprattutto con la terra rossa che ricopre soltanto le corsie che collegano la prima e la terza base al piatto di casa. Il resto tutto erba che si affaccia su un panorama montuoso unico. Finalmente si è fatta l’ora delle partite importanti, di quelle che fanno screscere veramente giocatori e allenatori, di quelle che iniziano con l’inno italiano, i giocatori sulla riga del foul e il tricolore al vento. Il Vicenza viene da una stagione di fuoco con 11 vittorie su 11, una schiacciasassi del girone F con un record di imbattibilità attivo dal luglio 2022. Sulle righe dei bianco-verdi invece si registra qualche assenza, che costringe il manager Giuseppe Vesti a reinventare il line-up. Nonostante questo, sono i suoi uomini ad aprire le danze, come ci hanno ormai abituato, portandosi avanti già dal primo inning salendo sul 4-0 nelle riprese successive. È qui che si risveglia lentamente il Vicenza, che al terzo inning dimezza il divario grazie anche a qualche sbavatura della difesa bolognese. La partita diventa subito un botta e risposta tra le due squadre, col San Lazzaro che riconferma il vantaggio al quinto inning salendo sul 6-2. Da qui in poi basterebbe gestire la partita e tenere la testa in difesa, cosa che durante la regular season ha sempre funzionato in casa bianco-verde, ma forse per la trasferta, forse per la tensione o per il campo inusuale, questa volta non va così, e gli emiliani si rovinano con le proprie mani. Sempre al quinto il venezuelano Uzcategui Castro arriva salvo in prima su errore difensivo, e subito dopo il giovane Marco Bordignon spara un missile fuori dall’esterno destro. “Huston we have a problem”, ancora 6-4 San Lazzaro, ma si inizia a percepire che qualcosa non va. Il pitcher bolognese Federico Bardasi lascia il campo l’inning successivo sul 6-5, e sale il fratello Francesco, sostituzione già vista nelle partite precedenti. Il risultato però scivola letteralmente di mano dal San Lazzaro, quando con uomo in prima e terza il Vicenza prova la rubata, il catcher tira in seconda ma Giovanni Ruzzu, che taglia il lancio per rilanciare nuovamente a casa ed eliminare il punto del pareggio, perde la presa con la pallina e il Vicenza segna il punto del pareggio. Di lì in poi succede il tracollo e la difesa esce da un sanguinoso sesto inning sul 6-9. Il San Lazzaro vede però la possibile redenzione subito dopo, quando Valentino Colombari, Riccardo Bazzi e Tommaso Nobili riempiono le basi, ma la parte bassa del line-up riesce a portare a casa un solo punto, il Vicenza esce da una situazione pericolosa ma non senza qualche danno: 7-9, c’è ancora speranza. La difesa del San Lazzaro però non ragiona più, sul monte Francesco Bardasi non trova il giusto feeling e viene sostituito da Nobili, che però non riesce a far guarire le ferite difensive. All’ottava ripresa il Vicenza raggiunge il 7-17, un’altra vittoria per manifesta superiorità (l’undicesima di questa stagione) che ferma il record di vittorie dei bianco-verdi che andava avanti dal 17 luglio 2022. Più che una “Long Way to the Top” la trasferta si è trasformata in una “Highway to Hell”. Non ci resta che aspettare settimana prossima per vedere se, citando sempre la band australiana, il San Lazzaro ‘90 “has got Big Balls” per ribaltare il risultato di gara 1. Domenica 10 tutti al campo di San Lazzaro, ci aspetta gara 2 alle 11:00 e l’eventuale gara 3 alle 15:00.