AC40: parte la produzione
È partita la produzione della nuova classe di imbarcazioni a vela AC40. Una “production boat” che si prospetta quasi eccezionale, in termini di velocità, per una barca di soli 40 piedi. Nata dalla collaborazione fra il team design dell’Emirates Team New Zealand e la McConaghy Boats, il primo esemplare sarà pronto per essere messo in acqua il prossimo Agosto.
La AC75 “Te Rehutai” dell’Emirates Team New Zealand ha conquistato la 36esima America’s Cup solo 11 mesi fa, ma già sono iniziati i lavori per la realizzazione della nuova AC40, un modello di classe inferiore con una forma dello scafo modellata su quella di “Te-Reuthai”, ma che, incorporando una serie di sviluppi appresi dopo il completamento dell’AC36 lo scorso anno, sarà già un passo avanti generazionale.
Come spesso accade nell’America’s Cup, anche le tempistiche per realizzare il design e mettere in produzione l’AC40 sono state condensate, eppure l’obiettivo è stato raggiunto grazie una collaborazione globale fra l’Emirates Team New Zealand – con il suo team di design, capitanato da Dan Bernasconi, e Richard Meacham, centrale per la gestione del processo produttivo – e Mark Evans, amministratore delegato di McConaghy Boats.
Come ha spiegato Meacham, infatti, se AC40 nasce dal design familiare e dalle innovazioni progettati dal dipartimento di design dell’Emirates New Zealand Team, allo stesso tempo è stato necessario spingersi oltre i limiti, servendosi di una combinazione tra il meglio dell’industria navale neozelandese e delle partnership chiave con aziende offshore. Per esempio, la realizzazione di elementi specializzati come il sartiame è stata affidata alla Southern Spars, il pacchetto aerodinamico alla Norths Sails Marine, mentre lo stesso ETNZ si sta occupando dei foils. Scafi, ponti e allestimento sono nelle mani della grande forza produttrice della McConaghy Boats, in Cina.
Quest’ultima, disponendo di tecnologia costruttiva di prim’ordine, è nel campo della costruzione di navi da corsa composite da più di 50 anni, e il suo range di produzione spazia dalla classe Maxi (com’era il Wild Oats, lo yacht con più vittorie nella gara Sydney-Hobart) a quella Moth e Waspz (come Mach 2).
Ma ora come ora, riporta sempre Meacham, il focus della compagnia è realizzare la flotta di AC40: i vari team ne hanno già ordinate otto, e sono in fila per ottenerle. La prima dovrebbe essere spedita alla base dell’Emirates Team New Zealand, ad Auckland, il prossimo Luglio, per essere messa in acqua ad Agosto. Tutte le altre saranno prodotte ad intervalli di 5 settimane.
Le aspettative sono altissime: con vento leggero l’AC40 dovrebbe essere in grado di navigare fino a 26 nodi a 46° di bolina e fino a 30 nodi a 138° in poppa. La velocità della barca dovrebbe addirittura aumentare (fino a 39 nodi a 41° di bolina e fino a 44 con 155° in poppa) quando il vento arriva a 20 nodi.
Il capo del dipartimento design, Dan Bernasconi, ha spiegato che, essendo l’AC40 una “production boat”, il processo di progettazione è stato un po’ diverso dal solito. Infatti, normalmente, quando si costruisce un’AC, il team di design ha più tempo a disposizione per sviluppare e finalizzare l’idraulica, l’elettronica e i sistemi, ma dal momento che il processo di produzione in questo caso è stato così rapido, è stato necessario finalizzare, in rapporto a queste aree, un numero maggiore di progetti, e in anticipo, assicurandosi allo stesso tempo che fossero validi.
I team in gara all’America’s Cup utilizzeranno i loro AC40 per i test, lo sviluppo e l’allenamento, oltre che per le gare preliminari. Saranno invece le nuove barche con cui si disputeranno le gare della Women’s e Youth America’s Cup: uno strumento chiave per aprire la strada verso l’America’s Cup alle donne e alla nuova generazione.
L’Emirates Team New Zealand ha sviluppato anche un simulatore di AC40, che potrà essere utilizzato per l’allenamento prima della spedizione delle imbarcazioni vere e proprie.
Simulatore e AC40 saranno disponibili anche per armatori privati, che, chissà, potrebbero anche avere, tra i loro progetti a lungo termine, quello di iniziare a gareggiare, e potrebbero iniziare partendo col “dare una mano” a una potenziale squadra di AC giovanile o femminile con le loro campagne, acquistandone una barca anche in anticipo.
Pertanto, conclude Meacham, nonostante la “pressione”, è eccitante vedere i modelli completati, e, in corso la produzione di una classe di imbarcazioni che si presteranno ad un ampio range di utilizzi.