Berrettini è pronto: “La voglia è tanta, le Olimpiadi sono un sogno”

È stato un 2020 complicato per Matteo Berrettini: la pressione di doversi confermare ad altissimi livelli, un inizio condizionato da qualche problema fisico, poi la pausa del circuito per via del Covid per 6 mesi e, infine la ripresa in una situazione inevitabilmente confusa e un po’ dimessa, senza pubblico sugli spalti. Matteo ha fatto fatica ad adattarsi, non riuscendo a dare il meglio di sé. Vedere gli stadi vuoti è stato allucinante. Flushing Meadows, ma anche il Foro italico, ha dichiarato in un’intervista a La Stampa. “La prima volta che ho preso un aereo dopo il lockdown mi sembrava di essere in un film di zombie. Fra tennisti siamo abituati ad abbracciarci, la mancanza di contatto fisico mi ha fatto senso. Nulla di fondamentale, ma ho capito quanto mi mancava”.  

Ora però per il n.1 d’Italia e 10 del mondo è tempo di guardare avanti alla nuova stagione che sta per cominciare. E che continuerà almeno per diversi mesi ad essere condizionata dal virus e dalle misure messe in atto dagli organizzatori dei tornei per limitare al massimo le occasioni di contagio. La preoccupazione c’è sempre, ma la voglia è più forte altrimenti non partirei, ha proseguito il 24enne romano. “Bolle, quarantene, test, è complicato. Prima bisognava stare attenti, ora di più, perché per arrivare in Australia ci sono solo due giorni utili, se li manchi addio Australian Open. Speriamo che a Melbourne ci sia un po’ di pubblico”.

Il suo 2021 comincerà in realtà ad Antalya, in Turchia. Avrebbe dovuto giocare il doppio insieme a Jannik Sinner, la grande speranza del tennis azzurro. Ma il 19enne altoatesino ha dato forfait per concentrarsi meglio sul primo Slam in cui molti già lo accreditano come potenziale outsider. Anche per lui, le aspettative cominciano a crescere. “Jannik ha la testa sulle spalle, credo sappia gestire la pressione. Spero che lo aiuti, e non lo freni, ma i più forti hanno sempre dovuto farci i conti, non si scappa”, ha sottolineato Berrettini. 

C’è una novità nel team di Matteo. A curare i suoi interessi, sportivi e non solo, ora c’è Ivan Ljubicic, ex n.3 del ranking mondiale e attuale allenatore di Roger Federer, insieme alla sua agenzia di Management. È un grande professionista e una ottima persona. Crede in me, per lui posso diventare uno degli italiani più forti di sempre. Ma lo ha detto lui, eh…”. Per farlo, Berrettini dovrebbe riuscire a vincere quel titolo Slam che manca ad un giocatore tricolore dal 1976, quando Adriano Panatta, romano come lui, trionfò al Roland Garros. “Nello Slam però è dura, bisogna vincere sette partite di fila e saperle preparare bene”, commenta Matteo.

Anche se ora, anche a causa degli anni che avanzano, Federer, Nadal e Djokovic non sembrano più così irraggiungibili. Vedremo più equilibrio. Loro hanno ancora qualcosa in più negli Slam, ma gli altri si stanno avvicinando. Thiem si è sbloccato, Medvedev mi ha impressionato quando ci siamo allenati insieme a Londra: potrebbe essere lui il prossimo a vincere uno Slam, ma si sono avvicinati in molti”, ha proseguito. 

Non ci sono però solo gli Slam ad essere cerchiati in rosso nella sua agenda per l’anno che è appena incominciato. Da quest’anno ad esempio le ATP Finals, alle quali Matteo ha partecipato nel 2019, si trasferiscono in Italia, a Torino. La voglia di esserci è tanta. Il fatto che si giochino qui è uno stimolo in più. Quando mi sono qualificato per Londra a inizio stagione mai lo avrei immaginato. Detto questo non ci si deve nascondere dietro un dito, ma continuare a sognare in grande. Senza che diventi un’ossessione. E poi, sempre che la pandemia lo permetta, ci saranno le Olimpiadi di Tokyo, rimandate dal 2020. Per Berrettini potrebbe essere la prima partecipazioni ai Giochi. Anche per un tennista, che vede in Wimbledon la sua medaglia d’oro, si tratta comunque di una grande emozione. Sono il mio sogno, fin da bambino quando le guardavo in tv. Le mie gare preferite erano i 100, 200 e 400. Quando c’era Bolt si fermava tutto. Ma seguivo anche la Vezzali, la Pellegrini e gli altri campioni italiani. Voglio assolutamente esserci”.

A parte il tennis l’altra passione di Berrettini però non è né l’atletica, né la scherma né tantomeno il nuoto. Ma la pallacanestro, o basket, per dirla all’americana. Sì, una passione di famiglia. I miei nonni hanno giocato in serie B e C, mio padre mi portava da piccolo a vedere la Virtus Roma. Io me la cavo”, ha rivelato. Il suo idolo con la spicchi? “LeBron James, per lui ho iniziato a seguire la NBA”. La regular season è appena cominciata negli States e Berrettini fa il suo “power ranking”, la valutazione delle squadre più attrezzate per vincere l’anello. “I Lakers hanno una squadra molto forte, come pure i Clippers che però devono trovare equilibrio. A est la situazione è più traballante, bisogna vedere come si incastreranno i Nets con le altre squadre”. 

E se dovesse fare una squadra con i colleghi del circuito chi sceglierebbe? Io mi metto come guardia. Lorenzo Sonego sa giocare, e anche Gael Monfils. Poi ho visto bene Tommy Paul. Come centro scelgo l’altro americano, Reilly Opelka…”. D’altronde, dall’alto dei suoi due metri e nove centimetri Opelka può farsi sicuramente valere sotto canestro. Chissà come ci sarà rimasto male Nick Kyrgios, altro grande appassionato di basket ad essere stato escluso dal team. Ma chi è il LeBron del tennis? Nadal, come fisicità e perché sono esplosi entrambi giovanissimi. Federer lo paragonerei a Michael Jordan. Djokovic mi ricorda Kobe Bryant, per come resta freddo nelle situazioni difficili”. In effetti, i paragoni con le tre grandi leggende del tennis contemporaneo ci stanno tutte. 

Il suo 2019 ripartirà anche da un’altra certezza, quella della relazione sentimentale con la bella australiana di origini croate Ajla Tomljanovic, n.55 del ranking WTA. I due hanno fatto Natale separati ma si dovrebbero riabbracciare tra poco, dopo aver passato tutto il lockdown insieme in Florida. “Il suo regalo non glielo dico perché non ci siamo ancora visti e rovinerei la sorpresa”. Insomma, lo sguardo è già avanti verso un 2021 in cui si spera che la battaglia contro il Covid-19 cominci a prendere una piega diversa. “Medici e infermieri stanno facendo tanto, io sono pro-vax, appena potrò mi vaccinerò. Perché di vivere così mi sono proprio stancato”. E non si è stancato solo lui.