La famiglia Zverev risponde alle accuse delle ultime settimane: “Restiamo sempre uniti”
La vita è quello che ti succede mentre sei occupato a fare altri piani, e il quotidiano tedesco Der Spiegel lo sa bene. L’idea originale era di scrivere un articolo sulla famiglia di Sascha Zverev e sulla causa in corso (è iniziata questa settimana) con il suo ex-manager Patricio Apey, ma la moltitudine di notizie che hanno visto il tedesco protagonista ha costretto i colleghi ad ampliare il raggio d’azione. Il pezzo, infatti, doveva basarsi su un’intervista realizzata il 28 ottobre, ma poche ore dopo sono arrivate due notizie a sconvolgere il mondo del teutonico: prima una sua ex-fidanzata, Brenda Patea, ha annunciato di essere incinta di suo figlio; e qualche ora dopo un’altra sua precedente compagna, Olga Sharypova, l’ha accusato di violenza domestica, un’accusa poi rilanciata in una lunga intervista.
Per questo motivo, il giornale ha deciso di intervistare nuovamente il N.7 ATP per dargli occasione di parlare di queste e di altre controversie che lo stanno vedendo e l’hanno visto coinvolto come l’Adria Tour organizzato da Djokovic la scorsa estate e la causa, iniziata questa settimana a Londra, con il suo ex-agente, il cileno Patricio Apey. L’articolo è molto lungo, e abbiamo quindi deciso di focalizzarci su questa seconda parte, decisamente più attuale, ma il pezzo originale è comunque interessante perché fornisce uno spaccato sullo stretto legame di Zverev con la madre Irina, il padre Alexander Senior e il fratello Mischa.
LA QUARANTENA VIOLATA
In seguito alla positività di vari partecipanti all’Adria Tour, Zverev aveva promesso pubblicamente di auto-isolarsi per due settimane, venendo però pizzicato ad una festa di Philippe Plein a Monte-Carlo. Sull’argomento non ha molto da dire (anche perché le altre storie sono più recenti e hanno ancora un impatto sulla sua quotidianità), se non che l’immagine di lui uscita da quella storia è a suo dire distorta: “Io non sono così, non sono mai stato uno da feste, quell’evento è stato un’eccezione. Anche durante l’interruzione della stagione continuavo a dire, ‘alla fine vedremo chi ha continuato a lavorare e chi se l’è presa comoda – e io continuerò a giocare come ho sempre fatto’”.
LA CAUSA IN TRIBUNALE
Gli Zverev arrivarono in Germania nel 1991 senza soldi, e per anni sopravvissero prima sui guadagni (magri) del capofamiglia come coach e poi su quelli (decisamente più ingenti) di Mischa come tennista professionista. Nel 2012, però, un calo di rendimento di quest’ultimo, condizionato da un’ernia e distratto da una storia a distanza con una ragazza statunitense, causò non pochi dissesti finanziari alla famiglia.
Il rapporto con Patricio Apey sarebbe iniziato in quel momento. Il manager cileno lavorava da tempo nel mondo del tennis e si sarebbe offerto di gestire Sascha, all’epoca quindicenne, facendosi pagare su commissione e anticipando 60.000 euro agli Zverev spalmati su quattro anni. Il contratto era lungo nove pagine, in inglese (lingua che a casa parlavano solo i figli), e scritto nel classico argot burocratico, e quindi inintelligibile per non addetti ai lavori; per questo motivo i quattro dicono di non essersi resi conto delle varie postille incluse nell’accordo – le uniche cose chiare per loro erano la durata di cinque anni del documento e la necessità di firmare in fretta per non lasciare il giovane campione senza supporto finanziario.
Il contratto venne firmato il 6 dicembre 2012 a Tampa, in Florida, e per qualche anno tutto sembrò andare per il meglio: Apey era puntuale con gli anticipi economici e al contempo trovava sponsor e wildcard per Sascha, previa consultazione con la famiglia. Poi, al compimento dei 18 anni del tedesco, la situazione avrebbe iniziato a deteriorarsi, perché l’agente pretese di parlare esclusivamente con lui da lì in avanti. Secondo Alexander Sr. l’influenza negativa di Apey avrebbe iniziato a manifestarsi quando Sascha, appena diventato maggiorenne, si presentò dal padre dicendogli, “indovina quanto guadagno ogni giorno!”, un atteggiamento in contrasto con l’ethos decisamente parsimonioso della famiglia Zverev – fra gli esempi citati, il fatto che Alexander Sr. continui a guidare da anni la stessa Opel Zafira. “Apey stava provando a convincere Sascha di essere l’unica persona che poteva farlo diventare ricco”.
Secondo i genitori del finalista di Flushing Meadows, il manager cileno voleva trasformarli nella Sascha Zverev S.P.A., il modus operandi classico di Apey stando a quanto riporta il quotidiano (che però non cita le fonti di questa informazione), visto che una volta avrebbe convinto una giovane tennista a pagare ai propri genitori una sorta di liquidazione per poi impedire loro di accedere al suo conto bancario. Sascha ha interrotto il rapporto con Apey a inizio 2019, firmando successivamente con Team8, l’agenzia di Tony Godsick e Roger Federer. Fonti vicini a lui sostengono che non ritenesse corretto il trattamento ricevuto, in quanto l’agente cileno stava usando il suo nome per avvicinare altri giocatori – Zverev non ha però voluto commentare questa notizia.
La questione verrà decisa in tribunale, con il processo che è iniziato questa settimana a Londra: Apey non accetta l’interruzione del rapporto, sostenendo che il contratto sarà valido almeno fino alla fine del 2023, data oltre la quale il tedesco dovrebbe continuare a pagargli delle spese di commissione. Secondo il legale degli Zverev il contratto è illegale, perché non si potrebbe far firmare ad un minore un contratto che lo vincoli per quasi tutta la sua carriera.
LE ACCUSE DI OLGA SHARYPOVA
Sascha afferma di essere stato preso completamente alla sprovvista dalle accuse di violenza da parte di Olga Sharypova, di cui ha appreso mentre si trovava ad Amburgo con la famiglia: “Ero in camera mia con Mischa e guardavo lo schermo del cellulare a bocca aperta, chiedendomi, ‘cosa sta succedendo?’” La notizia gli è arrivata, occorre ricordare, qualche ore dopo l’annuncio della gravidanza di Brenda Patea, che nonostante qualche contrasto iniziale rimane una nuova lieta: “Sto per diventare padre a 23 anni. Sono molto giovane per una cosa del genere, ma sono comunque emozionato all’idea. Ovviamente, però, le accuse di Olga stanno intaccando un pochino la mia felicità”.
“Ogni madre vuole una buona nuora”, ha detto Irina, secondo la quale, però, Sharypova la trattava come una rivale per le attenzioni del figlio, litigando per delle piccole cose, come l’abitudine di Irina di fare le valigie del figlio prima della partenza per un torneo. “Le dicevo che è una cosa normale per una famiglia, ma lei non capiva”. Sempre secondo mamma Zverev, inoltre, durante i pasti Sharypova si alzava da tavola non appena finiva di mangiare, e insisteva affinché Sascha si allontanasse con lei anche se il resto della famiglia non aveva ancora finito. “Può sembrare una piccola cosa, ma dimostra quanto fosse irrequieta e instabile”.
Alexander Sr. concorda nell’affermare che la giovane non fosse interessata a passare del tempo con la famiglia del fidanzato: “Era chiaro che la sua vita fosse diversa, Sascha aveva il suo regime di sportivo mentre lei era più festaiola“. Secondo lui, il rapporto non era finito male, anzi: nel dicembre del 2019 Sharypova l’avrebbe chiamato per scusarsi, dicendo di essere stata “stupida” e di aver “sbagliato tante cose”; secondo il padre dei due tennisti, non solo non avrebbe detto niente di male su suo figlio, ma al contrario avrebbe detto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per avere una seconda chance con lui. “Ho provato a calmarla e le ho detto che la vita continua”, afferma Alexander Sr.
Questa storia non arriverà in tribunale, a differenza della precedente, ma è comunque una delle macchie che potrebbero danneggiare la reputazione di un giocatore che ambisce a diventare il volto del gioco per i prossimi anni, e che ora rischia di perdere buona parte della propria attrattiva a livello commerciale.