Feliciano Lopez: “Occhio a Sinner ed Alcaraz, li vedremo presto in Davis”
Feliciano Lopez, classe 1981, è pronto per quella che spera possa essere la sua ventesima stagione consecutiva in Top 100, una longevità ancora più significativa se si ricorda, a) che il suo gioco non è esattamente tarato sulla vulgata contemporanea e b) che dal 2019 l’iberico è anche il direttore del Masters 1000 di Madrid, la sua città, cancellato quest’anno ma in continua espansione spazio–temporale.
Intervistato da Alessandro Mastroluca per il Corriere della Sera, il campione uscente del Queen’s (dove nel 2019 ha centrato la doppietta che ha dominato la TV britannica per una settimana, vincendo anche in doppio con un redivivo Andy Murray) ha parlato del suo doppio ruolo ai tempi del Covid, una posizione che gli ha permesso di capire le difficoltà del momento da una prospettiva unica: “Per me si tratta di vedere la situazione, accettare la realtà. Gran parte dei tornei è stata cancellata quest’anno. È stato triste dover annunciare la cancellazione del Mutua Madrid Open. Ma non avevamo altre opzioni. Quest’anno è molto complicato per tutti, come persone. […] Da direttore di torneo, ho avuto la possibilità di vedere le conseguenze dal punto di vista economico della pandemia. Sono consapevole comunque che i tornei hanno bisogno degli aiuti degli sponsor; dei governi, che però stanno spendendo per aiutare chi è più in difficoltà. Il quadro per me era chiaro”.
Lopez si è espresso anche sul miglior giovane azzurro, quel Jannik Sinner che ha meno della metà dei suoi anni ed è nato quando lui era già professionista da quattro anni, nonché su un altro esempio di precocità espresso dal tennis iberico: “L’ho visto qualche volta, penso che sia un grande giocatore con un enorme potenziale. È davvero forte per un ragazzo della sua età. Credo che sarà uno dei più grandi della prossima generazione. Conosco anche lo spagnolo Carlos Alcaraz, che si allena nell’accademia di Juan Carlos Ferrero. Penso che giocheranno molto presto in Davis anche loro”.
L’intervista si è soffermata in particolare sull’altro evento che non si è potuto disputare alla Caja Magica, vale a dire la Coppa Davis. Nel 2019, Lopez ha fatto parte della squadra spagnola vincitrice della prima edizione con il nuovo format, risultando decisivo nella semifinale contro il Regno Unito in cui, accoppiato con Nadal, ha contribuito al raggiungimento della finale con un doppio tie-break. Proprio in queste settimane, ha partecipato a “Break Point: A Davis Cup Story”, il documentario che lo sponsor del torneo (Rakuten) ha realizzato per promuovere la manifestazione e disponibile in streaming sulla piattaforma Rakuten TV.
Di quella vittoria Feliciano ha detto: “La Davis è stata speciale per me e per tutti noi. Sono stato molto onorato intanto di essere in squadra, perché avevo 38 anni, esserci era uno degli obiettivi all’inizio del 2019. Mi sento molto fortunato. Poi naturalmente vincere il titolo a Madrid, la mia città, su un campo che conosco molto bene per tante ragioni, è stato splendido. Durante la settimana abbiamo anche vissuto una situazione triste, dura da accettare, la morte del padre di Roberto Bautista Agut. È stato incredibile come sia tornato dopo il funerale e abbia giocato così in finale”.
Inoltre, l’ex N.12 ATP non pensa che il nuovo format, gironi senza fattore campo e senza tre su cinque, abbia ridotto il valore o il fascino della competizione ora gestita dalla Kosmos Tennis di Gerard Piqué: “Credo molto in questo nuovo format. Quando hanno fatto l’annuncio ho pensato che era una cosa buona per il tennis. Credo che i tre set siano quello che serviva in Davis. Naturalmente, ci sono cose che si possono migliorare e sono sicuro che ci stanno lavorando. Credo comunque sia stato un gran successo. Spero rimanga ancora per molti anni“.
Purtroppo per lui, a volte Nadal non si trova dal suo lato della rete ma dall’altro: Feliciano, però, ha recentemente venduto cara la pelle prima di arrendersi per la millesima vittoria del maiorchino a livello ATP a Bercy, mostrandosi ancora pienamente competitivo a dispetto della veneranda età (per un atleta). Visto il successo a livello di nazionali dello scorso anno, gli è stato chiesto se i due abbiano in programma una nuova partnership per giocare le Olimpiadi di Tokyo di doppio, ma non si è sbilanciato: “Non abbiamo un programma ancora per la prossima stagione. Stiamo cercando di concentrarci sul giocare il più possibile, ancora non sappiamo come sarà il calendario“.