Steve Simon: “Non abbiamo avuto contatti con la PTPA di Djokovic”
Steve Simon, capo della WTA, ha parlato diffusamente con Tennis Majors delle sfide affrontate nel 2020 e dei piani futuri del tour femminile. Dopo una prima flash sulla gestione del prize money in tempo di porte chiuse e cancellazioni, di seguito trovate il resto dell’intervista.
UN BILANCIO DEL 2020 E LE ASPETTATIVE PER L’ANNO NUOVO – Nonostante le innegabili asperità affrontate, Simon ha comunque tratto indicazioni positive dal 2020, sia per quanto riguarda la coesione del tour che la gestione della pandemia: “Dobbiamo essere orgogliosi di come abbiamo gestito la situazione. Abbiamo organizzato nove tornei WTA più due Slam. Mentre altre leghe sportive possono creare delle bolle più stazionarie, noi abbiamo la necessità di spostare le giocatrici da un luogo all’altro, e abbiamo dimostrato di poterlo fare e di poterlo fare in sicurezza. Si possono contare i casi di positività registrati da noi sulle dita di una mano, senza considerare che non abbiamo avuto casi di positività riscontrate negli staff dei nostri tornei. Fin dall’inizio siamo stati in grado di compattarci e di capire che fosse l’unico modo per farcela; per questo credo che ora siamo più forti di prima, e guardiamo al futuro con entusiasmo, come si può intuire dalle nuove iniziative di re-branding che abbiamo intrapreso”.
Il 2021, si spera, sarà, diverso: “Sarà un anno interessante. La WTA ha subito ingenti danni finanziari, come la maggior parte dei business del mondo, non c’è dubbio a riguardo. Fortunatamente, eravamo stati previdenti e ci eravamo organizzati per eventuali shock economici; per questo motivo la WTA è in una buona posizione. La nostra fortuna è stata che quando abbiamo avuto bisogno di fare gruppo i nostri partner hanno fatto lo stesso, e così siamo riusciti a ristrutturare le nostre sponsorizzazioni senza perderne alcuna. Possiamo avere un altro come il 2020? Non so quante leghe potrebbero farlo, ma credo che tutto sommato ce la caveremmo, perché abbiamo imparato ad operare in queste condizioni, e in più siamo forti”.
Molto dipenderà da come si configurerà il calendario sulla base delle decisioni dell’Australian Open, ma ormai si tratta di quando e non di se: “Stiamo aspettando di finalizzare i piani per l’Australia, e credo che manchi poco, probabilmente solo qualche giorno. Il torneo si disputerà sicuramente, è solo una questione di aggiustare le date del torneo e conseguentemente del calendario. La quarantena ci farà iniziare la stagione un pochino più tardi ma la buona notizia è che l’ambiente del torneo sarà molto sicuro, e questo ci darà la spinta per il resto della stagione”.
Il parco giocatrici però aiuta a ben sperare, con tre campionesse Slam giovani su tre, Sofia Kenin, Naomi Osaka e Iga Swiatek: “Il numero di grandi tenniste è senza precedenti. Stiamo aspettando che qualcuna diventi la dominatrice del circuito, ma il livello è fenomenale al momento, ed è difficile vincere in settimane consecutive. Si tratta di una condizione entusiasmante, e avere così tante stelle giovani e di attrattiva globale è un ottimo segnale per noi”.
NIENTE FINALS – Il segreto di Pulcinella è che nel bilancio WTA ci sia un buco a forma di Cina, Paese dove sono stati cancellati tutti i tornei stagionali fra cui le ricchissime WTA Finals – è una situazione in predicato di ripetersi? “Tutti in Cina si aspettano di tornare a fare affari come in precedenza, e il fatto che lo swing asiatico cada verso fine anno rende più probabile che si possa disputare normalmente. La mia opinione, per quello che vale, è che i primi due trimestri del 2021 continueranno ad essere duri per tutti – ci sono molte incognite. Con il passare della stagione, però, le cose si avvicineranno alla normalità. Non avere le Finals quest’anno è stato difficile, anche se siamo riusciti ad aggiungere un paio di tornei a fine stagione. Ma come detto la chiave è stato il supporto dei nostri sponsor, Gemdale Sport e Shiseido, con cui siamo riusciti a trovare dei nuovi accordi. Per ora nessun torneo in programma ci ha comunicato di non essere in grado di svolgersi nel 2021, e, anche se ovviamente dovremo aspettare prima di avere la certezza di avere un calendario pieno, questo è il nostro piano al momento”.
Proprio le Finals sono state un argomento dibattuto a lungo nei circoli WTA, ma secondo Simon un trasloco per salvare il torneo non è mai stato all’ordine del giorno: “Non abbiamo mai pensato di spostare le WTA Finals. Dal mio punto di vista si è giocato troppo poco per pensare di avere delle Finals vere e proprie, un culmine dei 54 tornei in programma. Non volevamo organizzarle tanto per fare. Se le avessimo spostate, il torneo non avrebbe avuto la consueta portata, e questo non sarebbe stato giusto per il brand dell’evento. Abbiamo preso una decisione strategica, e credo che sia stata quella corretta, anche se di sicuro non siamo stati felici di non poter avere il torneo. Avevamo un paio di idee per degli eventi che non avrebbero sostituito le Finals ma sarebbero comunque stati dei tornei unici, ma sfortunatamente il Covid ha reso impossibile concretizzarli nelle location che avevamo in mente”.
LA PTPA – “Non abbiamo avuto molte interazioni con la PTPA, anzi, non ne abbiamo avuta nessuna, è un’iniziativa interamente trainata dagli uomini. So che hanno parlato con molte giocatrici e noi non impediremo loro di farlo, ma per quanto ci riguarda siamo focalizzati su ciò che dobbiamo fare, e stiamo lavorando molto duramente. Credo che nel 2020 sia emerso chiaramente il fatto che le nostre atlete sappiano di poter comunicare apertamente con noi e che la loro voce venga sempre ascoltata. Comunicare è la chiave in questo momento, tutti devono sentirsi ascoltati – non significa che si possa sempre ottenere ciò che si vuole, ma è importante che ci si senta ascoltati e rispettati. Si tratta di un aspetto su cui abbiamo lavorato molto, e le giocatrici si sono accorte che grazie al loro intervento delle cose sono cambiate. Ovviamente ci saranno sempre delle giocatrici scontente, e lo stesso vale per i tornei, ma complessivamente penso che abbiamo un buon canale di comunicazione con tutti. Se qualcuna deciderà di unirsi alla PTPA gestiremo la situazione, ma è una decisione che spetta a loro”.
LA FUSIONE CON L’ATP – Le sofferenze collettive del tennis hanno messo una potenziale unificazione delle sigle del gioco al centro del dibattito, e la nuova dirigenza ATP guidata da Andrea Gaudenzi sembra intenzionata a portarlo avanti: “Io, Andrea e Massimo parliamo piuttosto di frequente, e lo stesso vale per i nostri team; rispettiamo tutta l’organizzazione dell’ATP. Più lavoriamo in sinergia con loro, meglio è”.
Un testimonial d’eccezione (e inaspettato) per la fusione è Roger Federer, che in primavera ha parlato apertamente dell’idea su Twitter, dando una rilevanza mediatica senza precedenti al tema: “Non sono sorpreso del supporto di Roger, perché conoscendolo so che è uno che guarda sempre al quadro più ampio delle cose. Molte delle nostre atlete, come Serena, Venus e i membri del nostro Player Council, la vedono allo stesso modo e sarebbero felici di vederci lavorare assieme più frequentemente. Ci sono certamente delle difficoltà, ma più spingiamo in quella direzione, più ci rendiamo conto che è la cosa giusta da fare. Abbiamo parlato tante volte di una fusione, ma nessuno si aspettava che Roger si esponesse in questo modo; è un segnale di quanto pensi in maniera indipendente, una cosa che tutti rispettiamo. Di sicuro ha creato una conversazione sull’argomento”.
Recentemente, la WTA ha lanciato un nuovo logo e una tassonomia dei tornei che ricalca (anche se solo nominalmente) quella della controparte maschile – un segnale per il futuro? “Il nuovo logo e la riclassificazione dei tornei sono un esempio perfetto: quando sono andato dalla dirigenza ATP a spiegare cosa volevamo fare e perché, loro non hanno esitato un momento a darci il loro benestare – non mi sarei mosso in questa direzione con le categorie dei tornei se loro non mi avessero supportato. L’idea è di rendere più facile la comprensione del livello dei vari tornei per gli appassionati e per i media, e credo che la nostra collaborazione mandi un segnale positivo da questo punto di vista. Credo che non ci sia mai stata più cooperazione nel nostro sport che nell’ultimo anno, e in futuro ci vedrete fare sempre più cose insieme all’ATP”.
BETTING E DIRITTI TV – La notizia più importante per il tennis femminile negli ultimi giorni, seppur passata sottotraccia, riguarda la neonata partnership con Stats Perform, un’azienda che si occupa di statistiche sportiva in collaborazione con Opta e che ha contribuito all’espansione di diversi sport. L’accordo accrescerà l’esperienza degli spettatori offrendo cifre dettagliate e nuovi canali per lo streaming sui siti di betting convenzionati. Nel comunicato ufficiale si fa riferimento alle scommesse ben sei volte, e questo dà un’idea di quale sia il mercato che questo accordo vuole battere; ovviamente è un argomento assiologicamente spinoso, ma secondo Steve Simon il tennis ha le spalle coperte sul tema: “Si tratta di un argomento scottante. Le scommesse fanno parte dello sport, che lo si voglia ammettere o meno. La questione fondamentale è come gestirne l’integrità assicurandosi che la competizione sia corretta, e il tennis si è mosso in anticipo in questo senso, creando prima la TIU (Tennis Integrity Unit) e poi l’ITIA (International Tennis Integrity Agency) – abbiamo investito più soldi nella faccenda di molti altri sport”.
“Le opinioni sul betting variano da area ad area: ci sono alcune zone dove il fenomeno esiste da più tempo e, anzi, sembra quasi che ora ci sia una fase di ridimensionamento. Da altre parti, come negli USA, è un business in grande crescita. Le scommesse portano più spettatori, ma la domanda è: come gestirle responsabilmente? Dobbiamo assicurarci che la competizione sia onesta, e credo che ci siamo riusciti, soprattutto ai livelli più alti. Credo che sia un tema gestibile, e credo che abbia un posto nel nostro sport, ma solo se affrontato correttamente”.
Un altro modo in cui il tennis femminile potrebbe rinnovarsi, infine, riguarda la collocazione dei tornei durante la settimana. Di recente, infatti, l’australiano Paul McNamee ha proposto di far iniziare i tornei il sabato (con finale il venerdì) per evitare la concorrenza degli eventi sportivi del weekend, un’idea che trova l’approvazione con riserva di Mr. Simon: “Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare in alcune circostanze – soltanto perché una cosa è stata fatta in un certo modo per 20 anni non significa che sia giusta. Il panorama della viewership è in costante evoluzione e diventa sempre più competitivo. Sta cambiando anche il modo in cui le persone guardano le partite; molti non guardano più la diretta, preferiscono vedere i match in altri momenti. Per questo è importante trovare le finestre giuste per il broadcast, ma bisogna anche pensare a chi va a vedere i tornei dal vivo, e per queste persone è sempre meglio il week-end, visto che hanno due giorni liberi. Sarei disponibile ad avere i tornei dal sabato al venerdì, e si è parlato anche di farli da mercoledì a lunedì, perché sono dei format con cui riusciresti ancora ad avere la finale di sera. Dobbiamo guardare i dati e decidere cosa sia nel nostro interesse”.