Salvatore Caruso: “Mi sento un privilegiato. Il sogno? Giocare sul centrale di Wimbledon”
Salvatore Caruso non può che essere soddisfatto di un 2020 che l’ha visto chiudere la stagione con la sua miglior classifica di sempre, al N.76, sesto d’Italia a 26 punti da Stefano Travaglia, che precede il nativo di Avola di due piazze. A riprova della sua crescita, 20 delle sue 38 partite in un main draw ATP sono state giocate quest’anno – ha quindi passato più tempo in campo nel circuito maggiore che in tutti gli anni precedenti delle sua carriera messi insieme.
In particolare, è stato molto brillante dalla ripresa del circuito: fra i giocatori oltre il sessantacinquesimo posto in classifica, solo Cecchinato, Anderson e Hanfmann hanno fatto più punti di lui dalla ripresa. L’approccio alle difficoltà di un mondo del tennis travolto dal Covid sembra infatti essere stato dei migliori, come ha detto a Roberto Bertellino di Tuttosport: “Non possiamo lamentarci, almeno in chiave personale. Certo non è facile a volte giocare, tornare in albergo da reclusi e non avere veri momenti di relax. Penso però ai tanti che versano in gravi difficoltà, stanno male o hanno perso il lavoro. Mi considero un privilegiato per aver potuto continuare a fare ciò che più amo, al contempo lavorare e guadagnare. Le difficoltà rappresentano solo un aspetto mentale da superare“.
Parlando con il quotidiano torinese, Caruso ha tirato le somme della stagione trascorsa, a partire dallo swing americano, dove ha ottenuto qualificazione “non facile” per il Masters 1000 di Cincinnati/New York (dove ha battuto Sinner al primo turno delle qualificazioni) ed eguagliato il proprio miglior piazzamento Slam con il terzo turno di Flushing Meadows, uscendo per mano di un Rublev per il quale ha giustamente usato uno “scatenato” di piccininiana memoria.
Una volta tornato in Europa, è arrivato uno dei momenti più belli della carriera: “Ricordo con grande trasporto la vittoria a Roma, contro Sandgren, giocatore ostico. Farlo nella rassegna che per noi italiani rappresenta qualcosa di particolare ha un valore doppio e così giustifico la commozione finale. Se a Parigi non ho ripetuto l’impresa del terzo turno dello scorso anno ho dato però il massimo contro Pella, pur non essendo riuscito a girare il match“.
Dopo una finale raggiunta sulla terra del Challenger di Parma (sconfitto da Frances Tiafoe), Sabbo ha continuato a sorprendere sul cemento di Sofia, dove ha raggiunto i quarti di finale eliminando la tds N.2 del torneo nell’ultimo torneo stagionale: “Un appuntamento partito in sordina nel quale ho esordito contro un giocatore locale. Ho dovuto adattarmi alle condizioni, la leggera altura ed il tipo di palline. L’ho fatto e al secondo turno ho centrato una bella affermazione contro Auger Aliassime, giovane dal grande futuro già N.21 al mondo“.
L’intervista si è soffermata abbastanza a lungo sugli ultimi due match giocati in Bulgaria, con la vittoria sul canadese a dare conferme importanti: “Non ho mai perso il servizio raccogliendo i frutti del lavoro svolto in questi ultimi anni. Tutto parte di lì, quando sai di essere forte nei primi turni di battuta puoi anche permetterti di osare di più in risposta andando a caccia del break che può fare la differenza“. La sua corsa si è poi fermata contro un ex-Top 10 come Richard Gasquet: “Peccato non essere riuscito a portare a casa il primo set. Nel tie-break una chiamata dubbia mi ha negato il 4-1 e tutto forse sarebbe cambiato. Sul 4-4 ho sbagliato un diritto, ma i se e i ma non contano. Nel secondo set ho recuperato, poi ho perso il turno di servizio nel finale. Torneo in ogni caso positivo e degna chiusura stagionale“.
Come molti ricorderanno, il torneo di Sofia è stato vinto proprio dal suo primo avversario post-lockdown, quel Jannik Sinner che rappresenta la punta di diamante di un movimento rinato: “Quando siamo in giro parliamo spesso tra di noi e ci confrontiamo. La speranza è di continuare a progredire tutti insieme, dai più esperti ai più giovani“.
L’ascesa di Caruso nell’ultimo biennio è stata ragguardevole, ma lui non vuole fermarsi, perché alla domanda su quali siano gli obiettivi per il 2021 risponde: “Mettere ancora a punto i dettagli per salire tra i Top 50. L’ulteriore salto di qualità sarà legato alla gestione migliore di alcuni momenti delle partite. Ora la ripresa, dopo una settimana di relax a Siracusa. Cercheremo di capire cosa succederà in Australia per pianificare nel migliore dei modi la preparazione“. E chissà, con un po’ di fortuna magari riuscirà a realizzare il suo grande sogno: “Fare bene a Wimbledon e giocare sullo storico Centrale, ovviamente sempre con un pensiero speciale per gli Internazionali BNL d’Italia“.