Darderi dopo l’esperienza di sparring partner alle Finals: “Djokovic mi ha colpito più di tutti”
Corre veloce Luciano Darderi, uno dei talenti più luminosi di un tennis maschile italiano che pure sta sfornando una quantità (finalmente) apprezzabile di ottimi giocatori. Il 18enne italiano (è nato nel 2002) originario di Villa Gesell, Argentina, ha avuto la possibilità di fare da sparring partner alle ATP Finals 2020, potendosi allenare con giocatori del calibro di Stefanos Tsitsipas, Novak Djokovic e Matteo Berrettini. Il numero 10 del ranking junior – che grazie a una decina di punti ATP trova anche posto tra i primi 1000 del ranking ‘adulto’ – ha raccontato ai microfoni ‘virtuali’ della FIT la sua esperienza alla O2 Arena di Londra.
Un’opportunità nata a Parma, dove Darderi ha giocato il secondo Challenger della sua giovane carriera, che il tennista italiano ha colto all’istante. “Durante il Challenger di Parma mi arriva un messaggio dall’ATP, per chiedermi se fossi disponibile a fare da sparring alle Finals a Londra. Sono qui per imparare, per capire tante cose che mi serviranno a diventare professionista […] Devo lavorare sodo per ottenere risultati più avanti“.
Darderi si è allenato con dei fenomeni, ma tutto sommato non ne è rimasto così stupito. “Alla fine me li immaginavo come sono. Sono sempre molto intensi, sempre concentrati al 100% in ogni minuto di ogni allenamento. È molto importante per me vederli così da vicino”. C’è comunque un giocatore che lo ha stupito più degli altri, il numero 1 del mondo. “(Djokovic ndr) mi ha colpito più di tutti, per l’elasticità, per come arriva sulla palla, per come gioca lungo e quanto è preciso“.
Spazio alle domande sul rapporto tra Darderi e la nidiata di giovani italiani suoi coetanei. “Conosco quasi tutti quelli della mia età: Nardi, Musetti, Cobolli, Zeppieri. Quando siamo insieme parliamo sempre, ci troviamo bene insieme. Siamo contenti di giocare un gran tennis per l’età che abbiamo […] se uno di noi ottiene un risultato positivo ti dà sempre la spinta per pensare che ci puoi riuscire anche tu. Ognuno conosce la sua strada, e vedremo più avanti dove porterà. Ma questa è una cosa molto positiva“.
Darderi ha anche un riferimento preciso per il futuro, e si tratta di un tennista italiano. “Prima il fisico non mi permetteva di essere molto aggressivo, giocavo di difesa. Ora gioco più d’attacco, servizio e dritto. Cerco sempre di spingere e di essere propositivo […] Sto cercando di spingere, di tirare forte il servizio, tipo Berrettini. Vorrei fare quel tipo di gioco“.
Idee chiare anche per gli obiettivi futuri della sua carriera, a partire dal futuro prossimo – “inizierò al 100% con i Futures, poi proverò a giocare qualche Challenger se avrò la classifica o se la Federazione mi darà qualche wild card” – fino al futuro più lontano, dove trova spazio l’ambizione: “Voglio fare le cose bene, un passo alla volta, senza guardare troppo in là. Certo mi piacerebbe tanto entro il 2025 essere almeno una volta a Torino per giocare le ATP Finals“.