Il club dei giustizieri azzurri: gli italiani che hanno battuto Federer, Nadal o Djokovic

L’impresa di Lorenzo Sonego non la scorderemo mai, e il fatto che Djokovic non fosse al meglio non toglie nulla alla vittoria del tennista torinese.

È davvero un grande momento per i nostri ragazzi. Quest’ultima perla dà subito continuità a quanto successo a Parigi. Abbiamo ancora davanti agli occhi il sorriso travolgente di Martina Trevisan e lo sguardo distaccato da killer di quel fenomeno di ghiaccio che risponde al nome di Jannik Sinner.

La grande vittoria di Sonego a Vienna, che si è spinto sino in finale, lo colloca in un club di enorme prestigio. Uno di quei club esclusivi dove non serve avere continuità (non che Sonego non ce l’abbia, beninteso), ma mettere a segno un exploit difficilissimo. Tipo record del mondo? Meglio, se possibile. Meglio per chi entra nel club s’intende, non per la portata dell’impresa, nel senso che i record sono fatti per essere battuti. Nel circolo di cui parliamo, invece, si tocca l’Olimpo (anzi lo si supera) anche solo per una volta e poi ci si può (ma sarebbe meglio non farlo!) comodamente adagiare, lasciandosi andare a nettare, ambrosia, volèe e tweener. Anche se davanti hai i tre mostri sacri. I Fab Three, i tre che ci fanno e hanno fatto scrivere ed appassionare come difficilmente ricapiterà mai più.

L’avete ormai capito, il club è quello dei Giustizieri Azzurri, gli italiani che sono riusciti a battere anche solo una volta uno tra Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic. Può essere stato il botto di una carriera che poi non è stata proporzionale a quel prodigio (ma quale carriera lo può essere? Vabbè, due semidei ci sono, Andy Murray e Stan Wawrinka, poi ci sono altri superuomini, ma stiamo perdendo il filo, anzi il Club…), ma girando per lo Stivale quante persone puoi incontrare, tolte quelle da ore sdraiate sul bancone di un bar, che ti dicono: “Io una volta ho battuto uno di Loro!” ?

Vediamo chi sono, dunque, i membri di questa congrega, suddivisi per ‘vittima’. Sono in totale 13 tennisti italiani che hanno inflitto 19 sconfitte ai Fab, ma come vedrete alcune sono davvero… preistoriche.

ROGER FEDERER (sette sconfitte)

Australian Open 2015 (3T) – A. Seppi b. [2] R. Federer 6-4 7-6(5) 4-6 7-6(5)

Il Re (che tale rimane indipendentemente dal possibile sorpasso Slam di Nadal) non è tipo da ossessionarsi per le sconfitte. Lui ci racconta che non gli capita nemmeno per le finali perse nei Major, ma è impossibile credergli. Lo vediamo anche ora, mentre si rivolta nella regale alcova di Basilea, di nuovo catapultato nel 2006 a Parigi impallinato come mai da Nadal, nel 2008 a Wimbledon appena spodestato nel suo giardino e nel 2009 a Melbourne in lacrime contro la sua nemesi mancina, l’anno scorso a Church Road ancora a servire per il nono Championship sul 8-7 40-15 del quinto set contro la nuova nemesi serba. Eppure, in qualche notte dopo una mangiata pesante, gli capita di ritrovarsi a Melbourne davanti ad Andreas Seppi, che gioca la partita della vita e, nell’incredulità generale, lo estromette da uno Slam al terzo turno, fuori in Australia prima delle semifinali dopo dieci anni consecutivi. 

Roma 2007 (QF) – [WC] F. Volandri b. [1] R. Federer 6-2 6-4

Filippo Volandri, dopo aver battuto Federer

Ho battuto il Re dei Re, non ci credo!” Queste le prime parole di Filo a Roma dopo il punto più alto della carriera. Un tennis splendido e continuo come non gli abbiamo più, purtroppo, visto giocare. Un Federer irriconoscibile in balia di un rovescio sublime e una continuità di rendimento stupefacenti. Noi di Ubitennis non c’eravamo ancora, c’erano però saldamente in cabina di regia due signori che rispondevano al nome di Rino Tommasi e Gianni Clerici. Il primo, sempre meno diffidente col passare dei vincenti di Volandri, a sottolineare col suo stile inconfondibile: “Ha battuto Gasquet e va bene, ma adesso sta superando Federer!”, mentre lo Scriba ce lo ricordiamo insolitamente conciso, forse perché incredulo: “Ma è Federer questo qui?” Godiamoci qui il loro commento originale. Filo ai quarti avrebbe superato anche Tomas Berdych, per poi fermarsi in semifinale contro Fernando “Mano de Piedra” Gonzales.

QUANDO NON ERA ANCORA ‘RE’ – Ci sono altre cinque sconfitte subite da Federer per mano di tennisti italiani, prima che Roger diventasse uno dei candidati al titolo di miglior tennista di ogni epoca. Due sono arrivate nel 2002, entrambe sul suolo italiano, per mano di Sanguinetti (in finale nel torneo ATP di Milano – 7-6 4-6 6-1) e Gaudenzi, che lo estromise dagli Internazionali d’Italia al primo turno con un doppio 6-4. Nel maggio 2002, Federer era ad un passo dalla conquista della top 10.

Le altre tre riguardano un Federer del tutto imberbe e ancora fuori dalla top 100. Nel 1999 fu sconfitto da Laurence Tieleman in semifinale del challenger di Heilbronn e in un Svizzera-Italia di Coppa Davis da Gianluca Pozzi; nel 1997, quando ancora non aveva una classifica ATP, Federer fu battuto in una semifinale di una tappa svizzera del circuito ITF da Daniele Balducci, ex tennista italiano mai andato oltre la 191° posizione in classifica.

RAFAEL NADAL (otto sconfitte)

A differenza di Federer e Djokovic, contro Nadal abbiamo un italiano in grado di vincere più di una volta. Fabio Fognini ha superato Rafa ben quattro volte, ma le due che non dimenticheremo mai sono quelle di Montecarlo 2019, sulla strada della vittoria del titolo più prestigioso (sinora) della sua carriera e quella di New York 2015, quando Fognini centrò un’impresa riuscita solo a Federer (ma agli albori della rivalità del secolo, nella famosa finale di Miami del 2005 contro un Rafa ancora diciassettenne): battere Nadal rimontandogli due set di svantaggio.

Montecarlo 2019 (SF) – [13] F. Fognini b. [2] R. Nadal 6-4 6-2 

Non è l’impresa più grande contro Rafa per il ligure, ma quella più importante per il risultato finale. La semifinale vinta l’anno scorso sul Centrale di Montecarlo ha spalancato a Fabio le porte della finale, vinta contro Dusan Lajovic, e quindi del primo successo di un italiano in un Master 1000. Rafa giocò molto male quel match ma Fognini fu perfetto e soprattutto bravissimo a non scomporsi ed approfittare della giornata negativa del maiorchino. Va sottolineato come il torneo di Fabio fu eccellente e nemmeno il peggior detrattore potrebbe essere certo che un Nadal in gran forma l’avrebbe battuto. 

US Open 2015 (3T) – [32] F. Fognini b. [8] R. Nadal 3-6 4-6 6-4 6-3 6-4

Fabio Fognini festeggia la vittoria su Nadal agli US Open 2015
Fabio Fognini festeggia la vittoria su Nadal agli US Open 2015

Un’impresa quasi senza eguali. Il sopra citato Rino Tommasi sarebbe molto critico per questi toni trionfalistici, ma non troviamo, non vogliamo trovare, altri termini per definire quanto fatto da Fognini sull’Arthur Ashe quella sera indimenticabile di fine estate 2015. Chi scrive ha avuto il privilegio di essere inviato a quello Slam che ogni italiano ricorderà giustamente per la finale Pennetta – Vinci, il trionfo di Flavia e l’impresa di Roberta contro Serana Williams, ma nella prima settimana quella notte richiama brividi lungo la schiena, colpi formidabili da entrambe le parti e un tennis di qualità altissima – “Awesome“, lo definí uno spettatore americano seduto dietro di noi alla fine del quarto set. Il match finì nella notte newyorchese e lasciammo la sala stampa dopo le 3, felicissimi di aver fatto così tardi. Qui la cronaca dell’epoca, fatta nientemeno che dal Direttore. 

Barcellona 2015 (2T) – [13] F. Fognini b. [2] R. Nadal 6-4 7-6

Río de Janeiro 2015 (SF) – [4] F. Fognini b. [1] R. Nadal 1-6 6-2 7-5

Rotterdam 2008 (R16) – Seppi b. [1] R. Nadal 3-6 6-3 6-4

Nel Febbraio 2008 Seppi era il n.42 ATP, Nadal era testa di serie n.1 e n.2 del mondo, veniva dalla sconfitta in tre set contro Tsonga in semifinale all’AO, era all’alba dell’impresa Roland Garros – Wimbledon e del titolo olimpico a Pechino, in una delle sue annate migliori. Serve aggiungere altro per rendere l’idea della prodezza di Andreas?

Challenger Cagliari 2003 (F) – F. Volandri b. R. Nadal 2-6 6-2 6-1

D’accordo, all’epoca Rafa non era ancora Rafa, ma solo il n. 149 del mondo, ma non ci avrebbe messo molto a sbocciare: il primo trionfo a Parigi è di soli due anni dopo. 

LE PRIME DUE – Per completezza d’informazione, anche se si tratta di due precedenti ancora più datati e poco rilevanti, citiamo le due sconfitte subite da un Nadal ancora 15enne contro Potito Starace nel 2002 (addirittura in un torneo satellite, circuito ITF, a Cala Ratjada in Spagna) e contro Stefano Galvani nel 2001, che fu anche la prima sconfitta della carriera di Nadal nel circuito challenger – nel suo torneo d’esordio nella categoria, disputato in settembre a Siviglia.

NOVAK DJOKOVIC (quattro sconfitte)

Vienna 2020 (QF) – [LL] L. Sonego b. [1/WC] N. Djokovic 6-2 6-1
Non ci soffermiamo ulteriormente sulla grande partita del torinese, se non per riproporre il commento del direttore Scanagatta e ripercorrere le sette vittorie italiane contro il n.1 del mondo.

Roland Garros 2018 (QF) – M. Cecchinato [ITA] b. [20] N. Djokovic 6-3 7-6(4) 1-6 7-6(11)

Roberta Vinci che supera Serena Williams a New York e Marco Cecchinato che elimina Novak Djokovic a Parigi sono le due partite del tennis contemporaneo che non dimenticheremo mai, per nessuna ragione al mondo. Quel 5 Giugno 2018 sul Lenglen fu in particolare il tie-break finale, che ai nostri microfoni Jim Courier definì a caldo in modo davvero eloquente, a segnare la storia sia per il risultato sia per i tre set point annullati a Nole e la vittoria al quarto match point match che riviviamo nella cronaca del match. Quell’impresa ha segnato il ritorno di un italiano alle semifinali del Roland Garros 40 anni dopo Corrado Barazzutti, e forse è risultata decisiva per la rinascita dell’intero movimento tennistico italiano.

Umago 2004 (1T) – [4] F. Volandri b. [Q] N. Djokovic 7-5(5) 6-1

Avete ragione, ora è troppo. Passi per Volandri che batte Nadal due anni prima suo primo Roland Garros vinto (e primo giocato), ma qui tirare fuori il torneo di Umago di 16 anni fa, quando Djokovic aveva 17 anni e ne mancavano ancora quattro al suo primo Slam in Australia, francamente è troppo. Ma del resto, abbiamo citato Gaudenzi che batte Federer nel 2002 a Roma (peraltro all’epoca Roger era già n.11 del mondo) o Sanguinetti che pochi mesi prima lo sconfigge in finale a Milano, e anche Gianluca Pozzi che al primo turno di Coppa Davis nel ’99 ci regalò il punto della bandiera a risultato acquisito battendo un Federer ancora minorenne.

Suvvia, concedeteci questa deroga, per dare a Volandri quello che è di Volandri, il titolo di unico Giustiziere di tutti i tre Fab Three, tessera n.1 e leader del nostro piccolo grande Club. Speriamo che Andreas Seppi non ci faccia causa. Ne avrebbe tutte le ragioni, visto che è l’unico azzurro ad aver battuto almeno due dei tre fenomeni da quando sono tali, ma la tentazione di trovare e celebrare un italiano capace di battere Federer, Nadal e Djokovic era troppa, davvero troppa!

P.S. Non siete già andati via, vero? Allora cuccatevi l’ultima ‘sconfitta improbabile’ di un Fab 3 contro un italiano, che completa la lista dei 19 match che abbiamo trovato. Nel giugno 2003, un Djokovic appena 16enne e ancora senza classifica mancava la rimonta contro l’italo-argentino Manuel Jorquera in un Futures a Belgrado. Oltre la preistoria di quest’epoca tennistica, ma adesso le abbiamo citate davvero tutte.