Con occhio statistico: il servizio di Zverev ha fatto la differenza. Sinner, poco dritto
C’era attesa (forse anche troppa, considerando la caratura del torneo) per questa rivincita fra Sinner e Zverev, soprattutto alla luce del fresco precedente giocato fra i due al Roland Garros, a seguito del quale con ogni probabilità si è sedimentata un po’ di ruggine, come si è poi visto in alcuni episodi di leggero nervosismo di Zverev.
Rimandiamo all’ottima cronaca della partita per rivedere il film del match, che ha visto il tedesco prendersi effettivamente la rivincita, mentre in queste sede ci concentriamo su alcune pillole statistiche che abbiamo cercato di evidenziare nel corso della partita, al fine di fornirvi alcune chiavi di lettura ulteriori.
Prima di proseguire, una piccola premessa metodologica: i dati non sono frutto di elaborazioni ufficiali ATP ma derivano dal charting (una sorta di ‘mappatura’ dei dati) del match dei nostri collaboratori; tuttavia, confrontando i dati comuni a quelli rilevati da ATP per questa categoria di tornei, la robustezza dell’analisi è risultata sufficiente.
IN BATTUTA – Cominciamo allora dal servizio. Se la differenza in termini di punti diretti si è vista eccome (con Sinner che ha potuto trarre vantaggio solo da una piccola frazione dei punti di Zverev), tale differenza assume ancora maggiore peso se confrontata con i punti generati indirettamente dal servizio, intendendo in questo caso quei punti il cui colpo decisivo per l’assegnazione è stato proprio il servizio; l’idea è quella di valorizzare il contributo del colpo d’avvio di gioco al di là del contributo dei punti diretti (ace e doppi falli), ma in funzione della capacità di spostare l’inerzia del gioco in maniera sostanziale dalla propria parte.
Di seguito, una rappresentazione grafica di queste due categorie di punti.
Un’analisi più approfondita del piazzamento del colpo durante la partita ci fornisce una visione più dettagliata della prima di servizio di Zverev, che come abbiamo visto è stato il colpo più importante del match.
Nei servizi dal lato della parità (il deuce court, ovvero da destra) la distribuzione è stata sbilanciata verso il servizio a uscire tagliato. Tale colpo ha dato parecchi frutti in considerazione della posizione molto arretrata di Sinner in risposta, che specie sulla prima si è trovato nella maggior parte dei casi vicino ai cosiddetti “teloni di fondocampo”. Da destra, quando ha potuto giocare la prima, le performance di Zverev sono state praticamente impeccabili.
Nei servizi tirati da sinistra (advantage court) invece la distribuzione è stata più bilanciata, con Zverev che a costo di lasciare qualche punto in più per strada ha preferito non abusare del servizio ad uscire, forse anche conscio di non voler sollecitare eccessivamente la risposta di rovescio di Sinner. In ogni caso anche nei servizi tirati da sinistra, si nota come Zverev abbia avuto grande successo con i servizi ad uscire, in quanto la possibilità di aprirsi agevolmente il campo era favorita dalla posizione sempre molto arretrata di Sinner, il quale tuttavia è riuscito sui servizi centrali a trovare qualche risposta in più.
I COLPI CHE FANNO LA DIFFERENZA: SINNER – Andando oltre, posto che il singolo colpo che in campo ha determinato la partita è stato senza dubbio il servizio di Zverev, e volendo allora inquadrare in maniera più generale lo stile di gioco dei due contendenti, abbiamo cercato di rilevare durante ogni singolo scambio – laddove ci fossero – i colpi che hanno spostato l’inerzia in modo da poter poi disegnare un quadro di come si è sviluppata la partita.
Per Sinner ciò che emerge è un profilo tutto sommato equilibrato con un uso abbastanza distribuito dei vari fondamentali con una lieve preponderanza del rovescio, a dimostrazione di un profilo tutto sommato completo – ad eccezione del gioco a rete, dove il giovane italiano non brilla di certo e non ha brillato neanche contro Zverev.
I COLPI CHE FANNO LA DIFFERENZA: ZVEREV – Nel caso invece di Zverev il profilo invece è più marcato, ed emerge un quadro in cui il tedesco è più sbilanciato sul lato del rovescio, con particolare rilievo per la variazione lungolinea: nei casi in cui il tedesco è riuscito a mettere in campo questo colpo Sinner si è costantemente visto in difficoltà, costretto a recuperi incrociati con il dritto che si sono rivelati spesso corti e facilmente aggredibili da Zverev.
In generale il quadro che emerge è quello di due giocatori per certi versi simili, con Zverev caratterizzato da un atteggiamento più attendista, in tutti quei casi in cui il servizio non riesce a dare la frustata decisiva. Entrambi hanno nel rovescio il colpo con cui cercano maggiormente di incidere e indirizzare lo scambio. Forse il rammarico per Sinner è proprio quello di non essere riuscito da un lato a dare continuità al proprio gioco e dall’altro a tirare fuori il meglio dal proprio diritto, un colpo che, comparativamente, sarebbe potuto risultare superiore a quello di Zverev. Per dare un’idea, oggi il tedesco ha giocato pochissimi diritti inside out incisivi, un colpo che costituisce una quota importante del bagaglio di quasi tutti i migliori giocatori del circuito. A riprova di questo insicurezza relativa di Zverev sul lato del dritto c’è anche il fatto che l’unica variante da lui accettata e utilizzata a viso aperto durante gli scambi sia quella incrociata, grazie alla quale sia con soluzioni profonde, che con soluzioni strette riesce a mettere in difficoltà i proprio avversari.
Problemi che non diventano problemi finché servi come ha servito ieri Zverev – specie se l’avversario serve sensibilmente peggio. La litania sui colpi di inizio gioco, in grado di indirizzare l’esito delle partite molto più di quanto accade negli scambi prolungati, sarà anche noiosa ma non smette di rivelarsi vera. Numeri alla mano.