Roland Garros: eroico Tsitsipas, ma in finale va Djokovic
[1] N. Djokovic b. [5] S. Tsitsipas 6-3 6-2 5-7 4-6 6-1
Si pensava e si sperava che la seconda semifinale potesse essere più combattuta e più equilibrata della prima, e i fatti hanno confermato le attese. Anche se c’è mancato poco che potesse essere un’altra passeggiata a senso unico per Djokovic, che dopo aver vinto i primi due set si era issato a match point sul 5-4 del terzo set prima di subire il ritorno, prepotente, di Tsitsipas. Il greco ha pagato alla fine lo svantaggio accumulato all’inizio, e dopo il miracolo compiuto nel quarto set nel quale ha difeso con coraggio leonino il suo servizio da un mare di palle break per poi fare il “golpe” alla fine, è arrivato stanco e mentalmente svuotato al quinto set dovendo lasciare via libera al suo avversario.
IL MATCH
Nel primo game c’è più o meno la sintesi della primaparte della partita: Tsitsipas parte bene, va 0-40 sul servizio Djokovic, ma non riesce a concretizzare il vantaggio, in parte per meriti del serbo e in parte per demeriti sui, soprattutto sulla risposta che non riesce a tenere in campo con sufficiente continuità. Pochi minuti dopo tre errori gratuiti condannano il greco a cedere la battuta nel suo primo game di servizio, e una serie di 12 punti a 2 per Djokovic lo manda subito 3-0.
Il n. 1 del mondo è molto in palla nei palleggi da fondo, usa tutta la larghezza del campo ed è incredibile sugli allunghi in corsa dalla parte destra. Tsitsipas fa quello che può, prova a imbastire il gioco ma la palla gli scorre troppo poco per dare fastidio a Djokovic che sembra arrivare su tutto. Il suo problema principale è quello della risposta: almeno un paio di risposte a game, su servizi non imprendibili, finisce per andare fuori o in rete, consentendo a Nole di avere un bel cuscinetto per tenere i propri turni di battuta. Sul 2-4 Tsitsipas ha una palla per il controbreak, ma una bella volée di diritto la annulla, e il primo set si chiude dopo 41 minuti deciso da quel break nel secondo game.
L’ellenico prova a scuotersi cacciando qualche urlo, ma le grida non sortiscono gli effetti sperati. Sembra che la palla nella metà campo di Djokovic vada al rallentatore, dandogli il tempo di fare tutto quello che vuole: palle corte, specialmente di rovescio, colpi in contropiede, che in queste condizioni sono quantomai letali, e anche qualche sortita a rete. Il secondo set viene deciso, più o meno come il primo, dai game ceduti da Tsitsipas dopo essere stato in vantaggio per 40-0: questa volta si tratta di due suoi turni di battuta, e dopo 81 minuti Djokovic si trova in vantaggio per due set a zero. Sulle palle break Tsitsipas è 0 su 7, Nole invece 3 su 4.
Dopo la pausa fisiologica prima dell’inizio del terzo set, Tsitsipas riesce a mantenere il contatto con l’avversario, nonostante non riesca ancora una volta a sfruttare l’ennesima chance per strappargli il servizio, questa volta nel secondo game. Nei successivi sei giochi chi è alla risposta racimola la miseria di cinque punti, poi, sul 4-4, è ancora una volta Djokovic a trovare il guizzo vincente con uno schema palla corta-pallonetto al volo chiuso con uno smash proprio sulla riga di fondo. Sembra tutto pronto per chiudere il match, ma Tsitsipas non è d’accordo: sopravvive un match point a sfavore, annullato da un errore di rovescio di Djokovic e alla undicesima palla break finalmente strappa il servizio all’avversario per il 5-5. Poi, non pago, inizia ad aprirsi il campo con il lungolinea, alternando nel palleggio colpi in progressione in top spin con tagli bassi e corti che danno fastidio a Djokovic. Sul 6-5 rimonta Nole al servizio dal 30-0 e al secondo set point porta a casa il parziale per 7-5.
Tsitsipas sembra aver trovato il bandolo della matassa: il diritto inside-in gli procura delle belle aperture e sul palleggio incrociato le palle più corte impediscono a Djokovic di spingere con il rovescio. Dopo aver salvato una palla break nel gioco d’apertura, Stefanos beneficia di un servizio perso a zero da Djokovic che gli dà il quinto gioco consecutivo. Il serbo, tuttavia, è molto bravo a resettare mentalmente e recupera immediatamente il break di svantaggio.
Sul 3-2 il greco chiede l’intervento del medico, dopo che si è salvato da ben tre palle break nel game precedente. Djokovic tiene i suoi turni di battuta con grande disinvoltura, mentre Tsitsipas vive molto pericolosamente: altre quattro palle break da fronteggiare per lui sul 3-3, e ancora un’altra sul 4-4, cancellata da un ace centrale. E puntuale come le tasse, il contrappasso tennistico colpisce Djokovic proprio nel game più delicato: dopo aver fallito 10 palle break su 11, sul 4-5 inizia il suo turno di battuta con un doppio fallo, va comunque 40-15 ma poi subisce quattro punti consecutivi (tre dei quali sono errori non forzati) che portano il match al quinto set.
Sull 1-1 del set decisivo, al quinto turno di battuta consecutivo nel quale deve affrontare palle break, alla fine Tsitsipas cede il servizio sull’ennesima palla corta di rovescio di Djokovic, ed è quello il game del tracollo. Djokovic infila un parziale di 12 punti a 3 che lo catapulta sul 5-1, e poco più tardi, dopo 3 ore e 54 minuti di gioco, l’ultima risposta vincente manda il serbo in finale.