Intervista a Becker ed Henin: “Le pressioni extra-campo potrebbero aver fatto perdere il controllo a Djokovic”

Justine Henin e Boris Becker non hanno certo bisogno di presentazioni: sette Slam e tre stagioni da N.1 del ranking per la trentottenne belga, sei e uno per il cinquantaduenne tedesco (in realtà non ha mai chiuso una stagione al primo posto, ma è stato giocatore dell’anno per l’ATP nel 1989, anno in cui vinse due Slam). Se c’è qualcuno che può sapere cosa significhi arrivare in fondo alla seconda settimana di un torneo come lo US Open (che Henin ha vinto due volte contro l’unico titolo di Bum Bum Becker), questi sono proprio loro, anche se le condizioni dell’edizione 2020 sono terra incognita per chiunque.

Per questo hanno accettato di partecipare a un Q&A di mezz’ora organizzato da Eurosport (rete per cui entrambi fanno i commentatori, e che ringraziamo per l’invito) in cui hanno parlato di molti argomenti, focalizzandosi in particolare sulla squalifica di Novak Djokovic e sul suo nuovo sindacato, la PTPA – era abbastanza scontato che la dominante dell’intervista sarebbe stato il default del serbo, soprattutto per via del fatto che Becker l’ha allenato per tre stagioni, vincendo sei Slam. Di seguito l’intervista completa.


D: Quale pensi sarà il più importante insegnamento dal primo Slam che si è disputato in agosto, con la stagione che verosimilmente continuerà?
HENIN: Non lo so. È una domanda certamente molto interessante. Tutti ci interroghiamo su cosa sentiamo in questo torneo. Sono felice che questo torneo si sia disputato, seppur senza il format originale, ma i tifosi di tennis possono guardare i match in TV; i tennisti possono svolgere il loro lavoro e conoscono tutto sulla situazione. La cosa che possiamo imparare è che ognuno sta vivendo un’esperienza unica. Quello che dobbiamo conservare da questa esperienza è che nessuno è perfetto e la situazione è eccezionale, ma tutti dobbiamo adattarci – giocatori, autorità, il torneo e tutti quanti. Da un’altra prospettiva il nostro lavoro contempla il massimo adattamento, e penso sia normale aver assistito a tutti questi alti e bassi. Comunque, alla fine dobbiamo ricordare che stiamo parlando solo di tennis, dal quale traiamo emozioni, ma non è la cosa più importante in questo momento. Il torneo non sarà stato perfetto, ma è comunque stato un buon inizio, tutti stanno bene e ognuno deve apprendere la lezione.

D: Ero lì quando hanno fischiato Djokovic per un doppio fallo alla O2 di Londra, e stiamo parlando di uno che ha vinto 17 Slam. Novak ottiene il rispetto che merita?
BECKER: Penso di no. Credo i tifosi del tennis maschile si dividono tra i fans di Federer e i fans di Nadal. E improvvisamente irrompe Djokovic, qualcuno percepito come un intruso nella rivalità tra i due contendenti. Per questo viene criticato così tanto. Ora è al centro di una tempesta di m***a per quello che ha fatto contro Carreno, ma si è preso le responsabilità del suo errore chiedendo scusa, innanzitutto alla donna, alla USTA, e anche ai giocatori. Nessuno è perfetto. Roger fa doppio fallo, Rafa fa doppio fallo, e non vengono fischiati.

D: E come reagisce a queste situazioni? Incolpa qualcuno?
BECKER: Non gli piace. A nessuno piacerebbe essere fischiato. Djokovic è uno a cui piacciono le persone, fa tantissima beneficenza specialmente in Serbia, lavora per la sua fondazione. Ma la gente parla di lui quando infrange le regole, non parla di queste cose. È un campione, vuole vincere certamente, ma qualche volta commette errori.

D: Credi che ci sia una mancanza di rispetto, considerato quello che ha ottenuto durante la sua carriera?
HENIN: È veramente strano. Personalmente io rispetto il campione. Può piacerti o non piacerti in termini di personalità e atteggiamento sul campo. Stiamo vivendo un periodo d’oro nel tennis maschile per i risultati dei Big Three ma anche per i giocatori che stanno crescendo dietro di loro. Novak è diverso da Rafa e Roger in un certo modo, anche perché sono arrivati un pochino prima, ma dobbiamo avere il massimo rispetto per quello che sta facendo per il tennis.

D: Credi che l’eliminazione prematura di Djokovic da New York possa essere un vantaggio per lui in vista del Roland Garros?
BECKER: Mi piace il tuo atteggiamento, molto positivo! Novak sta ancora digerendo quanto successo ma deve interpretare la squalifica come un’opportunità per fare rumore in campo e costruire nuovi successi. La domanda è se giocherà a Roma in vista del Roland Garros; in Italia è molto popolare. Sì, è un serio pretendente al titolo di Parigi ma metto Nadal tra i favoriti con Thiem.

D: I giocatori di tennis saranno più attenti da ora in poi?
HENIN: Siamo esseri umani. Questo ci ricorda che alla fine ci vuole umiltà e i giocatori possono commettere errori. E quando questo accade loro pagano per i loro errori. Alla fine, anche se Novak è un campione, può fare errori come qualsiasi altro essere umano. Le emozioni e le pressioni bisogna cercare di controllarle in campo, ma non è facile. È una lezione non solo per i giocatori ma per tutti noi. La regola è giusta perché alla fine noi giocatori dobbiamo proteggere gli arbitri e gli spettatori. Magari certe persone pensano che questa regola sia troppo severa, ma io non penso che debba essere cambiata, perché spinge i giocatori a controllare le loro emozioni e frustrazioni. Ma è stata sfortuna nel caso di Djokovic.

Domanda di Ubaldo: Vorrei chiedere a Justine quali possibilità dai alla nuova associazione, la PTPA, di riscuotere successo?
HENIN: Penso che Boris possa fornire più dettagli, dato che io non sono troppo informata sull’argomento. Vogliamo che i giocatori siano rappresentati tutti insieme nei tornei nel modo giusto. È difficile per me giudicare quale sia il modo migliore per ottenere questi risultati. Alla fine, ci sono differenti opinioni su questo assunto. Boris cosa ne pensi?

BECKER: Il sindacato dei giocatori fu fondato nel 1972, per iniziativa dei giocatori. Alla fine, questo si è trasformato in ATP Tour e l’ATP Tour ha due parti: da una parte i tornei e dall’altra parte i giocatori. Apparentemente molti giocatori non si sentono adeguatamente rappresentati dall’ATP. E questa è stata la ragione per fondare una nuova associazione solo per i giocatori. Mi piacerebbe vedere coinvolte anche le donne. Mi piacerebbe che l’ATP e WTA facessero qualcosa insieme. Questo è l’unico errore che vedo. Ma di principio mi pare corretto che i giocatori abbiano voce in capitolo nel consiglio dell’ATP dato che la struttura dell’ATP è differente da quando fu fondata nel 1972.

Domandi di Ubaldo: Perché pensi che Nadal e Federer non abbiano capito il messaggio lanciato da Djokovic, dato che secondo me Djokovic non vuole entrare in conflitto con il Players Council e vuole che anche le donne si uniscano alla neonata associazione, da quello che ho capito?
BECKER: Penso che Federer e Nadal abbiano obiettivi differenti. Stanno facendo la storia del gioco, e hanno una storia che non li vede troppo coinvolti in giochi politici. Secondo alcuni questa è una decisione intelligente. Ma sono anche i personaggi più famosi che abbiamo nel tennis. Avrebbe dovuto esserci una decisione unanime, ma ci sono differenti opinioni in merito alla nuova associazione. E quindi gli interessi di Nadal e Federer sono differenti da quelli di Djokovic. Mi piacerebbe che fossero unificate ATP e WTA, cosa che non abbiamo in questo momento.

D: Si può ammorbidire la regola del “ball abuse” in certi casi, per evitare casi come quelli di Djokovic dove era evidente che non avesse colpito intenzionalmente la giudice di linea?
HENIN: Penso che la regola sia giusta, almeno questa è la mia opinione. Se ammorbidiamo la regola, dove poniamo il limite? Molta gente pensa che la regola sia stata applicata troppo severamente con Djokovic per via del caso di Bedene della scorsa settimana, ma a mio parere quell’episodio è stato completamente diverso. Ma non ho mai visto nessuno nel campo da tennis che abbia avuto l’intenzione di fare male, ma qualche volta fai del male involontariamente e dobbiamo necessariamente controllare questi casi, ponendo dei limiti che non dovrebbero essere valicati. È anche un messaggio che lanciamo a tutti gli altri. Siamo essere umani non perfetti ma dobbiamo essere d’ispirazione per gli altri, dando l’esempio. E penso anche che sia un’esperienza per crescere. Non sono mai stata coinvolta in un caso del genere, ma sono sicura che sarà un duro colpo per l’ego di Novak. Questo implica che non siamo macchine. Personalmente non cambierei la regola.

BECKER: Sono d’accordo per la maggior parte con Justine. È stata duro per Novak e sai sono un suo tifoso, ma in un certo senso è stato fortunato, perché questa donna poteva farsi male davvero. La regola è chiara. Novak qualche istante prima aveva colpito la palla fuori ed era chiaramente frustato, era in preda alle sue emozioni. Non dobbiamo pensare che Novak sia una cattiva persona, entrambi sappiamo che nel campo mostri emozioni, e che è nella natura umana comportarsi male quando le cose non vanno per il verso giusto. Non cambierei la regola, perché i giocatori sono role models. È un peccato che sia andata così, ma la decisione è stata corretta.

Segue a pagina 2: come si gestisce la pressione, il ritorno di Clijsters, il figlio di Bjorn Borg e i nuovi favoriti per la vittoria finale