Luca Nardi: “Bisogna lavorare, per migliorare ogni giorno. Così si sale di livello”
Al Challenger di Trieste (montepremi 100.000) abbiamo incontrato Luca Nardi, uno dei giovani più interessanti del panorama tennistico italiano. Pesarese classe 2003, proprio prima del lockdown – si era ad inizio marzo, in Egitto – ha vinto il suo primo torneo Future. Questa di Trieste è stata la sua prima apparizione ufficiale a livello ATP dopo la ripartenza, anche se era già sceso in campo nelle due tappe del ZZZQuil Tennis Tour, dove si era fatto notare soprattutto nella seconda, quella perugina, lottando alla pari con il n. 53 del mondo Paolo Andujar e cedendo solo per 6-4 al terzo.
Anche a Trieste, dove ha ricevuto dall’organizzazione una wild card per le qualificazioni, il neo diciassettenne Nardi (ha compiuto gli anni il 6 agosto scorso) si è messo in luce. Ha ottenuto una bella vittoria in due set al primo turno delle qualificazioni contro un giocatore esperto come il 33enne tedesco Matthias Bachinger, n. 268 (ma ex n. 85) del mondo, per poi arrendersi – sempre in due set – alla solidità dell’argentino 21enne Etcheverry, che al turno precedente aveva eliminato in tre set uno dei favoriti del tabellone cadetto, il croato Borna Gojo. Nardi può avere qualche piccolo rimpianto per il secondo set, perso al tie-break, nel quale ha avuto un paio di occasioni per strappare il servizio a Etcheverry. Il suo avversario occupava la posizione 321 ATP, mentre Luca è 935°: più giovane di lui – di un paio di mesi – in classifica c’è solo lo statunitense Martin Damm, che lo sopravanza di un ventina di posizioni.
Lo avevamo intervistato lo scorso anno a New York, a margine della sua prima avventura in uno Slam junior, lo ritroviamo oggi con qualche punto ATP in più e una nuova prospettiva dettata dalla difficile situazione che accomuna tutti i tennisti.
Luca, Ti faccio la domanda “classica” di questo periodo. Com’è stato riprendere a livello agonistico dopo il lockdown? Hai trovato delle differenze oppure è stato abbastanza facile?
Sebbene sia riuscito ad allenarmi durante il lockdown (Nardi era da subito nell’elenco degli atleti autorizzati ad allenarsi della Federtennis, ndr) e quindi non sono stato quasi mai fermo, sicuramente dal punto di vista agonistico non giocare partite per così tanti mesi cambia. E infatti a Perugia e Todi ho fatto un po’ di fatica all’inizio, mi mancava quell’agonismo che trovi appunto facendo solo dei tornei. Ma già adesso, dopo aver fatto queste prime partite, va molto meglio.
I tuoi programmi? Questo è stato purtroppo un anno un po’ strano…
La prossima settimana vado a Cordenons, c’è un altro Challenger dove avrò una wild card per il tabellone principale. Non so se farò i Challenger di settembre e ottobre, forse se mi daranno delle wild card… Poi prima della preparazione invernale penso che giocherò dei Future, da 15K e 25K, ma devo parlarne con il mio allenatore (al momento è seguito da Claudio Galoppini, ex coach di Paolo Lorenzi, ndr).
Quali sono i tuoi obiettivi in questo periodo, inteso per la fine di quest’anno ed il prossimo? Sono esclusivamente di crescita nel gioco o magari anche già di classifica?
Assolutamente solo di gioco. Sono ancora giovanissimo, quindi con il mio allenatore puntiamo serenamente sul fatto di migliorare ogni giorno per poi poter arrivare a fare tornei di un certo livello e partite di un certo livello. E quindi bisogna sempre lavorare.