Piatti: “Sinner è migliorato tanto, può battere i top player. Djokovic e Thiem favoriti allo US Open”
Jannik Sinner, 19 anni compiuti pochi giorni fa, è già arrivato a New York dove giocherà prima il torneo di qualificazione per il Masters 1000 di Cincinnati, quest’anno a Flushing Meadows, e poi lo US Open. Riccardo Piatti non ha seguito il suo allievo nella trasferta nordamericana. Attenderà il rientro dell’altoatesino in Europa, dove starà al suo fianco per la tournée sul rosso. Piatti ha rilasciato un’intervista a Supertennis dopo la partenza di Sinner verso gli States, approfondendo i tanti temi che la situazione attuale del Tour ci propone, a partire dai favoriti per il prossimo Slam.
Il coach lombardo ha pochi dubbi: “Djokovic e Thiem sono i principali candidati alla vittoria dello US Open. Che poi sono gli stessi due giocatori che hanno fatto la finale agli Australian Open quest’anno. Secondo me utilizzeranno Cincinnati come torneo di allenamento. Thiem è migliorato molto durante il periodo della pandemia, si è allenato moltissimo, è in grande forma e quindi credo che i più titolati per giocarsi la finale siano proprio loro due. Lo US Open è un torneo molto lungo e faticoso. Possono incidere molto le condizioni climatiche, la lunghezza e la durezza delle partite ma Djokovic e Thiem hanno entrambi esperienza sufficiente per sapere come gestire tante diverse situazioni che si possono venire a creare”.
Se dietro Nole e Thiem Piatti posiziona i tre più in forma della nuova generazione (Medvedev, Tsitsipas e Matteo Berrettini, semifinalista nello Slam newyorchese dodici mesi fa), è più complicato dire dove può arrivare Jannik Sinner, al suo terzo main draw Slam della carriera: “Jannik è migliorato tanto. Tanto, tanto. Bisognerà vedere come andranno i sorteggi e ci saranno tanti fattori ad incidere ma di sicuro il suo livello oggi è alto. Bisognerà avere un po’ di pazienza e vedere se sarà anche un po’ fortunato: con un buon tabellone può fare qualcosa di veramente buono. Questi sono momenti importanti per Jannik perché sono quelli in cui costruirà la sua carriera”.
“In questo periodo si è allenato bene e ha giocato con Wawrinka, Goffin, Berrettini, Tsitsipas, Medvedev e Khachanov” ha continuato. “E in allenamento con questi sono state più le volte che ha vinto di quelle in cui ha perso. Per me l’ideale sarebbe passare tre o quattro partite difficili, con giocatori tosti di classifica medio-alta, per poi trovare un top player come questi con cui si è allenato. A quel punto potrebbe batterlo anche a New York. Sarebbe un buonissimo risultato. Se gioca al suo livello un buon risultato a New York è nelle sue corde”.
In questi mesi allievo e maestro hanno avuto tempo a sufficienza per ritoccare aspetti del gioco di Jannik ancora perfettibili e se qualcosa si è già intravista nelle esibizioni berlinesi, si spera che nelle prime partite ufficiali dopo la ripartenza si vedano ulteriori passi in avanti: “Abbiamo lavorato su tutto. Tanto sul servizio, tantissimo sullo slice di rovescio, sul gioco al volo, sulla risposta al servizio. Ha abbreviato il movimento del diritto. Sul piano tattico abbiamo lavorato sulle percentuali di servizio, sui cambi di rotazione e di angolo”.
“L’obiettivo è cambiare sempre. E anche alla risposta è importante cambiare spesso. Sulla seconda di servizio dell’avversario si può scegliere se stare vicino alla riga e anticipare o partire più indietro. E poi è importante saper affrontare i diversi momenti di una partita. Un esempio: nell’esibizione di Berlino, contro Khachanov gli è successo due volte di perdere cinque punti di fila. A livello alto non si possono sbagliare cinque punti consecutivi sempre spingendo e rischiando. Se ne possono sbagliare due. Tre. Al quarto bisogna essere umili, mettere la palla in campo e vedere se l’altro è capace di farti il punto“.