Craig Tiley non ha dubbi: “Molti giocatori verranno in Australia già a dicembre”. Lo Slam si farà a Melbourne
Con il boss del tennis femminile che auspica un ritorno alla normalità nel 2022, e nutre leciti dubbi sulla possibilità che lo swing asiatico vada in scena, in Australia si comincia a correre ai ripari sfruttando anche le indicazioni che l’Australian Open potrà trarre dalle esperienze di New York e Parigi. Parlando al quotidiano australiano The Age, il presidente di Tennis Australia Craig Tiley fa sapere che sono stati ipotizzati sei scenari per la disputa dello Slam, da quello che offre maggior liberà a quello con più restrizioni; quello attuale sarebbe lo scenario due. Nei giorni scorsi nello stato di Victoria c’è stato un consistente incremento dei contagiati ed era stata suggerita l’idea di trasferire il torneo in un’altra città. “Non mi è nemmeno passato per la testa. Sposteremo mari e monti per far sì che si giochi a Melbourne. Non vedo nessun scenario possibile per il quale l’Australian Open possa trasferirsi” ha detto chiaramente Tiley, il quale in effetti è apparso molto ottimista nelle sue successive dichiarazioni, decisamente in contro-tendenza in questo periodo molto incerto.
“Lo stesso Melbourne Park rappresenta per noi un’enorme opportunità di quarantena. Con l’intera struttura che si trova vicino alla città si può effettivamente creare una bolla a Melbourne Park per renderlo estremamente sicuro. Sarà un esempio per il resto del mondo“. Molti tennisti sembrano incerti sulla possibilità di spostarsi da un continente all’altro ma questo non spaventa affatto Tiley, che vede addirittura l’Australia come una meta ambita per gli sportivi.
“Tutti i migliori giocatori, sia uomini che donne, stanno considerando di venire qui in Australia all’inizio di dicembre. Si troverebbero in un ambiente sicuro, con un bel sole, e la maggior parte proviene dall’emisfero settentrionale dove sarà pieno inverno quindi qui potranno giocare fino alla fine di gennaio. Molti di loro, incluso Roger Federer, non giocheranno per il resto dell’anno e guardano agli Australian Open per ricominciare il 2021. Tutti quelli con cui ho parlato non vedono l’ora di iniziare il 2021 e considerano la nuova stagione come una nuova speranza per il tennis a livello globale. Personalmente penso che alcuni dei migliori giocatori saranno in dubbio [per il resto del 2020, ndr] perché potrebbero ritenere che sia troppo presto per riprendere a giocare. Ma non ho nulla contro gli US Open”.
Per invogliare i giocatori a trasferirsi anticipatamente in Oceania, quale metodo migliore se non offrirgli più tornei? E questo è proprio ciò che sta cercando di fare Karl Budge, direttore del torneo di Auckland, in Nuova Zelanda. “Innanzitutto dobbiamo capire come gestire l’accesso nel nostro paese, come funzioneranno le misure di quarantena, quali sarebbero le restrizioni una volta arrivati qui. Ma certamente penso che al momento ci sia l’opportunità per noi di ospitare tornei aggiuntivi o eventi prolungati“ ha detto Budge alla stampa locale. Ricordiamo che la Nuova Zelanda oltre un mese fa si era proclamata libera dal coronavirus. “Siamo davvero entusiasti di ciò che potrebbe succedere, ma ci dovranno essere diverse discussioni ai piani alti” ha proseguito Budge. “La sfida per noi sarà permettere agli atleti di andare in Australia. Su questo punto c’è ancora bisogno di un po’ di lavoro”. I paesi in questione intanto hanno annunciato di voler stabilire accordi di viaggio tra loro.