Berrettini: “Quanta voglia di partite vere ma sugli US Open ho ancora dubbi” (Crivelli)

Intervista a Berrettini: “Quanta voglia di partite vere ma sugli US Open ho ancora dubbi” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Un giro d’Europa per ritrovare ll gusto e il piacere del gioco, lasciarsi alle spalle le paure della sosta forzata e focalizzarsi finalmente sulla ripartenza, nonostante le ombre di una trasferta negli Stati Uniti che continua a tormentare i pensieri di molti giocatori, lui compreso. Matteo Berrettini ha giocato sul cemento dell’Ultimate Tennis Showdown di Mouratoglou in Costa Azzurra, ha accettato l’invito di Thiem per l’esibizione di Kitzbuehel sulla terra e domani sarà a Berlino per l’evento che prevede metà partite sull’erba e metà partite sul veloce indoor.

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Matteo, l’avevamo lasciata con qualche problema fisico a inizio anno e poi travolto, come tutti, dalla pandemia. Che novità ci racconta? «Per fortuna adesso sto bene, i piccoli guai sono alle spalle, durante il lockdown sono comunque riuscito a programmarmi e il lavoro è stato proficuo. Le partite di queste settimane sono servite a riprendere confidenza con il campo, ma non vedo l’ora di ripartire davvero, di sentire l’adrenalina scorrere per la ricerca del risultato, della sfida». In Austria, tra l’altro, è tornato a giocare con il punteggio classico. La normalità si avvicina, insomma... «I match dell’Uts di Mouratoglou sono molto stimolanti, ma avevo anche bisogno di ritrovare un tennis più vicino alla realtà. Quello organizzato da Thiem è stato un bel torneo, mi sono divertito molto». La ripartenza è prevista proprio tra un mese nella bolla di New York, ma lei continua ad essere dubbioso sulla trasferta negli Stati Uniti. «Non solo io, a dire il vero. La situazione è complessa, capisco sia difficile sviscerare e risolvere tutti i problemi in poco tempo, ma è ancora troppo presto per decidere. Molti giocatori hanno chiesto chiarimenti che non sono ancora arrivati, io voglio avere più certezze di quelle attuali per poter fare la mia scelta con la serenità giusta». Si è trovato d’accordo sui nuovi criteri per le classifiche Atp? In pratica, non perderete punti almeno fino a dicembre. «Era difficile contemperare le esigenze di tutti, perciò credo si sia arrivati a un buon compromesso. Soprattutto, si è tenuto conto delle preoccupazioni dei giocatori in merito alla loro salute: chi non se la sente di viaggiare perché ritiene non ci siano le condizioni di sicurezza necessarie non avrà conseguenze negative sul ranking. Ed è giusto così». Ci sono state molte polemiche sulla positività di Djokovic dopo l’Adria Tour, qualcuno ne ha messo in dubbio la leadership in seno al Consiglio Atp. Qual è la sua posizione in merito? «Sinceramente, non me la sento di mettere in discussione Novak per quella vicenda, secondo me in generale ha sempre operato bene e nell’interesse di tutti. Certo, nella circostanza ha sbagliato e per l’immagine del tennis è stato un brutto contraccolpo che spero non incida sulle prossime decisioni. Però Nole ha ammesso l’errore e si è scusato, il primo a essere dispiaciuto immagino sia lui».

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A proposito: comincia a sentirsi a suo agio nel ruolo di top ten? «Il finale della scorsa stagione è stato così frenetico ed eccitante, con la top ten e la qualificazione al Masters, che non ho nemmeno avuto tempo di abituarmi all’idea. Ma il lockdown è servito anche a questo, ad acquisire una nuova consapevolezza. Sono in una posizione che mi stimola a lavorare per alzare ancora di più l’asticella» .

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Durante il lockdown, si è allenato con la fidanzata TomIjanovic, che si è scherzosamente lamentata perché lei tirava troppo forte. Si è almeno sdebitato insegnandole a preparare la carbonara? «Ah no, in cucina comando io, sono io lo chef. Paste, sughi, tutto ciò che è salato resta di mia competenza, a lei ho demandato i dolci. Mi sembra un buon accordo”.