Tennis in circolo: TC San Giorgio del Sannio, una piccola eccellenza

Questo reportage con chiacchierata è precedente alle disposizioni ministeriali riguardo l’attività sportiva all’aperto causa COVID19

L’hinterland campano dista da Napoli molto più di quanto i chilometri possano riportare. Quello appenninico sembra per essere un’altra Regione. Napoli è talmente piena di sé da non accorgersi del mondo che si accorge di lei, da riuscire a tenere una identità inscalfibile comunque propria. Questo è il diario di viaggio della ricerca di Circoli Tennis distanti dall’area metropolitana partenopea, direzione San Giorgio del Sannio, piccolo centro in provincia di Benevento ma dal sapore avellinese.

Prima di arrivare a San Giorgio, l’A16 passa per Avellino, città tennisticamente importante per chiunque non ama il tennis sul rosso. Si può approfittare di campi in sintetico o in erba sintetica indoor per sfogare il proprio istinto e divertimento nel giocare in verticale e a rete, sfoggiando tutto quel repertorio oramai estinto che fa tanto ‘anni che furono’. Si lavora sulla qualità alla Tennis Academy, dove il Maestro Picardi non lascia che i giovani agonisti giochino solo due colpi, ma di certo pari onori meritano anche il Maestro Nazzaro del Country e il Maestro Vecchiarelli dello Sporting Team e il suo ottimo lavoro sui giovanissimi.

Il TC San Giorgio del Sannio è un circolo relativamente giovane, fondato nel 1979 dal Prof. Tonino Santucci, coadiuvato da altri appassionati. Da piccola realtà di provincia, sotto la guida di Michele Pepe, divenuto presidente nel 2008, piano piano si è posto all’attenzione sia regionale che nazionale, arrivando a sfiorare per due anni la Serie A. Una delle figure portanti del circolo è Daniele Pepe, ottimo seconda categoria, giocatore, maestro, allenatore, sparring e quando serve anche segretario e quant’altro. È con lui che facciamo due chiacchiere.

Daniele, come si coniugano tutte queste cose?
Riesco a coniugare molto bene le cose, prevalentemente mi alleno per poi giocare tornei open e il campionato a squadre di serie B. In più, quando ho la possibilità, do una mano al tecnico nazionale Antonio Pepe con i ragazzi dell’agonistica.

Il circolo di San Giorgio del Sannio vanta numerosi giovani atleti di rilievo a livello regionale e anche nazionale: che tipo di sacrifici necessita un circolo con strutture e mezzi limitati, con un bacino di utenza non paragonabile a quello dei grossi centri, per ottenere risultati simili?
Nonostante San Giorgio sia una piccola realtà di 10.000 abitanti e un circolo con quattro campi siamo riusciti ad ottenere ottimi risultati. Io sono stato nel ranking ATP di singolo e di doppio, ho giocato le pre-qualificazioni al Foro Italico e giochiamo il campionato nazionale di serie B con la squadra formata quasi interamente da elementi del vivaio. Oltre a me ci sono mio cugino Antonio, mio fratello Roberto, i ragazzini del vivaio e un paio di stranieri che ci aiutano nei match più importanti. Lo scorso anno abbiamo sfiorato la serie A, quest’anno ci riproveremo. L’attività agonistica è formata da ventina di atleti seconda e terza categoria che ci raggiungono anche da città molto distanti come Campobasso e Salerno, questo per noi è motivo di orgoglio. Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno di Michele Pepe che da tanti anni investe sui giovani del circolo mettendoli sempre in primo piano per garantirgli il meglio che il circolo può offrire e dal tecnico nazionale Antonio Pepe che giorno dopo giorno, con professionalità e dedizione, segue i ragazzi nel loro percorso di crescita. Cerchiamo di farli giocare spesso con noi e fin da piccoli i più bravi vengono inseriti in serie B per fare le prime esperienze importanti.

Tu hai giocato in Serie B con Tsitsipas a Galatina quando lui era poco più che un ragazzino, che ricordi hai?
Sì ho giocato il campionato nazionale di serie B a Galatina in squadra con Stefanos Tsitsipas. A Galatina siamo entrati a far parte di una grande famiglia. Lui fin da piccolo era molto forte, era sempre seguito dal coach/padre Apostolos. Nonostante l’età era chiaro che avesse un talento incredibile e una mentalità da campione, più era dura la sfida più era contento e scalpitante di giocare. Mi ricordo il primo match contro Sonego: Lorenzo perse 7-6 al terzo dopo una battaglia di tre ore. Fuori dal campo era un ragazzo come tutti gli altri, molto social e spesso troppo preso dai giochi sull’iPad tanto che in alcune circostanze veniva ripreso da Apostolos. Per me è stata una grande occasione aver avuto la possibilità di giocare con lui ed è una cosa che mi porterò sempre dentro.

Daniele Pepe e con Stefanos Tsitsipas

Un grazie a Daniele e al borsone che dalla sua macchina è finito nella nostra: dal Tc San Giorgio del Sannio, come direbbero in TV, è tutto.