Coronavirus, i dati italiani aggiornati a venerdì 17 aprile. 575 nuovi decessi

Nell’ultimo aggiornamento sull’epidemia italiana di COVID-19 divulgato dalla Protezione Civile italiana, il capo Angelo Borrelli ha comunicato che l’appuntamento con la conferenza stampa non sarà più giornaliero. A partire dalla prossima settimana, i dati saranno disponibili sul portale della Protezione Civile ma il punto stampa si svolgerà soltanto due giorni a settimana (lunedì e giovedì).

Nonostante il dato dei decessi rimanga molto alto (oggi ne sono stati registrati 575), è positivo quello dei nuovi casi: oggi sono 3.493 ma a fronte di quasi 66.000 tamponi analizzati – un rapporto del 5,3%, il più basso del mese di aprile. Può essere interpretato come un indice del rallentamento nella diffusione dell’infezione.

I DATI DELLE ULTIME 24 ORE

  • Nuovi decessi: 575
  • Nuovi casi: 3.493 (5,3% dei tamponi testati)
  • Nuove guarigioni (o dimissioni): 2.563
  • Nuovi tamponi analizzati: 65.705
  • Nuovi ricoverati in terapia intensiva: 124 pazienti in meno di ieri

I DATI DI IERI (16/04)

  • Nuovi decessi: 525
  • Nuovi casi: 3.786 (6,2% dei tamponi testati)
  • Nuove guarigioni (o dimissioni): 2072
  • Nuovi tamponi analizzati: 60.999
  • Nuovi ricoverati in terapia intensiva: 143 pazienti in meno di ieri

I DATI DELL’EPIDEMIA ITALIANA (COMPLESSIVI)

  • Decessi totali: 22.745
  • Casi totali: 168.941
  • Guarigioni totali: 42.727
  • Tamponi effettuati: 1.244.108
  • Casi attivi: 106.962
  • Ricoverati con sintomi: 25.786 (-1107 rispetto a ieri) 
  • Ricoverati in terapia intensiva: 2.812

Alcune buone notizie arrivano da alcune zone della Lombardia, la regione più colpita d’Italia, dove pure il numero dei decessi rimane molto alto: oggi ne sono stati registrati 332. Il direttore della Rianimazione dell’ospedale di Bergamo, Luca Lorini, ha dichiarato che il numero di decessi giornalieri è tornato sui livelli pre-virus (circa due al giorno; si era arrivati a picchi di 19-20). Poco meno di un mese fa dichiarava di avere 88 posti di terapia intensiva su 100 occupati da malati di COVID-19.

La magistratura lombarda ha intanto avviato un’indagine su quanto accaduto nelle residenze sanitarie assistenziali, le case di cura, dove secondo un rapporto dell’istituto superiore di sanità, nel mese di febbraio e marzo, sono deceduti 1625 pazienti con sintomi riconducibili a COVID-19. Si tratta di pazienti che non sono stati censiti nel conteggio regionale dei decessi dovuto all’epidemia di coronavirus.