ATP 250 Cordoba: Schwartzman-Garin in finale, sarà Copa America per il titolo
Diego Schwartzman e Cristian Garin, rispettivamente teste di serie N.1 e N.3, hanno dovuto sudare più del previsto per raggiungere la finale del primo evento dello swing sudamericano – ‘El peque‘ ha battuto Laslo Djere, quarto favorito del torneo, mentre il cileno ha rimontato la sorpresa Andrej Martin. Vediamo com’è andata.
DIEGUITO – Un po’ come successo per Monfils a Montpellier, l’idolo di casa non ha tradito le attese e si è qualificato per la finale di domenica, battendo Laslo Djere per 6-1 1-6 6-2 in un’ora e 57 minuti.
Il primo set si è deciso nei primi giochi: persa la battuta, l’argentino ha pareggiato breakkando a zero per poi salvare due chance sul proprio servizio, scappando rapidamente e vincendo sei giochi in fila. Nel secondo la situazione si è ribaltata: Djere, che aveva eliminato il campione in carica Londero in una battaglia campale nel turno precedente, è perfettamente a suo agio in questo swing (molti ricorderanno la commovente vittoria a Rio lo scorso febbraio), e stavolta è stato lui a sopravvivere a inizio set, salvando tre palle break di cui una con un passante di rovescio sull’esterno della riga e salendo in fretta sul 5-0 che non ammette repliche. Schwartzman, dal canto suo, vuole fortemente il primo titolo in patria (ha perso a Baires da Cecchinato l’anno scorso), e nel parziale decisivo ha ripreso come se nulla fosse: i primi tre giochi hanno visto chance per entrambi, ma alla fine lo score recitava 3-0 Schwartzman, che ne ha poi salvata un’altra nel settimo e ha chiuso su un dritto largo del serbo.
Ottava finale in carriera per Schwartzman, che in caso di vittoria tornerebbe a vincere sul rosso dopo due anni (Rio 2018) e soprattutto eguaglierebbe il suo best ranking di N.11 ATP, superando in una sola botta Wawrinka, Bautista, e Fognini.
GARIN – Seconda partenza lenta di fila per il miglior giocatore cileno, che però è riuscito a spuntarla contro Andrej Martin per 2-6 6-2 6-2 in un’ora e 57 minuti. Dopo un inizio confortante, Garin ha ceduto quattro giochi di fila rapidi, stentando soprattutto con il servizio in kick, su cui Martin non aveva problemi a girarsi e dettare con il dritto (il N.3 del seeding si è più volte indicato i quadricipiti inerti in spinta). Nel secondo parziale le cose sono cambiate subito: Martin serve spesso e volentieri il kick “da doppio” (praticamente dal corridoio), e una volta salito di colpi Garin non ha avuto problemi a metterlo letteralmente in un angolo, portandolo a sbagliare per il break immediato. Salvata a rete una palla dell’1-1, si è poi preso il doppio break che ha chiuso il parziale. Il terzo ha seguito binari simili: pur sbuffando per il campo butterato come una dipendenza da Nutella, Garin ha breakkato subito su un avventato serve-and-volley di Martin, ormai schiacciato nell’attrito da fondo. Una volta ripresolo per il codino da 15-40 nel game successivo, ha poi chiuso la pratica nel quinto gioco.
Per Garin sarà la quarta finale in carriera: il cileno sarà sicuramente contento di essere tornato sulla superficie prediletta, dopo un inizio di stagione da una vinta e cinque perse, con un calendario meschino che l’ha visto affrontare Monfils, Anderson, Djokovic, e Raonic, fra gli altri. Sarà in ogni caso best ranking alla ventisettesima o venticinquesima piazza.