Boris Becker: “Sono un vecchio sportivo che ama tutte le competizioni a squadre”
L’Australian Open ha avuto tanti eventi interessanti a margine. Uno dei più importanti è stato quello organizzato da Eurosport il 23 gennaio, che ha visto la presenza di grandi campioni come Wilander, Becker ed Henin e dei nostri Ubaldo Scanagatta e Vanni Gibertini.
Si è parlato di temi importanti per gli sviluppi futuri del tennis, come del perché non ci siano più campioni molto giovani. A questo proposito è intervenuto Boris Becker, uno dei più precoci campioni di sempre. “Penso sia più una questione di attitudine che di tennis. Quando sei più vecchio hai quel qualcosa in più a livello mentale.”. Interpellato sull’ATP Cup, che tanto ha diviso sia gli ex-giocatori che gli appassionati, si è mostrato favorevole all’evento targato Tennis Australia. “Mi piace, e mi è piaciuto molto il fatto del supporto degli allenatori e della squadra durante le partite. Penso sia stato buono per la televisione. Mi piace il format e la rotazione delle sedi. […] L’unica cosa che cambierei è lo scheduling.”
Come tutti i giocatori della sua generazione non si smentisce sulle competizioni a squadre, definendosi “un vecchio sportivo che ama tutte le competizioni a squadre”. Un vecchio sportivo che non disdegna la Laver Cup ma che comprende che “è la meno importante dei tornei a squadre ed occupa uno spazio nel calendario che sarebbe cruciale per la Davis. La Coppa Davis non può svolgersi in soli 7 giorni. Se fossi Roger Federer che l’ha creata anche io direi che la Laver Cup è meglio di tutte. Ma da un punto di vista esterno credo che la Davis sia la più importante e devono decidere bene come sistemarle in calendario. Com’è ora è troppo pesante per i giocatori.”.
Non poteva mancare una delle grandi domande del tennis contemporaneo, spesso anche affrontata nelle nostre dirette proprio da Vanni e Luca Baldissera. Ovvero il come conquistare il pubblico delle nuove generazioni, che ha una soglia di attenzione minore degli appassionati più vecchi. Becker dà una risposta da padre, affermando come “Il problema è un qualcosa che non riguarda il tennis, quanto la società. Oggi siamo in una società dominata dai social media e non penso che il tennis debba cambiare il suo formato dei 5 set. Partite come Medvedev contro Nadal sono talmente spettacolari che la durata non conta. Senza contare che cambiando i 5 set si rovinerebbe l’intera storia del tennis fino a questo momento. […] Sono favorevole al tie-break nel quinto set e penso che quello che si gioca qui fino a 10 (in Australia ndr) sia il miglior tipo di tie-break decisivo.”.