Un’ora con Rafa Nadal: “Non mi spaventa il ritiro”

Jon Wertheim, giornalista della CBS, ha intervistato Rafael Nadal nell’ambito del format “60 minutes” che raccoglie conversazioni con svariati personaggi di spicco. Wertheim ha realizzato l’intervista nell’isola natia di Rafa, Maiorca, e ha toccato svariati temi della carriera e della vita del tennista. Il primo ovviamente riguarda la sua longevità sportiva, insperata e inattesa per molti appassionati, addetti ai lavori e per lui stesso.

Sono molto contento che dopo tutti i problemi fisici che ho dovuto affrontare durante la mia carriera, che sono molti, sono felice di essere dove sono, a 33 anni. Questo è qualcosa che apprezzo e che mi dà grande soddisfazione personale“. La fine di questa importante porzione della sua vita non sembra spaventare particolarmente Nadal, che è convinto di non aver difficoltà ad essere felice anche fuori dal tennis. “Non sono preoccupato di andare in pensione alla fine della mia carriera. Voglio solo essere felice e divertirmi a giocare il più possibile. E quando mi ritirerò, penso che fortunatamente ci sono molte cose nella mia vita che mi renderanno felice“.

Il punto di forza di Rafa in tutti questi anni è stato l’umiltà, il mettersi sempre in discussione, nonostante un palmares che continuava a lievitare e una considerazione a livello mondiale con pochi eguali nella storia dello sport, non solo del tennis. “Se non hai dubbi, probabilmente significa che sei arrogante. Penso che sia buono per me (avere dei dubbi, ndr), perché poi mi sento vigile. Perché il tennis è uno sport in cui le cose possono cambiare molto rapidamente. Questa è la grande bellezza del nostro sport“.

Un altro tratto universalmente noto di Rafa è il suo rifiuto a oltranza della sconfitta, che più di una volta e più di chiunque altro probabilmente gli ha permesso di rimettere in piedi partite quasi perse, aggrappandosi a quel poco che l’avversario concedeva. Ma è più forte la gioia per una vittoria o il dolore per una sconfitta? Una domanda difficile, cui forse in molti (non solo i grandi campioni, ma anche noi nel nostro piccolo) faticherebbero a rispondere. “Dipende dal momento. Sfortunatamente, nella vita più spesso ricordiamo le cose negative perché hanno un impatto maggiore su di noi. Nel tennis, è un po’ diverso, no? Nella mia carriera penso di essere stato più felice delle mie vittorie di quanto non sia stato arrabbiato con le mie sconfitte. Penso“.