I record dell’Italia e il braccio di ferro generazionale: qualche curiosità sul ranking ATP
La stagione 2019 si è chiusa nel segno di Rafael Nadal. Dopo i due Slam conquistati si è assicurato anche la prima piazza del ranking ATP a fine stagione e la sesta Coppa Davis della storia per la sua Spagna. Tuttavia la stagione 2019 non è stata completamente dominata dai Big Three, anzi, diversi nomi nuovi hanno spesso rovinato i loro piani nel corso dell’anno. Infatti nel ranking definitivo del 2019 la top 10 è piuttosto diversa rispetto a quella dello scorso anno. Soprattutto è interamente europea, come l’ultima edizione delle ATP Finals.
TOP 10 ATP 2019 | TOP 10 ATP 2018 |
Novak Djokovic | Rafael Nadal |
Rafael Nadal | Novak Djokovic |
Roger Federer | Roger Federer |
Dominic Thiem | Alexander Zverev |
Daniil Medvedev | Juan Martin del Potro |
Stefanos Tsitsipas | Kevin Anderson |
Alexander Zverev | Marin Cilic |
Matteo Berrettini | Dominic Thiem |
Roberto Bautista Agut | Kei Nishikori |
Gael Monfils | John Isner |
ARIA NUOVA – Per quattro giocatori è la prima volta: Medvedev, Tsitsipas, Berrettini e Bautista Agut sono i volti nuovi nella top 10 finale di questa stagione, mentre Gael Monfils aveva chiuso l’anno nei primi dieci anche nel 2016. Per i cinque giocatori che quest’anno non hanno confermato i risultati del 2018, ci sono stati tanti problemi fisici: del Potro e Anderson al ginocchio, Nishikori al gomito, Isner al piede. Anche Marin Cilic ha dovuto gestire un fastidioso problema al ginocchio e ha chiuso l’anno addirittura alla 39esima posizione.
C’era però bisogno di vedere giocatori emergenti ai piani alti. Assieme a Zverev e Thiem, giovani già affermati ma ancora in attesa del grande balzo in avanti, Medvedev (classe ’96), Tsitsipas (’98) e Berrettini (’96) rappresentano il futuro del tennis. Tsitsipas ha già messo in bacheca un grande trofeo a Londra, a Medvedev è mancato un set sull’Arthur Ashe contro Nadal, mentre Matteo si è fermato in semifinale.
VENTO RIVOLUZIONARIO? – È un fuoco di paglia? Federer, Nadal e Djokovic avranno il monopolio sui grandi tornei ancora per un paio di stagioni? I segnali di una possibile “rivoluzione” ci sono. Era infatti da sette anni che non si vedevano quattro giocatori under 23 nei primi dieci. Tsitsipas è il più giovane, 21 anni, Zverev ne ha compiuti 22, Medvedev e Berrettini 23. Nel 2009 avevamo Nadal numero due (23 anni), Djokovic al terzo posto (22), Murray al quarto (22) e del Potro al quinto posto (21 anni), tutti campioni Slam.
REY RAFAEL – Quei tre là sopra non cederanno facilmente ai continui spintoni della nuova generazione. Per l’ottava volta hanno occupato tutto il podio a fine stagione (record), la seconda consecutiva, un evento che non accadeva dal 2011 (allora era addirittura la quinta consecutiva). Nelle ultime settimane si è parlato tanto del duello Nadal-Djokovic per la prima posizione: oltre ad essere il più anziano di sempre a chiudere l’anno in vetta, Rafa ha stabilito il record di stagioni intercorse tra il primo anno chiuso al numero uno e l’ultimo (2008-2019, undici anni!).
ROGER COME IL VINO – Parlando di longevità, è obbligatorio aprire il capitolo Roger Federer. A 38 anni, compiuti in agosto, lo svizzero è diventato il secondo giocatore più vecchio a chiudere la stagione in top 10 dietro Ken Rosewall (41). Per la quindicesima volta ha finito l’anno nei primi 3 (record) e ha ritoccato quindi il primato, stabilito dodici mesi fa, di giocatore più anziano in assoluto ad aver chiuso la stagione sul podio in classifica generale. Per la prima volta dal 1992 inoltre, un quarantenne ha chiuso l’anno in top 100. Si tratta di Ivo Karlovic, il primo a ripetere quanto fatto da Jimmy Connors quasi trent’anni fa.
L’ITALIA S’È DESTA – Dopo aver fatto la noiosa (ma doverosa) conta dei record collezionati dagli dei dell’Olimpo, ci sono altre osservazioni da fare sul ranking definitivo del 2019. Partiamo dagli azzurri. Grazie al recente exploit di Jannik Sinner sono diventati otto gli italiani nelle prime cento posizioni del ranking a fine anno, un dato mai registrato prima d’ora. È record anche per Berrettini e Fognini: per la prima volta due giocatori italiani hanno chiuso l’anno nei primi quindici.
L’Italia è quarta per numero di giocatori tra i primi cento. A guidare questa (sotto)classifica è la Francia, che ha eguagliato il record personale del 2016 mettendo dodici giocatori in top 100. È francese anche l’atleta che (nella top 50) ha guadagnato più posizioni nell’anno solare. Jo-Wilfried Tsonga (candidato al premio Comeback player of the year) è passato dal n. 259 al n. 29, scalando 230 posizioni. Il balzo in classifica più grande in assoluto è però quello di Jannik Sinner, che è passato dalla 763esima posizione del dicembre 2018 all’attuale 78esima, guadagnando ben 685 posizioni.
Anche gli Stati Uniti hanno otto top 100, ma sembra che a livello maschile il futuro del tennis a stelle e strisce non sia così roseo. Almeno non quanto quello femminile, dove Kenin, Anisimova e Gauff si preparano a giocarsi qualcosa di importante. John Isner si è confermato il numero uno nazionale (come in sette delle otto stagioni precedenti), al diciannovesimo posto, facendo segnare un record significativo. Ha chiuso l’anno nei primi venti per la decima stagione consecutiva e solo in tre fanno meglio di lui (ovviamente Federer, 19, Nadal, 15, e Djokovic, 14).
Nonostante abbiano raggiunto il loro best ranking, l’anno prossimo ci si aspetterà un ulteriore passo in avanti dai giovani canadesi Felix Auger-Aliassime (n. 21) e Denis Shapovalov (n. 15), i più giovani a chiudere nella top 30 assieme ad Alex de Minaur. Shapovalov inoltre condivide una delle statistiche più curiose assieme al numero uno argentino Schwartzman. I due sono gli unici ad aver finito la stagione nella top 50 sia in singolare che in doppio: Shapo è 15esimo in singolare e 50esimo in doppio, Diego 14esimo e 50esimo.