Davis, la sconfitta degli azzurri sulla stampa italiana (Scanagatta, Cocchi, Palliggiano, Azzolini, Piccardi)
Davis, notte fonda Italia: fuori. Barazzutti: «Orari irrispettosi» (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)
Una maratona inutile di doppio cominciata alle 1,33 di notte, conclusa poco prima delle 4 e mezzo del mattino e persa da Fognini e Bolelli 67 76 64 con gli americani Sock e Querrey, ha sancito la sconfitta dell’Italia con gli Stati Uniti (2-1) e la sua eliminazione dalla nuova e discussa Coppa Davis. L’Italia, infatti, aveva perso anche dal Canada con lo stesso punteggio, 2-1. Ma, mentre contro i canadesi, Fognini e Berrettini avevano perso i 2 singolari – con Pospisil e Shapovalov – e poi vinto il doppio giocato dagli stessi singolaristi, contro gli Stati Uniti l’Italia aveva vinto il primo singolare, grazie a Fognini (n.12) vittorioso sul gigante di due metri e 11cm Opelka (n.36 Atp) a dispetto dei 22 aces subiti, 64 67 63. Poi però aveva perso il secondo singolare con Berrettini letteralmente crollato nel finale del match con Fritz (n.32): 57 76 62. Assurdo che Barazzutti abbia schierato Berrettini l’altra sera in doppio contro il Canada, pur sapendolo sfinito. Un errore grave, pagato carissimo. Il ko di Berrettini, sfinito dal tour de force che gli aveva consentito di qualificarsi fra gli Otto Maestri delle ATP Finals, ha di fatto provocato la eliminazione dell’Italia che – con il Canada già primo del gruppo – poteva solo puntare a vincere con gli USA e a qualificarsi per i ‘quarti’ come una delle due migliori seconde dei sei gironi. Ma la Russia era una seconda con un miglior ruolino di marcia. Dopo poco che Fognini e Bolelli erano in campo per tentare la conquista del 2-1 della speranza, è giunta la notizia che anche il Belgio aveva ormai un quoziente set-game irraggiungibile anche in caso di vittoria azzurra nei doppio. Ciononostante italiani e americani sono rimasti a lottare fino all’ora del breakfast davanti a una cinquantina di infreddoliti e coraggiosissimi spettatori. «Ci vorrebbe più rispetto per i giocatori – ha detto Barazzutti – non esiste finire a quell’ora. Regolamenti e dettagli organizzativi vanno rivisti e corretti». Gli accoppiamenti dei quarti odierni sono: Spagna-Argentina (17.30), Germania-Gran Bretagna, Serbia-Russia (alle 10.30): tutte anticipate di trenta minuti dagli organizzatori dopo le tante polemiche.
Barazzutti: «La formula è da cambiare, i ragazzi hanno dato tutto» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Così fa male. Uscire nella fase a gironi delle Finals di Madrid è una doccia gelata che l’Italia non immaginava. Come quando un bellissimo film si chiude con un brutto finale, lo splendido 2019 del tennis italiano è arrivato al titoli di coda senza lieto fine, con Fabio Fognini e Matteo Berrettini a lottare fino all’alba senza riuscire a qualificare la squadra per i quarti. Niente colpe, Fabio e Matteo hanno dato tutto. Non sono stati aiutati dalla fortuna, dagli orari sempre serali in cui hanno giocato, da mosse poco sportive del Canada e dell’Australia, che hanno regalato punti importanti cancellandosi dai doppi. E poi la competizione è in un momento della stagione, subito dopo le Finals, in cui molti, Berrettini in primis, sono arrivati col fiato corto.
Corrado, com’è stata la mattina dopo?
La mattina eravamo ancora al campo, siamo tornati in albergo dopo le 5. Pochi di noi sono riusciti a dormire. Per la stanchezza, la delusione. I ragazzi hanno dato tutto, ma non è bastato. E di sicuro ci sono molte cose da riconsiderare in questo nuovo formato della Davis. Quello degli orari è un aspetto che va corretto. Non si può giocare alle 4 del mattino, è una questione di rispetto per i giocatori, i professionisti, per il pubblico. Ma il vero problema di questo formato è un altro. E va sicuramente eliminato. Mi riferisco ai round robin. I gironi a tre non funzionano. Non vanno bene, soprattutto perché puoi trovare chi non si comporta in maniera molto corretta. […] Se ti ritrovi dei team che si ritirano mettendo nei guai altri che sono ancora in gara, allora non va bene per niente.
Il ritiro dell’australiano Peers dopo un solo game nel doppio contro il Belgio ha reso inutile per gli Stati Uniti e l’Italia scendere in campo per il doppio.
E vi sembra una cosa che possa fare bene a questo sport? Il tennis è sempre stato a eliminazione diretta. Con i gironi è possibile, e anche normale, che le squadre si facciano dei calcoli. Snaturando alla fine la competizione. Forse l’alternativa potrebbe essere un torneo a 24 squadre a eliminazione diretta. Il meccanismo dei gironi deve essere cambiato perché c’è chi come noi ha onorato l’impegno giocando un match inutile e altri che se ne sono fregati. Siamo anche finiti in un girone difficile, e anche questo si poteva evitare. Gironi e teste di serie non si possono decidere sei mesi prima. Altrimenti finisce che un team come il nostro, con il numero 8 e il numero 12 al mondo, si ritrova in un gruppo con squadre fortissime e fresche. Quando l’ho fatto presente mi hanno detto che devono vendere i biglietti e la gente vuole sapere cosa andrà a vedere. […]
È già ora di pensare al 2020. A febbraio si glocheranno le qualificazioni, può essere l’occasione di provare nuovi giocatori e fargli fare esperienza.
Il prossimo anno spero di poter avere con noi anche Sinner. Il giocatore è giovane ma molto maturo. Con lui penso che ci siano degli ottimi presupposti per aprire una nuova era azzurra. Tra Jannik, Matteo e Fabio sarà un bel mix di energie nuove ed esperienza.
I due flop della Davis (Davide Palliggiano, Corriere dello Sport)
Stanchi, distrutti, e col morale a pezzi. L’Italia ha abbandonato a testa bassa la Caja Magica, Madrid e le finali di Coppa Davis dopo tre giorni poco entusiasmanti, sia dal punto di vista tecnico che ambientale. L’odissea è cominciata lunedì, quando i tre match con il Canada si sono conclusi intorno a mezzanotte. Mercoledì (o ieri?) è andata anche peggio. Berrettini ha cominciato a giocare alle 22.40 circa, il doppio ha preso il via all’1.45 per concludersi alle 4.04. Un problema che gli organizzatori avrebbero potuto prevedere. «Torniamo a casa con un po’ di delusione – dice il capitano, Barazzutti – Abbiamo perso due match che si potevano vincere, molto equilibrati. I ragazzi hanno lottato con tutto quello che avevano». Quanto all’organizzazione, Barazzutti non ha dubbi: «Dovranno prepararsi a fare delle piccole modifiche. C’è stata la rinuncia del Canada con gli Usa nel doppio e non è corretto in un girone come questo in cui contano tutti i punti. Anche l’Australia non ha praticamente giocato il doppio e questo porta squilibri. Vanno riviste molte cose per il bene della Coppa, che merita un format diverso e più rispetto per i giocatori». L’Italia è tornata in albergo quando ormai Madrid si stava svegliando per una nuova giornata lavorativa. […] Una buona notizia, per lo meno, arriva dall’infermeria: Berrettini sta bene. I dolori addominali accusati nel match contro Fritz sono solo piccoli spasmi dovuti alla stanchezza. La sua è stata una stagione emozionante, ma massacrante dal punto di vista fisico. Ora riposerà, poi come gli altri riprenderà la preparazione in vista della nuova stagione, che per lui e Fognini comincerà con l’ATP Cup in Australia, dal 3 al 12 gennaio. […] Oggi, nei quarti con l’Argentina, la Spagna sarà priva di Bautista Agut, che ieri ha lasciato Madrid per tornare in Catalogna dal padre, venuto a mancare a tarda sera. Prenderà il suo posto Pablo Carreño, che diventa così il numero 2 della nazionale di casa.
Davis tutta da rifare. Cronaca di un disastro (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Sono le quattro del mattino e c’è chi se le dà di santa ragione. Non si tratta di una gazzarra fra tifosi. I barbari sono Fognini e Bolelli da una parte, Querrey e Sock dall’altra, doppisti con quattro vittorie nello Slam, ma prima di tutto uomini e tennisti con un alto senso della professionalità. Proprio quella che, nell’insieme, è mancata a questa Davis, che a conti fatti ne ha azzeccate davvero poche. Giocano fino all’ultimo punto e già si sa che non servirà a nulla. L’Australia, qualificata nel Gruppo D, ha regalato il punto del doppio al Belgio, in corsa per qualificarsi tra le due migliori seconde. ll ritiro, consentito dal regolamento, conta come la peggiore delle sconfitte, doppio sei zero. Che senso ha contare set e game se le cose stanno così? Ne hanno beneficiato gli stessi Stati Uniti, l’altro ieri, battuti dal Canada nei singolari, ma rilanciati dal punto del doppio offerto dalla rinuncia degli avversari. E gli azzurri? Non c’è un bonus per chi le partite le ha giocate tutte? Un mezzo punticino in più per l’impegno profuso? No, non c’è. L’Italia ha giocato, ha perso, è fuori. La più bella stagione del tennis italiano al maschile degli ultimi 40 anni, si chiude con uno sberleffo. A Roma, Berrettini lo sa bene, una Davis così sono capaci di dipingerla con quattro lettere appena, insieme rapide e sapide… Una sòla. […] Anche Nadal ha preso posizione: «Giocare fino alle quattro del mattino non è possibile. Occorre rimettere a posto le cose. Dovrebbero prendere seriamente in considerazione la possibilità di unificare Davis e Atp Cup, e dare vita a una nuova formula». I problemi sono seri. […]
Panatta: «Le cambino il nome, così i tennisti mercenari si lavano la coscienza» (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)
L’ha amata per tutta la vita, l’ha sedotta nel 1976. Insieme a una larga parte del mondo del tennis, Adriano Panatta piange la morte della cara, vecchia Coppa Davis. Un aggettivo per definire le finali di Madrid? «Mi sforzo di non essere volgare: un obbrobrio. Ma dai: siamo su candid camera?».
Cosa non le piace, Adriano?
Tutto! Al buio, quattro gatti in tribuna, due set su tre, il doppio a ruota dei singolari… Ho acceso la tv e mi sembrava il challenger di Tirana. E’ questa la nuova Davis, mi sono chiesto. Ci manca solo che adottino le regole di Next Gen, con i micro-set ai 4 game… Ma cos’è ‘sta roba? Cosa vuole dire? Che senso ha?
Piqué dice che è il futuro.
Ma perché non pensa al calcio? Ma tu dimmi se la Federazione internazionale doveva svendere il suo prodotto più antico e pregiato in malo modo… La nuova Davis è un insulto per tutti i vecchi campioni e per l’intelligenza. Paolo (Bertolucci, ndr) si è commosso, io invece mi sono imbufalito. Noi rinunciavamo volentieri ai nostri interessi e decollavamo per avventurose trasferte in Argentina, India, Australia. Quando siamo partiti per il Cile di Pinochet ci hanno sputato in faccia e all’aeroporto, tornati con la coppa, non c’era un cane. I giocatori di oggi sono mercenari al servizio del business.
Però a Madrid danno l’anima fino alle prime luci dell’alba.
E te credo! Non vogliono giocare la Davis spalmata nell’anno e gli va bene così: in una settimana, tutti insieme appassionatamente, si garantiscono l’ingaggio e la qualificazione per i Giochi. E nessuno, in patria, può accusarli di non essere attaccati alla bandiera. Ma è convenienza, non patriottismo. Si lavano la coscienza in sette giorni: cosa chiedere di più?. Ma perché dovrei guardare la Davis ridotta così? Le cambino nome, sarebbe più serio.