Davis, Italia spalle al muro (Cocchi). Italia, vincere e pregare (Palliggiano). Nella Davis in bilico un’Italia equilibrista (Azzolini). La Russia spaventa la Caja Magica. (Palliggiano)
Italia, spalle al muro. Travolgere gli USA per poter sperare (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Il giorno dopo la grande delusione non c’è tempo, nè voglia, di leccarsi le ferite. L’Italia deve già ripartire, con un unico obiettivo: battere gli Stati Uniti. Possibilmente tre a zero. Perché il girone a tre non lascia scampo e il Canada ieri, battendo Fritz e compagni senza regalare nemmeno un set in singolare — ma poi regalando un punto agli Usa col ritiro nel doppio —, si è assicurato il primato nel Gruppo F. Si qualificano ai quarti di Coppa Davis le prime dei sei e le due migliori seconde che solo domani in tarda mattinata. Ieri per Matteo Berrettini e Fabio Fognini è stata una giornata dedicata al riposo. Poco allenamento e molto scarico. Anche perché la sera della sfida col Canada le cose sono andate piuttosto per le lunghe con i due singolari e il doppio che hanno tenuto gli azzurri in campo fino a mezzanotte. Poi gli impegni con la stampa, l’antidoping e infine la fisioterapia, morale: sono andati a dormire oltre le 3 del mattino. Una situazione che ha creato un certo nervosismo non solo nel gruppo italiano ma anche nei canadesi,che ieri sera alle 18 erano nuovamente in campo contro gli Stati Uniti: «Verremo direttamente in pigiama — ha detto Shapovalov —, faremo la conferenza stampa alle 3 di notte…». Per evitarlo, hanno preferito saltare il doppio. Il capitano Barazzutti ha criticato la nuova formula della Coppa Davis: «Ci sono troppe cose che non funzionano. Non è possibile che dei giocatori che sono stati in campo ore debbano restare in piedi fino alle 3 del mattino. Questa è la nuova Davis? Va bene, giochiamola, ma bisogna risolvere diversi problemi». […] Fabio Fognini di Davis ne ha giocate tante, è stato protagonista di imprese e rimonte e quando veste di azzurro si accende. Contro Pospisil non è riuscito a trovare il filo del discorso ma il doppio gli ha ridato sorriso e spetanza: «È stato un punto fondamentale quello che siamo riusciti a conquistare con Matteo. Lui poi è stato bravissimo, è rimasto in campo cinque ore di fila. Ora rimbocchiamoci le maniche e spero solo di non giocare contro Opelka». Il gigante americano di 2 metri e 11 ha battuto Fognini pochi mesi fa, agli Us Open. […]
Italia, vincere e pregare (Davide Palliggiano, Corriere dello Sport)
Esausti dopo una prima giornata massacrante. Oggi c’è un solo risultato a disposizione per sperare di passare il turno. Vincere e bene contro gli Usa è un diktat per l’Italia. La gara con il Canada è stata persa: una maratona iniziata lunedì alle 16 e terminata quasi a mezzanotte. Una formula, quella della nuova Davis, che non piace a Barazzutti e nemmeno ai nostri giocatori: «Sono nostalgico – dice il capitano -, sarà perché l’ho giocata, ma così non mi piace, va sistemata». Il motivo, al di là del discorso tecnico, è semplice. La conferenza stampa post gara degli azzurri è andata in scena all’una di notte. Subito dopo Fognini e Berrettini si sono dovuti sottoporre ai test antidoping tomando in albergo alle 3.30. C’è il rischio che oggi si finisca ancora più tardi. Con gli Usa il primo match degli azzurri è sul campo 2 alle 18. Stanchi, ma lucidi nell’analizzare i match che li hanno visti uscire sconfitti: «Pospisil ha meritato la vittoria – racconta Fognini – Ha giocato bene, nulla da dire. Per fortuna abbiamo vinto il doppio che ci tiene a galla e che può valere tanto in vista della partita con gli Stati Uniti. Spero solo di non giocare con Opelka». Fabio ha sofferto la fisicità del canadese e per questo preferirebbe non incontrare il gigante americano di 211 cm e numero 36 del mondo contro il quale ha perso in quattro set quest’anno al primo turno a Flushing Meadows. […] Oggi non è escluso, a meno di sorprese, che siano Opelka e Fritz ad affrontare rispettivamente Fognini e Berrettini. […]
Nella Davis in bilico un’Italia equilibrista (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Consigli per sopravvivere, la nuova Davis sembra averne già bisogno. Al momento cammina in bilico sullo strapiombo, con le movenze incerte di chi compia i primi passi, e l’immagine nell’insieme non è certo di quelle rassicuranti. Ma i cahiers de doleance sono già aperti, fitti d’impressioni (non proprio positive) e anche di suggerimenti ed esortazioni. Sta a Gerard Piqué cogliere qui e là le sollecitazioni che vengono dagli altri giocatori in campo (tennisti, addetti ai lavori, media), per rimettere in fretta le cose a posto. Non è mancato il pubblico, ed è un buon punto di partenza. Non c’è il pienone, ma neanche gli spalti vuoti. […] Gli orari sono sballati, il turno pomeridiano stabilito alle 16 per la prima giornata, alle 18 per le successive, spinge i match a orari buoni per il Giappone e l’Australia, mentre per l’Europa sembrano dedicati solo agli insonni. Peggio che mai le conferenze stampa organizzate solo a risultato definitivo, che nel turno delle ore 18 potrebbero significare per i tennisti (c’è da eseguire anche l’antidoping) un rientro in albergo alle tre di notte. Il doppio italiano contro i canadesi, giocato di forza e di nervi da Berrettini e Fognini, è finito dopo la mezzanotte e non ha permesso di raccontare agli appassionati italiani né il risultato (hanno vinto Fabio e Matteo, in tre set) né rivedere il giudizio su Fognini, che sì, ha perso male il match con Pospisil, ma ha fatto da architrave alla tenuta della coppia italiana, e soprattutto non ha consentito di spiegare che, anche nel giorno della sconfitta, ottenere almeno un punto può tenere alta la speranza e aprire le porte a una qualificazione da miglior seconda classificata (due i posti in palio, su sei gironi). La prova italiana con il Canada mette gli azzurri nell’obbligo di battere gli Stati Uniti (oggi, ore 18), la successiva vittoria dei canadesi sugli statunitensi, assegna un’unica possibilità, quella del ripescaggio. […]
La Russia spaventa la Caja Magica. Bautista perde, Nadal pareggia
(Davide Palliggiano, Corriere dello Sport)
Rafa non delude e infiamma il suo pubblico. L’ultima volta sul centrale della Caja Magica, poco più di sei mesi fa, aveva perso contro Tsitsipas nella semifinale del Masters 1000 di Madrid poi vinto da Djokovic. Una delusione forte per i tifosi locali, riscattata in parte dal match di ieri di quello che è tomato recentemente ad essere il numero uno del mondo, capace di entusiasmare contro Khachanov (piegato in due set, con soffertissimo tie break nel secondo, 9-7) e ridare un pizzico di speranza a una Spagna incredibilmente sotto dopo il primo singolare con la Russia, che lunedi aveva rifilato un netto 3-0 ai campioni in carica della Croazia. La caccia alla sesta Coppa Davis è partita dunque ieri sera: la Spagna gioca in casa, l’occasione è ghiotta, ma l’esordio è stato inaspettato. Bautista Agut, infatti, cade contro Rublev davanti a oltre 10.000 spettatori tutti per lui, diventati poi 12.000 per Nadal. Il centrale della Caja Magica ha spinto il trentunenne di Castellón de la Plana a vincere il primo set per 6-3. Nel secondo il russo gli ha ricambiato il punteggio e poi al tie-break, nel terzo set, ha chiuso con un perentorio 7-0. Nadal, imbattuto da quindici anni in Davis (parziale di 24-0 dopo l’unica sconfitta subita all’esordio nel 2004) ha riportato poi il giusto entusiasmo nell’impianto madrileno. Bandiere, cori, una mini orchestra di fiati ad accompagnare poi l’immancabile “vamos Rafa!” gridato a più riprese per quella che è forse la stella più brillante dello sport locale in un periodo in cui la Spagna è salita sul tetto del mondo nel basket e ancora una volta nel motociclismo. […] Questa mattina tocca invece al numero 2 del mondo, Novak Djokovic, che con la sua Serbia affronta alle 11 sul centrale il Giappone. Nole, come Nadal, deve riscattare la delusione delle ATP Finals di Londra. Il suo gomito sta bene, qualcuno ha pensato potesse perdere l’appuntamento, ma si è presentato regolannente a Madrid tre giorni fa, si è allenato e ora è pronto per guidare la sua Serbia alla conquista della Davis.