Fognini-Berrettini, falsa partenza (Scanagatta). Fognini e Berrettini subito al tappeto. La Davis è in salita (Cocchi). Che fine ha fatto Fabio, il divo di Montecarlo? (Clerici)
Fognini-Berrettini, falsa partenza. Una Davis a rischio Usa e getta (Ubaldo Scanagatta, Giorno – Carlino – Nazione)
Non è cominciata per nulla bene l’avventura italiana a Madrid per la nuova Coppa Davis che riunisce nella Caja Magica le squadre di 18 Paesi con la società Kosmos del calciatore del Barcellona Piqué che ha promesso un investimento di 3 miliardi in 25 anni. Il Canada conduce 2- 0 dopo i due singolari e prima del doppio iniziato nella tarda serata di ieri, ma comunque ininfluente sull’esito finale. L’Italia esordiva ieri col Canada che, causa l’indisponibilità di Raonic e la caviglia malandata di Auger-Aliassime, sembrava sfavorita contro gli azzurri che schieravano Berrettini n.8 e Fognini n.12. Il capitano canadese Dancevic ha preso un rischio schierando nel primo singolare il doppista Pospisil, che in classifica di singolare è soltanto n.150. Ma il rischio ha pagato perché Pospisil, alto un metro e 93 per 88 kg, serve mediamente 30 km orari più forte di Fognini e su questo velocissimo campo intitolato a Aranxta Sanchez (3500 spettatori la capienza ed era bello pieno) ha quasi sempre comandato gioco e punteggio. 4-1 nel primo set, prima che Fognini risalisse a 4 pari e sul 5-5 si procurasse 3 pallebreak consecutive. Due belle battute del canadese e un errore gratuito di Fabio (che dava la sensazione di essere claudicante) hanno fatto sfumare quelle opportunità, con Fognini furibondo che ha lanciato una palla in tribuna rimediando l’inevitabile ammonizione. E al successivo tiebreak Pospisil ha sempre condotto per chiuderlo 7 punti a 5. Un solo break, avvenuto sul 5 pari, e anche il secondo set è stato appannaggio di Pospisil. Molto più bello e combattuto il secondo match, caratterizzato dall’assenza di break. Berrettini ne ha avute 3 – che erano setpoint sul 5-4 del primo set poi perso – e Shapovalov 7, tutte annullate. Ha vinto Shapovalov, n.15 del mondo, su Berrettini con tre set conclusi al tiebreak, 7-6(5) 6-7(3) 7-6(5). L’Italia dovrà giocare mercoledì contro gli USA di Fritz e Tiafoe (o Opelka) e dei doppisti Sock e Querrey.
Fognini e Berrettini subito al tappeto. La Davis è in salita (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)
E dire che dopo aver eliminato Gael Monfils volevamo tutti così bene a Denis Shapovalov. Aveva dato una spintarella al destino mandando Matteo Berrettini nel paradiso delle ATP Finals, però il karma esiste. E le gufate contro il povero francese sono tornate indietro come un boomerang decapitando le velleità dell’Italia in Coppa Davis. Perde Fabio Fognini contro Vasek Pospisil messo all’ultimo al posto di Felix Auger Aliassime, perde Matteo Berrettini contro Denis Shapovalov. Il canadese, da quando ha cambiato guida tecnica passando a Mikhail Youzhny, è cresciuto esponenzialmente ritrovando potenza, elasticità e gioia di giocare che sembrava aver perso. E così Berrettini si ritrova a ringraziare per il favore di Bercy nel modo più doloroso; mentre l’Italia si lecca le ferite a quota zero punti in classifica nel Gruppo F. Si ribaltano così le prospettive del capitano Barazzutti e della squadra più forte, sulla carta, degli ultimi anni. Con il numero 8 e il numero 12 al mondo si pensava a ben altro epilogo, ma le forze fresche canadesi si sono fatte pesantemente valere sul gruppo azzurro, arrivato a fine stagione con le sue bocche da fuoco prosciugate da una lunga serie di risultati positivi: «I ragazzi sono molto stanchi come è normale che sia a questo punto dell’anno — diceva Barazzutti — ma sanno di dover fare un ultimo sforzo e si sono messi a disposizione con entusiasmo». Non c’è tempo di piangersi addosso, non tutto è perduto e bisogna ricompattare le forse fisiche e mentali per presentarsi alla sfida di domani contro gli Stati Uniti al massimo della solidità fisica e mentale. Oggi il Canada di Shapovalov (e Aliassime?) affronterà gli Stati Uniti che hanno in Taylor Fritz e nel gigante Opelka i numeri uno e due, ma che possono contare anche su Querrey e Tiafoe, oltre a un Sock riconvertito in doppista di lusso. Qualora gli Usa battessero il Canada e gli azzurri superassero gli Usa, allora si riaprirebbe tutto e si andrebbe a contare il quoziente match e set. Ma è necessaria una reazione immediata […] A Berrettini non si poteva chiedere di più, onestamente. Sceso dalla scaletta dell’aereo da Londra e catapultato agli allenamenti, ben felice di farlo, l’azzurro era reduce dal sogno della prima vittoria alle Finals, primo italiano di sempre a riuscirci: «Sto ancora cavalcando l’onda – diceva prima del match -. Sono super fiero ed orgoglioso di quanto ho fatto in questo 2019, ma la maglia azzurra ti dà sempre motivazioni extra» […] L’unico del team azzurro ad avere la forza di dire qualcosa dopo il 2-0 è Umberto Rianna, nello staff di Matteo Berrettini insieme allo storico coach Vincenzo Santopadre. Parole di conforto per il romano che a 23 anni è arrivato a chiudere la stagione da numero 8 del mondo: «Non c’è molto da dire, Matteo è arrivato un po’ prosciugato da tutte le emozioni che ha vissuto a Londra – è il commento del tecnico azzurro -. È sceso in campo e ha dato fondo a tutte le energie che gli rimanevano, per questo deve uscire dal campo a testa alta. I set point? Sarebbe sbagliato adesso recriminare su un punto o due, è stata una grande partita». Peccato solo per il risultato.
Che fine ha fatto Fabio, il divo di Montecarlo? (Gianni Clerici, Repubblica)
Se posso così chiamarlo, ho visto un match tra un finto giocatore di doppio e uno finto di singolare. Pospisil nel primo caso, Fognini nel secondo […] Il povero Fognini giocava già in difesa da quando serviva: mai un ace, mai un serve and volley. Subiva. Chissà dove si era nascosto il Fognini di Montecarlo. Chissà dov’era il Fognini patriota che, dalla Davis, ha sempre tratto il suo meglio. Un Fognini così ammirato dell’avversario, così passivo non lo ricordo, tanto da far apparire Pospisil un grande doppista in una occasionale giornata di singolare. Con il servizio, seguito poi da discese a rete e da volèe definitive, da grande giocatore di volo, che avrebbe voluto essere o diventare. Ma che non è mai stata e che mai non sarà, eccettuata la giornata odierna.