Davis, affanno azzurro: “Aggrappati al doppio”. E gli orari fanno discutere

Il punto conquistato in doppio da Fognini e Berrettini nell’ambito del ko contro il Canada tiene a galla, in qualche modo, le speranze azzurre nelle Davis Cup Finals. “Non era facile trovare concentrazione a adrenalina per affrontare il terzo match nel modo giusto, dopo le sconfitte in singolare – hanno commentato all’unisono quando a Madrid erano quasi le due del mattino – ma era fondamentale portarlo a casa per restare in corsa”. 

Tutto vero, considerando che ai quarti passano le sei vincitrici dei gironi ma anche le due migliori seconde. Può contare ogni game, figuriamoci un match vinto. Di certo, però, la prima giornata non è stata quella che ci si attendeva. Il duplice ko in singolare contro il Canada – privo di Auger-Aliassime – ha reso il cammino complicato e strettamente dipendente dal risultato odierno di Canada-USA (ore 18, qui il programma completo degli incontri, giorno per giorno). Solo il successo statunitense manterrebbe aperti i giochi per il primato, sempre a patto che i nostri riescano domani a superare proprio Tiafoe, Opelka e soci.

A TESTA ALTA – A proposito di avversari, guarda già avanti Fabio Fognini: “Spero di non giocare contro Opelka, è il desiderio del numero due azzurro che allo US Open è stato eliminato proprio dal big server statunitense. “La stanchezza della parte finale di stagione l’ho sentita tutta – ha commentato – però c’è da dire che ho perso contro un avversario che ha giocato meglio quando doveva e ha meritato. Sono comunque contento di aver vinto il doppio, che con questa strana formula può risultare importante“. Quasi cinque ore complessive di battaglia hanno provato particolarmente Matteo Berrettini.

Sono distrutto, ma abbiamo dalla nostra il giorno di riposo, guardiamo le cose positive”, queste le prime parole del romano in campo per due partite consecutive tra secondo singolare e doppio. “Siamo usciti a testa alta – ha proseguito – posso parlare, credo, anche per Fabio. Ho perso per due punti, abbiamo avuto le nostre chance lottando fino all’ultimo. Non era facile avere la cattiveria giusta per portare a casa anche il doppio. Contro Shapovalov ho giocato bene, su un paio di set point ha servito bene lui. Poi non è un segreto che la mia risposta non sia eccezionale. Ho cercato di venire più avanti nel campo, su questo stiamo lavorando considerando che prima tendevo a giocare molto di più da fondo. È la strada giusta, a volte paga e a volte no“.

Matteo Berrettini e Fabio Fognini – Finali Coppa Davis 2019 (photo by Mateo Villalba / Kosmos Tennis)

QUALCHE PERPLESSITÀ – Corrado Barazzutti ancora una volta non ha nascosto – pur se con il consueto garbo – di non essere un convinto sostenitore della nuova formula e delle sue implicazioni, anche indirette. “Una conferenza stampa all’una e mezza di notte non va benissimo, forse con gli USA finiremo anche dopo iniziando alle 18Delle cose vanno sistemate. Questa è la nuova Davis? Giochiamo questa nuova Davis, io non posso nascondere di essere un nostalgico della formula storica. Adesso siamo qui e guardiamo avanti, ma delle cose vanno sistemate“.

Anche perché il margine d’errore è ridottissimo, rispetto al vecchio format spalmato su cinque match. “Bisognerà giocare molto bene. Contro il Canada è mancato qualche punto importante, ma i ragazzi si sono comportati benissimo“, il commento del capitano che professa ottimismo misto ad estrema cautela. “Non era facile giocare questo doppio sullo 0-2, ma averlo vinto può diventare molto significativo. Facciamo tutto il possibile ma ci sono anche gli altri e faranno anche loro il possibile“.

SORRISI CANADESI  – “Il campo è molto simile a Parigi e chiaramente mi ci sono trovato bene, per la sua velocità accentuata anche dall’altitudine“, ha commentato nella notte della Caja Magica un soddisfatto Denis Shapovalov. Il successo su Berrettini è arrivando anche danzando abilmente sul filo dei nervi, quando il pubblico italiano si è fatto sentire e il canadese ha lanciato il guanto della sfida. “Onestamente non credo il pubblico si sia comportato molto bene – ha spiegato -, sentivo parlare ad alta voce tra le prime e le seconde di servizio e hanno applaudito ai doppi falli. Ma trovo eccitante l’atmosfera della Davis, mi sono divertito, dopo che ho fatto il gesto dell’orecchio il match è diventato ancora più bello“.

Il Canada, a differenza degli Azzurri, non beneficerà del giorno di riposo. “Penso che sia assurdo finire così tardi – ha commentato il capitano Frank Dancevic -, allo stesso tempo però è positivo non giocare il primo match del day 2, scenderemo in campo alle 18 e proveremo a recuperare anche grazie al lavoro dei nostri staff. Non è facile, ma è un fattore che accomuna tutte le squadre qui e dobbiamo affrontarlo“. Vasek Pospisil dà appuntamento ai giornalisti: “Mi sa che ci rivedremo alle tre del mattino. Sorrisi, più facili quando si vince.