ATP Finals: esordio shock per Berrettini, Djokovic gli lascia 3 giochi
Dal nostro inviato a Londra,
Gruppo Borg (1a giornata)
[2] N. Djokovic b. [8] M. Berrettini 6-2 6-1
Non poteva andare peggio il primo match di Matteo Berrettini alle ATP Finals.
Un Nole così è quello del 2011 e 2015, ingiocabile. Alla risposta ha preso qualunque cosa, al servizio è stato impeccabile. Berrettini le ha provate tutte ma non c’è stato nulla da fare
Sul primo turno di servizio Matteo si trova a dover risalire da 0-30 dopo uno smash in rete, al momento si sono giocati 6 punti, tutti vinti da Djokovic. La reazione è degna di chi ha giocato le semifinali degli US Open. Primo ace, il dritto ritorna quello di sempre e anche una volée sbagliata non costa caro. Il problema è che al servizio Novak è impeccabile e quando deve contenere le bordate dell’azzurro è il tiramolla degli anni d’oro 2011 e 2015. Con un Djokovic è dura e infatti il terzo turno al servizio di Berrettini è quello che gli costa il break.
Il 43% di punti con la seconda, e il 47% con la prima danno bene l’idea della difficoltà di Matteo con la miglior risposta del circuito.
Il secondo set non cambia le cose, con il n.2 del mondo che continua imperterrito a rispondere a qualunque cosa. Minuto 36, il punto più bello del match è di Berrettini. Quando la palla corta dell’italiano sembra irraggiungibile, l’ossesso di Belgrado non solo ci arriva ma gioca una controsmorzata da antologia. Tocca ora a Berrettini raggiungerla e piazzare la palla in lungo linea all’incrocio delle righe, una magia che Nole trasforma in un lob non alto ma insidioso. Il romano però non si scompone e piazza il mezzo smash sulla riga più lontana per il serbo, che applaude. Non basta perché il cannibale serbo si prende tutto esattamente come faceva Mercxs e centra il terzo break consecutivo salendo 2-0 e servizio. C’è di che scoraggiarsi ma Matteo non rinuncia a lottare, purtroppo invano.
Quando sul 3-0 Djokovic la sosta si apre con l’ormai ossessiva Dance Monkey, il dramma di avere di fronte un giocatore più forte assume i contorni del grottesco. Il refrain stridulo dell’hit del momento suona a morte per berretto, che nel quarto gioco annulla alla grande la prima ma non la seconda palla del 4-0 pesante Djokovic, che esulta con un urlo di battaglia. Tre giochi più tardi il campione di Australian Open e Wimbledon alza le braccia e chiude in 62 minuti di partita a senso unico. Matteo avrà più occasioni contro Federer e Thiem.
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