Vincenzo Santopadre: “Berrettini sta facendo cose eccezionali” [AUDIO]
“Otto semifinali di grande livello sono un risultato per me impensabile. Per te?”. Inizia così l’intervista del direttore Scanagatta a Vincenzo Santopadre, storico coach di Matteo Berrettini, dopo la vittoria nei quarti di finale di Vienna del 23enne azzurro. Un successo che lancia Matteo in top 10 e che lo avvicina sempre più alla qualificazione per il Masters di Londra. “Anche per me è impensabile”, risponde Santopadre. “Però da una parte c’è la gioia per questi grandi risultati, dall’altra c’è la capacità di Matteo di riuscire a giocare a questi livelli e farlo per più tempo. Bisogna rimanere con i piedi per terra”.
PRIMA E DOPO LO US OPEN – “Ci sono state delle difficoltà diverse: prima dello US Open arrivava da un infortunio, dopo sono arrivate le pressioni, le aspettative sempre più alte… C’è stato da rimanere ancora di più con i piedi per terra. Le difficoltà sono state diverse ma ad ogni difficoltà Matteo ha reagito bene”.
CONDIZIONI FISICHE – “Quando vinci le energie le trovi sempre. È ovvio che la stagione è molta lunga e che ha speso tanto, ma sta imparando a spendere meglio, un pochino meno, ad essere sempre più pulito nel consumare energie. Ovviamente non può avere le stesse energie di inizio stagione”.
LA FORZA DI MATTEO – “La sorpresa è vedere come riesce a fare ogni giorno tesoro delle esperienze, delle sconfitte, come questa sua volontà di migliorarsi sia rimasta intatta nonostante i continui progressi e l’ascesa vertiginosa. Non è scontato e non è neanche normale che un ragazzo così giovane, che fa un’ascesa del genere, possa rimanere così desideroso di migliorarsi. Questa secondo me è la chiave, la sua forza, e quello che ancora oggi stupisce un po’ tutto il team”.
IL SERVIZIO – “È un’accoppiata tra le capacità tecniche e mentali. Ha nel servizio un’arma fondamentale, ma dipende anche da come mentalmente riesci a gestire le pressioni. Senza dimenticare che lui anche nei colpi successivi è molto solido e molto performante, per cui non è solo servizio“.
IL RUOLO DEL TEAM – “Bisogna sapere che c’è sempre da imparare e cerchiamo di trasmetterlo a Matteo. Durante alcune riunioni che abbiamo fatto durante l’anno ci siamo chiesti quali sarebbero potute essere delle forme di miglioramento per ognuno di noi. Ci mettiamo in gioco tutti e quando chiediamo di fare qualcosa a Matteo siamo noi i primi a metterle in pratica. Il suo percorso di miglioramento va di pari passo con il miglioramento di tutto il team”.
IL CONFRONTO CON FOGNINI – “Ogni giocatore ha la sua storia personale. Matteo ha fatto un percorso davvero eccezionale, forse quello di Fabio è stato più umano nella disumanità. Perché arrivare a certi livelli significa comunque essere un fenomeno, un’eccellenza. Matteo si ritrova ad essere un’eccellenza in tempi brevi e quindi forse brilla ancor di più”.
GAUDENZI PRESIDENTE ATP – “È una cosa ottima per il movimento italiano e per tutti i giocatori in generale perché sapere che c’è un ex collega che conosce a fondo il mondo dei tennisti è una garanzia di tranquillità. Il percorso di Andrea è stato speciale anche a livello di studio e di lavoro successivo al tennis, rispetto agli altri tennisti ‘normali’, avendo lui continuato a studiare anche durante la sua carriera. È una persona seria, una garanzia per i giocatori e per l’ATP“.