Dimitrov dieci anni dopo: non più Baby, mai Fed
All’improvviso un bulgaro. Grigor Dimitrov è risorto, quando ormai tutti lo davano per finito, e ha vinto… no, ha raggiunto la finale… no, ha perso in semifinale all’US Open. Per la prima volta. Dopo aver battuto Federer. Per la prima volta. Finalmente, si potrebbe dire.
Lo chiamavano baby Fed ed era la grande speranza per il ricambio generazionale dopo l’era dei Fab four. Oggi invece, nonostante l’exploit americano, appare chiaro che Dimitrov non sarà mai un campione completo, e probabilmente, a meno di circostanze imponderabili, non porterà a casa un trofeo del grande Slam. Il suo ruolino di marcia post-US Open, composto da una vittoria e tre sconfitte, in un certo senso lo conferma: eliminato ai quarti di Chengdu da Bublik con tanto di match point falliti, a Pechino e Stoccolma – questa settimana – ha addirittura rimediato due battute d’arresto al primo turno, rispettivamente contro Rublev e Querrey. Per Dimitrov è sempre stato un problema confermarsi.
Le ragioni vanno trovate in una sua eccessiva fragilità. A volte mentale, a volte nel gioco. Infatti, non sono stati certo i Fab four (o fab 3) e la loro longevità a limitare la carriera del bulgaro. Andando a vedere il bilancio di vittorie e sconfitte con i quattro campioni di quest’era già si intuisce che il bulgaro non è fatto della stessa materia di cui sono fatti i grandi:
Federer: 1-7 (negli Slam 1-2)
Con un bilancio complessivo di 16 set persi e solo 2 vinti fino a questo US Open.
Nadal: 1-11 (negli Slam 0-2)
Le due vittorie di Nadal negli slam sono avvenute entrambe in Australia e in entrambe le occasioni Dimitrov è uscito con non pochi rimpianti. Molte le partite combattute tra i due, nelle quali è sempre uscito vincitore lo spagnolo.
Djokovic: 1-8 (negli Slam 0-2)
Le due sconfitte negli Slam senza la minima occasione.
Murray: 3-8 (negli Slam 1-2)
Non stupisce che lo scozzese, palesemente il Ringo Starr dei fab four sia l’avversario con cui Dimitrov ha raccolto più successi, e comunque son pochi.
Ma a ben guardare, il dato più importante è il numero di sconfitte con giocatori diversi dai fab four. Dal 2011, anno dell’esordio negli Slam (a parte un primo turno a Wimbledon nel 2009) e dell’ingresso tra i top 100, il bulgaro ha partecipato a 36 Slam, perdendo, come si è detto, 8 volte dai fab e 28 volte da altri giocatori. Chi sono questi altri giocatori? Analizziamo le sconfitte Slam per Slam:
AUSTRALIAN OPEN: Ventitré vittorie e nove sconfitte tra cui spicca quella con Nadal del 2017, che avrebbe potuto dare tutta un’altra svolta alla sua carriera, e le ultime due contro ottimi giocatori che un aspirante vincitore di Slam dovrebbe battere.
- 2011 – 2T Wawrinka (n.19)
- 2012 – 2T Almagro (n.10)
- 2013 – 1T Benneteau (n.38)
- 2014 – QF Nadal (n.1)
- 2015 – 4T Murray (n.6)
- 2016 – 3T Federer (n.3)
- 2017 – SF Nadal (n.9)
- 2018 – QF Edmund (n.49)
- 2019 – 4T Tiafoe (n. 39)
Melbourne è senza dubbio lo slam migliore per il bulgaro. Bilancio con i top ten: zero vittorie e cinque sconfitte (ma due vittorie con un numero 11, Raonic e Goffin). Le migliori possibilità di vittoria il bulgaro le ha avute nel 2017, ma è improbabile, visto il suo record con Federer, che sarebbe riuscito ad alzare la coppa anche se avesse battuto Nadal. La più grande delusione invece l’anno successivo, sconfitto da Edmund (ma già in affanno con McDonald al secondo turno) quando sembrava favorito per raggiungere la finale.
ROLAND GARROS: spiccano due primi turni con Karlovic e Sock, in anni in cui il bulgaro navigava vicino alla top ten. Sconfitte senza appello con due giocatori non da terra.
- 2011 – 1T Chardy (n.61)
- 2012 – 2T Gasquest (n.20)
- 2013 – 3T Djokovic (n.1)
- 2014 – 1T Karlovic (n.37)
- 2015 – 1T Sock (n.37)
- 2016 – 1T Troicki (n.24)
- 2017 – 3T Carreno Busta (n.21)
- 2018 – 3T Verdasco (n.35)
- 2019 – 3T Wawrinka (n.28)
Anche negli anni migliori Dimitrov non è mai andato vicino a fare bene a Parigi. Un solo top ten incontrato (Djokovic nel 2013); prima della vittoria su Cilic (n.13) quest’anno il suo scalpo più prestigioso era Donald Young (n. 51 nel 2012!).
WIMBLEDON: quindici vittorie e nove sconfitte sui prati di Church road con la semifinale raggiunta nel 2014 con lo scalpo di Andy Murray (numero 5), battuto nei quarti di finale. Dolorose le sconfitte al terzo turno dei due anni successivi, in cui avrebbe dovuto fare meglio.
- 2011 – 2T Tsonga (n.19)
- 2012 – 2T Baghdatis (n.42)
- 2013 – 2T Zemlja (n.55)
- 2014 – SF Djokovic (n.2)
- 2015 – 3T Gasquet (n.20)
- 2016 – 3T Johnson (n.29)
- 2017 – 4T Federer (n.5)
- 2018 – 1T Wawrinka (n.224)
- 2019 – 1T Moutet (n.84)
A parte il 2011 (sua seconda partecipazione), la semifinale raggiunta nel 2014 e la sconfitta con Federer nel 2017, Dimitrov ha sempre perso da avversari che sull’erba dovrebbero essergli inferiori. Due sconfitte su tre contro top ten e gli scalpi migliori (a parte Murray) raccolti in nove anni sono Dolgopolov (n.19 nel 2014) e Simon (n.20 nel 2016). Ancora una volta troppo poco per uno che si pronosticava possibile pluri-vincitore del torneo.
US OPEN: dodici vittorie e nove sconfitte a New York e bilancio portato in attivo dall’exploit di quest’anno. Spiccano come particolarmente dolorose le sconfitte con Rublev e Wawrinka negli ultimi due anni, in cui tutti attendevano conferme ad alti livelli che non sono mai arrivate.
- 2011 – 1T Monfils (n.7)
- 2012 – 1T Paire (n.49)
- 2013 – 1T Sousa (n.95)
- 2014 – 4T Monfils (n.24)
- 2015 – 2T Kukushkin (n.56)
- 2016 – 4T Murray (n.2)
- 2017 – 2T Rublev (n.53)
- 2018 – 1T Wawrinka (n.101)
- 2019 – SF Medvedev (n.5)
Bilancio con i top ten di una vittoria (Federer) e tre sconfitte. Fino alla vittoria con Federer di quest’anno lo scalpo più prestigioso battuto a New York era Joao Sousa (n.36 nel 2016!).
Guardando il bilancio totale negli Slam, non sembrano tanto gravi le appena due vittorie (a fronte di 11 sconfitte) contro top ten, quanto il bilancio di 15 vittorie e 28 sconfitte contro top fifty. A significare che incontrando giocatori di medio livello il bulgaro esce sconfitto quasi due volte su tre. Impossibile sperare di vincere uno Slam così.
In definitiva Dimitrov è questo. Può trovare la settimana giusta e battere degli ottimi giocatori (come successo alle Finals e a Cincinnati). Se capita un paio di volte in un anno, nei momenti giusti, può ritrovarsi tra i primi dieci del mondo. Ma allo stesso modo può uscire dai primi venti a causa di sconfitte con giocatori tutto sommato modesti e difficilmente porterà mai a casa uno Slam, dove verosimilmente dovrebbe riuscire a battere un paio di top ten nelle fasi finali.