Medvedev, la parola al coach: “Arrivati ad un certo livello, non si scende più”
La scalata di Daniil Medevedev all’olimpo del tennis è sotto gli occhi di tutti. Da Wimbledon in poi, il tennista russo è arrivato in finale in tutti e sei i tornei giocati, conquistando i suoi due primi Masters 1000 in carriera. Attualmente è n.4 del mondo, dietro solo a Djokovic, Nadal e Federer. Ben meno sotto i riflettori è stato invece il suo allenatore Gilles Cervara, a cui va almeno una parte del merito di questa clamorosa ascesa, che sembrava impronosticabile solo un paio di anni fa, quando i due hanno cominciato a lavorare insieme.
“Non posso dire che mi aspettassi tutto questo”, ammette candidamente Cervara. “Ripenso a due anni fa quando abbiamo iniziato con lui a tracciare una strada, un percorso, qualcosa di profondo. E poi vedo quel percorso. E penso che no, non potevamo immaginarcelo. Anche perché non era ben chiaro quale fosse il potenziale intrinseco del giocatore”. Il merito quindi va tanto al tennista moscovita che è saputo migliorare tantissimo sotto tutti i punti di vista. Ma la qualità che il coach francese apprezza di più del suo allievo è la ricettività. “Lui reagisce molto rapidamente ai buoni consigli. Se gli dici qualcosa del quale anche lui è convinto immediatamente vedrai un effetto. Sia in partia che in allenamento”, dice Cervara. “Non so se è lui che è fatto così. O è a causa di questo periodo in cui tutto quello che tocca si trasforma in oro. Ma è fenomenale”.
Ora quello che tutti si chiedono è se il 23enne moscovita sarà capace di mantenere questo altissimo livello nel futuro. Il suo coach non si nasconde e dà una risposta sostanzialmente affermativa a questa domanda. “Quello che vediamo in questo momento è Daniil Medvedev, questa è la sua identità di giocatore. Si è stabilizzato come giocatore e come persona. Ha raggiunto un certo livello. E a questo punto, quando si raggiunge questa stabilità, anche se ci sono dei periodi meno buoni, non si scende più di tanto”, sostiene Cervara.
Oltre che in termini di maturità tennistica, la sua considerazione parte anche da questioni tecniche. “Ha un’arma, il servizio, con il quale guadagna punti gratuiti. Un solido gioco di fondo. Ha rafforzato il suo gioco offensivo essendo sempre più in grado di guadagnare punti a rete. È bravo nello scambio da fondo anche se ci sono cose da migliorare. Ci rendiamo conto che in almeno quattro aree del gioco, è forte, è completo. Dopotutto, Federer, Djoko, Nadal, Murray, vincono da vent’anni. Quindi sì, è possibile che continui”, sentenzia.Se lo dice lui, potrebbe esserci da fidarsi.