ATP San Pietroburgo: Berrettini battuto da Gerasimov, fatali due tie-break
[Q] E. Gerasimov b. [3] M. Berrettini 7-6(5) 7-6(3) (Tommaso Villa)
Sconfitta imprevista per Matteo Berrettini, eliminato da Egor Gerasimov con il punteggio di 7-6 (5) 7-6 (3) in un’ora e 54 minuti.
Dopo la vittoria blitzkrieg con Carballes Baena, un altro avversario sulla carta abbordabile per il capitolino, con il qualificato bielorusso, N. 119 del ranking, che aveva vinto solo 4 partite in un main draw ATP in stagione. Tre di queste erano però arrivate nelle ultime settimane, a New York con Harris e in questo torneo con Rosol e Mannarino, per un atleta scafato dai Challenger e da molti match di qualificazione.
Berrettini è stato da subito farraginoso, non trovando
subito i consueti punti gratuiti col servizio e colpendo frequenti slice
difensivi. Il romano ha mostrato subito di avere una cilindrata nettamente
superiore ogniqualvolta poteva salire sopra la palla col dritto, ma è stato
lento con i piedi per tutto l’incontro. Molto solido invece Gerasimov, con
tante prime in campo (grande precisione da destra) e l’intenzione chiara di
muovere l’azzurro per non fargli caricare i colpi e di chiudere il campo in
avanti, seppur non sempre con precisione – 5/13 a rete nel primo set.
Primo set senza grossi squilli: tolto un 40-40 nell’ottavo game sul servizio Berrettini la partita è scorsa fino all’undicesimo gioco, in cui l’italiano ha alzato la pesantezza dei colpi e si è procurato una palla break, complice un avversario non abbastanza cinico che gli ha aperto la strada con due dritti dal centro steccati. Il bielorusso non ha tremato ulteriormente, però, e si è salvato obbligando il nostro a colpire un complicato dritto in corsa, rimandando tutto al tie-break.
A sorpresa, nel game dirimente Berrettini è stato tradito dal drop shot: una prima sbavatura ha dato il 2-0 a Gerasimov, poi, dopo che un altro unforced dal centro e un errore esiziale a rete l’avevano portato sopra 3-2 e servizio, un’altra smorzata in rete ha dato un set point all’avversario, bravo a chiudere con una prima esterna vincente in 55 minuti.
Punto sul vivo, Berrettini ha iniziato a picchiare belluino dai blocchi, mostrando più concentrazione anche in risposta e colpendo slice e smorzate più aggressive, quasi a espiare le defaillance precedenti. Un punto da 26 colpi nel secondo gioco ha simboleggiato la maggior concentrazione dell’azzurro, che è salito due volte a palla break nel game successivo, quando gli errori di dritto dell’avversario hanno iniziato a impilarsi. Gerasimov è stato fortunato (quando il nastro ha deviato fuori il rovescio di Berrettini) e bravo (con un servizio vincente) a salvarsi, rintuzzando i tentativi dell’avversario con una grande solidità nello scambio, conscio che la sfuriata non sarebbe durata.
E infatti la seconda parte del set ha visto un Berrettini scentrato con il dritto e un Gerasimov sempre più brillante e iper-aggressivo con la seconda, cosicché l’occasione più grossa è infine passata dalle sue parti, quando un passante su una smorzata e una risposta profonda gli hanno consegnato uno 0-40 per andare a servire per il match. Berrettini, però, ha dimostrato più volte la propria classe, e soprattutto gioca per un obiettivo che vale ogni sforzo, e si è salvato la prima con uno scambio paziente seguito da due omelie dedicate a San Servizio. La medesima situazione si è riproposta nel game successivo, e di nuovo l’azzurro ha messo 3 prime (2 vincenti e una chiusa da una smorzata), continuando a respirare seppur con i polmoni ormai pieni di liquido.
Passata la paura, altro tie-break, dunque, ma dopo un iniziale dominio dei servizi, un doppio fallo Berrettini ha fatto scappare l’avversario sul 5-3, e un errore di dritto dal centro gli ha dato 3 match point. Ne è bastato uno, perché un altro dritto in corsa dell’azzurro si è spento alla base della rete, dandogli la Top 100 e la prima semifinale in carriera a questi livelli, dove affronterà il vincente del derby russo Medvedev-Rublev.
“È la vittoria più importante della mia carriera,” ha detto dopo l’incontro. “Sono davvero travolto dalle emozioni, e questo mi motiverà a fare ancora meglio in futuro. Non avevo neanche guardato il tabellone, ma avrò un avversario impegnativo in ogni caso.”
In realtà il torneo di Berrettini non è ancora finito: tornerà in campo più tardi per la semifinale di doppio (dov’è campione uscente dopo il successo in coppia con Fognini dell’anno scorso) assieme a Simone Bolelli. Ad attenderli ci saranno le teste di serie N. 2, i belgi Gillé e Vliegen. Per quanto riguarda la corsa alle Finals, proverà a darle seguito fra 2 settimane a Shanghai.
GLI ALTRI MATCH – Nel primo match della giornata, successo per Borna Coric contro Casper Ruud per 3-6 7-5 6-3 in 2 ore e 4 minuti, in un incontro per la verità bruttino. Privi entrambi di grande potenza, Ruud a disagio lontano dal rosso, Coric reduce da un’annata difficile per problemi fisici (ha saltato Wimbledon per un problema addominale, si è ritirato prima del secondo turno a New York per uno stiramento lombare, e oggi aveva un polpaccio fasciato) e tecnici, hanno giocato un match di attrito, e inizialmente la maggior fiducia del norvegese ha pagato, ma l’ormai ex-allievo di Riccardo Piatti è uscito alla distanza, giocando il suo miglior tennis quando ha definitivamente messo la testa avanti nel parziale decisivo. Buona tenuta atletica per lui, con la seconda vittoria in rimonta dopo quella di ieri con Fucsovics, ritiratosi sotto 0-3 nel terzo.
Lui stesso ha sottolineato l’importanza di questo successo per il suo umore: “Lui è partito molto meglio di me, ma dal secondo set ho trovato un atteggiamento più aggressivo che mi ha permesso di vincere. Mi sento bene su questa superficie, soprattutto perché ho vinto 2 match di fila per la prima volta in quattro mesi.” [in realtà tre, l’aveva fatto ad Halle]
In semifinale lo attenderà un match non dissimile con Joao Sousa, vincitore di Mikhail Kukushkin per 7-5 6-2 in un’ora e 47 minuti senza mai essere breakkato.
Bene all’inizio il kazako, che ha verticalizzato il gioco da
subito, variato gli spin, e tagliato gli angoli sulle traiettorie a uscire di
Sousa (l’unico tennis nella faretra lusitana), arrivando a 15-40 nel terzo
gioco con un vincente bimane lungolinea, ma il portoghese si è salvato con una
prima vincente e un buon kick che gli ha permesso di muovere l’avversario fino
a sbagliare. Un’altra palla break è arrivata nel settimo gioco, ma Sousa l’ha
buttato ancora fuori dal campo.
Con il passare dei minuti Sousa ha trovato sempre più
risposte al gioco atipico della testa di serie N. 6, entrando spesso in duelli
con il back (come sottolineato da lui stesso nel post-partita) e sfruttando la sua
maggior pesantezza di palla, ma Kukushkin è uscito da pericolosi deuce sul 4-5
e 5-6 per portare il parziale al tie-break.
Lì, Sousa ha avuto bisogno di 5 set point per prevalere. Un brutto
dritto in rete gliene ha dati 2, su cui però ha mostrato la sensibilità di una
betoniera con una volée a campo aperto tirata lunga sulla chance avuta al
servizio. Un’altra occasione con la battuta è arrivata sull’8-7, quando
Kukushkin ha sbagliato ancora con il fondamentale meno sicuro, che però l’ha
anche cavato d’impaccio con un gran vincente inside-in. Il tentativo successivo
è stato quello buono, però, quando la difesa di Kukushkin, inizialmente
chiamata dentro, si è rivelata larga di un capello.
La partita è sostanzialmente finita lì: in rottura
prolungata, Kukushkin ha subito concesso il break con 2 doppi falli consecutivi
(non ne aveva commessi nel primo set), e si è trovato sempre più sulla
difensiva, capitolando nel settimo gioco.