Wilander, preferenze azzurre: “Mi piacerebbe allenare Sinner o Berrettini, con i creativi farei fatica”. Becker ‘sceglie’ Fognini
Continuano ad arrivare pareri autorevoli dall’evento organizzato da Eurosport a Flushing Meadows (qui Pennetta e Bartoli sul futuro della WTA) durante l’edizione 2019 dello US Open. Alla chiacchierata con Boris Becker e Mats Wilander non poteva mancare anche il nostro direttore Ubaldo Scanagatta, che ha coinvolto i due ex campioni sull’attualità del tennis italiano. Con uno spunto tecnico: chi preferirebbero allenare tra l’ormai veterano Fognini e i più giovani Berrettini, Sinner e Sonego?
EFFETTO ITALIA – “Penso Berrettini e Sinner – il parere dell’ex fuoriclasse svedese -, mi piace molto Jannik. Anche per il fatto che lui sia stato e magari è tuttora un ottimo sciatore, per il fatto che provenga da un altro sport, penso che abbia un grande futuro davanti a sé. Non abbiamo ancora visto abbastanza della sua mentalità, ma penso che anche fisicamente possa crescere. Berrettini invece mi piace proprio per la sua impostazione non italiana“.
Becker si dichiara invece “un grande fan di Fabio Fognini, penso che sia semplicemente un ragazzo incredibile. Gioca con emotività italiana, il che lo ha portato a volte sulla cattiva strada, ma lo conosco al di fuori dei campi ed è adorabile. Ma in ogni caso vorrei allenare chiunque di loro, voi italiani dovreste essere grati di avere almeno un paio di giocatori giovani molto validi dopo un po’ di tempo“.
NICK, DENTRO O FUORI? – L’obiettivo si è poi spostato su Nick Kyrgios e sulle sue possibilità di recupero sul piano della stabilità mentale, quella necessaria per esprimersi con continuità ad alti livelli sul campo. Wilander pare fiducioso: “Non lo perderemo per strada, sta dando l’idea di tenerci a quello che fa. Secondo me deve capire come giocare un incontro quando sta perdendo e non fare come ha fatto a Cincinnati, ma almeno ci sta provando ed è deluso se esce sconfitto, è un primo passo nella giusta direzione. Si comporta male, dovrebbe comportarsi meglio, ma almeno sta tentando. Lui è molto utile per questo sport quando ci prova. Alle volte impreca, lancia la racchetta… Porterei i miei figli a guardare le sue partite? Forse no, ma è un bene per il gioco quando ci prova. Comunque non vorrei allenarlo, perché non credo sia un giocatore allenabile. Come Fognini è un artista, sono dei creativi, hanno quell’immaginazione che io non riesco a capire. Preferirei allenare qualcuno che invece lavora molto duro, non commette tanti errori e non prende rischi. Quello farebbe per me“.
OPERAZIONE SASCHA – A Becker è stato poi chiesto se Wilander potrebbe rappresentare la giusta guida tecnica per il suo connazionale Sascha Zverev, scivolato ancora a livello Slam. “Mats sarebbe un buon allenatore per chiunque voglia essere allenato da lui. Sasha è ancora un po’ giovane. Sta crescendo, sta lavorando duro. I giocatori devono comprendere e accettare le cose che gli allenatori dicono loro, per far sì che durante il percorso migliorino. Penso che adesso Sascha stia bene, troverà un altro allenatore. Per me è come un figlio, sono anni che lo guardo, lo aiuto e ci parlo. Ma tutti i giovani tennisti possono trarre beneficio dagli insegnamenti di chi ha fatto questo mestiere prima di loro, di chi ha vinto tornei ed è stato in alto nel ranking, perché sappiamo ciò di cui stiamo parlando. Arriverà il momento in cui farà le scelte giuste“.
Traduzione e trascrizione dell’intervista a cura di Lorenzo Andorlini