Becker e Wilander sull’infortunio di Djokovic: “I giocatori non sono mai al 100%”
Uno dei temi caldi di questo US Open sono state le condizioni fisiche di Novak Djokovic. Il serbo è stato costretto al ritiro contro Stan Wawrinka per un problema alla spalla, ma prima aveva giocato (e vinto) contro Juan Ignacio Londero e Denis Kudla, nonostante il dolore. Su questo argomento sono stati interrogati i due talent di Eurosport, Mats Wilander e Boris Becker, nel corso di un evento a cui hanno partecipato anche Flavia Pennetta e Marian Bartoli (trovate qui alcune loro considerazioni sul futuro del tennis femminile).
Lo svedese, a chi gli chiedeva se avesse mai giocato e vinto un torneo da infortunato, ha parlato della differenza tra il tennis di allora e quello di oggi. “Non si può paragonare l’approccio che avevamo noi all’epoca con quello odierno. Non ho mai chiamato il fisioterapista per essere trattato in campo ad eccezione della mia caviglia. All’epoca non si prestava attenzione a questo e si pensava solo a giocare, quindi sicuramente ho vinto tornei in cui non ero al 100%. Oggi l’approccio è diverso, i giocatori hanno il loro preparatore atletico. Sono del parere che Novak abbia vinto in passato tornei nei quali in precedenza non era al 100%“.
Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda anche Becker, che ha ricordato come per un professionista sia inevitabile convivere con il dolore. “Non credo che esista un vincitore di una prova dello Slam che non abbia subito alcun infortunio. Che sia calcio o basket i giocatori non sono mai al 100%. Ci sono tennisti che parlano ed enfatizzano i loro acciacchi più di altri, questo è vero. Sempre più fisioterapisti vengono chiamati dai giocatori durante i match, è nel loro diritto farlo così come è nel loro diritto usare il regolamento a loro vantaggio (per essere trattati in campo), regole che i giocatori stessi conoscono molto bene. Conosco Novak molto bene e posso dire che dal punto di vista fisico non ha mai giocato al 100% (senza acciacchi)“.
Traduzione e trascrizione dell’intervista a cura di Gianluca Mazzon