Per Fognini un autunno con i padroni del mondo (Guerrini). Tennis nella bufera. Federer e Nadal contro Djokovic anche fuori campo (Il Secolo XIX). L’estate di Camila Giorgi. A Cincinnati per il colpaccio (Corriere dello Sport)
Per Fognini un autunno con i padroni del mondo (Piero Guerrini, Tuttosport)
Comunque finisca quest’anno, Fabio Fognini non ricorderà l’annata soltanto per lo storico trionfo a Montecarlo. L’attestato di stima di Bjorn Borg, che equivale a una investitura, cioè la convocazione del giugno scorso per la Laver Cup (terza edizione del torneo a squadre) del 20-22 settembre a Ginevra, è un onore enorme. Fabio con Roger Federer, Rafa Nadal, Dominic Thiem e Sasha Zverev contro il Resto del Mondo. Niente male. Ma c’è dell’altro in questo finale di stagione per Fogna. C’è il sogno Atp Finals, già vissute in doppio con Bolelli, che è traguardo abbordabile. Attualmente il ligure è nono nella graduatoria stagionale della Race to London, con pochi punti su Sasha Zverev, ma anche spiccioli da Bautista Agut, Medvedev e Nishikori. Intanto si è portato avanti rispetto al risultato della scorsa stagione al Masters 1000 di Montreal, quando aveva perso al secondo turno da Shapovalov. Nella notte invece Fabio ha ritrovato Nadal (facile il maiorchino su Pella) nei quarti, dopo aver vinto contro Mannarino (6-2 7-5), mostrando nel contempo in una serata ventosa di: essere in buona condizione fisica, aver studiato benissimo l’avversario e la tattica poi adottata, servito la prima con ottime percentuali, mantenuto il comando del gioco attraverso variazioni di ritmo e accelerazioni. Fabio poi sarà in tabellone (sorteggio oggi) all’altro Masters 1000 di Cincinnati, quello del rientro di Federer e Novak Djokovic. Se non ci saranno problemi contingenti, potrà accumulare altri punti. E nel resto del 2018 aveva poi superato soltanto un turno all’Us Open, raggiunto la finale di Chengdu, la semifinale a Pechino e Stoccolma. Qualcosa da scartare c’è, ma non è moltissimo. Insomma, prendere il volo per Londra è possibile, soprattutto per il Fognini visto in Canada finora.
Tennis nella bufera. Federer e Nadal contro Djokovic anche fuori campo (Il Secolo XIX)
Roger Federer e Rafa Nadal entrano nel consiglio dei giocatori dell’Atp Tour. Una scelta che porta anche fuori dal campo la rivalità con Novak Djokovic, presidente del consiglio stesso. In ballo non solo simpatie e antipatie personali, ma anche tanti soldi e tanta politica. La questione è complessa e ricca di sfumature. Ma sostanzialmente Federer e Nadal hanno deciso di portare tutto il loro peso nel consiglio dopo che a Wimbledon si erano dimessi il coach Daniel Vallverdu e i professionisti Robin Haase, Jamie Murray e Sergiy Stakhovsky, che hanno criticato Djokovic con parole eloquenti: «Ci sono persone che sono lì per il loro tornaconto personale e magari prendersi alcune rivincite. Ci sono persone che cercano di prendersi il potere e portare avanti i loro interessi». Agli Us Open ci sarà un’altra riunione ed è facile prevedere che sarà burrascosa. Il serbo Djokovic è stato scelto come capofila dei “rivoluzionari”. Quelli che vogliono dare ai giocatori maggiore peso decisionale ed economico rispetto all’Atp. Pare infatti che i premi del circuito rappresentino solo il 14% del giro d’affari. Una percentuale irrisoria rispetto ad altri sport, come per esempio il basket Nba. Tolti i primi 100 del mondo, tutti gli altri giocatori faticano a chiudere l’anno senza perdite, specialmente se non giocano gli Slam ma solo i Challenger. Spesso sopravvive solo chi ha alle spalle una famiglia che può permettersi anni e anni di investimenti. Insomma giocatori contro Atp Tour, tanto che qualcuno vorrebbe addirittura fare causa, sostenendo che i tennisti non sono liberi professionisti ma – di fatto – dipendenti del circuito che opera in monopolio e li multa se non giocano determinati tornei. Djokovic vorrebbe tornare a un sindacato solo di giocatori, senza la gestione mista con gli organizzatori. […]
L’estate di Camila Giorgi. A Cincinnati per il colpaccio (Corriere dello Sport)
Un’estate rovente. Dopo mesi di letargo, il torneo di Washington della scorsa settimana ci ha restituito una Camila Giorgi convincente. Nonostante la sconfitta in finale, l’azzurra è tornata ad esprimere dopo tanto tempo il suo tennis potente. In Canada la maceratese ha subìto una battuta d’arresto al primo turno contro Viktoria Azarenka, ma dalla prossima settimana in Ohio, nel Wta Premier 5 di Cincinnati, Camila cercherà di dare continuità al risultato ottenuto nella capitale. E’ questo un momento di grande incertezza nel circuito Wta, manca una vera dominatrice e ogni torneo è aperto a più di una outsider La 27enne di Macerata ha tutte le carte in regola per poterne approfittare e per provare magari a portare a casa un titolo che rappresenterebbe il successo più importante della carriera. Camila fino ad oggi ha vinto due trofei, a s’Hertoghenbosh nel 2015 e a Linz lo scorso ottobre e vanta come best ranking il numero 26 del mondo, raggiunto nell’ottobre dei 2018. Si può certamente fare di più. Le aspettative su di lei sono da sempre molto alte. La Giorgi ha i mezzi per raggiungere traguardi ancora più prestigiosi e scalare la classifica fino alla top ten. Dopo mesi di riposo forzato a causa dell’infortunio al polso, questa seconda parte di stagione può essere quella del salto di qualità definitivo. La speranza è che questi mesi di inattività le abbiano dato qualcosa in più dal punto di vista della grinta e della carica. Non ha praticamente giocato dal 22 marzo fino a Wimbledon, ha voluto evitare a tutti i costi l’operazione e nella prima tappa delle UsOpen Series, a Washington appunto, ha dimostrato di stare bene. Certo, a Cincinnati le avversarie non mancheranno. Tutte le migliori giocatrici del circuito saranno ai nastri di partenza. […]