Challenger Manerbio: Paolo Lorenzi fa 402 e rincorre il record di Ramirez Hidalgo
LORENZI FESTEGGIATO E VINCENTE – Saranno due i semifinalisti azzurri a Manerbio: oltre a Gaio, ha conquistato il pass l’inossidabile Paolo Lorenzi. Per il senese è stata una giornata altrettanto dura, con due match e qualche brivido nel quarto di finale contro Sadio Doumbia. Tra l’altro, dopo la vittoria contro Andrea Collarini (6-4 6-3) è stato festeggiato dallo staff manerbiese per il 400esimo successo in carriera nel circuito Challenger. Un “400” gigante, una torta e una bottiglia di vino pregiato (il Perla del Garda Extra Brut) hanno allietato una giornata che si è complicata nel tardo pomeriggio, contro un avversario che si era presentato a Manerbio senza particolari pretese e – a un certo punto – è rimasto l’unico in gara sia in singolare che in doppio.
In mattinata, il francese aveva estromesso Andrea Pellegrino: grandi rimpianti per il pugliese, avanti 4-1 nel terzo set prima di spegnere la luce e perdere cinque giochi di fila. Peccato, perché le trame di Doumbia (colpi senza troppa rotazione, rovescio a una mano in slice) sembravano finalmente domate. Contro Lorenzi, il 28enne di Tolosa (n.307 ATP) è partito fortissimo, con tante soluzioni rapide a non dare ritmo al senese. Battaglia infinita nel secondo: Lorenzi prendeva un break di vantaggio (2-0), poi veniva risucchiato e Doumbia si portava addirittura 4-3 e servizio. Nell’ottavo game, sul 30-15, ha tentato un servizio “da sotto”, fuori di pochi centimetri. L’episodio ha dato una scossa a Lorenzi, capace di rimettere in sesto il parziale.
Chi pensava che il terzo fosse una formalità, tuttavia, è rimasto deluso. Doumbia ha preso un break di vantaggio, Lorenzi lo ha riacchiappato ma ha nuovamente rischiato grosso sul 2-2 (rimontando da 15-40). Chiamato a servire per rimanere nel match, il francese ha commesso alcuni gravi errori e ha chiuso con una goffa volée alta, sparata in mezzo alla rete a sigillare il definitivo 1-6 7-5 6-4. Lorenzi ha giocato partite migliori, ma ha confermato di possedere un attaccamento incredibile alla partita, una generosità che dovrebbe essere – davvero – un esempio per tutti. Quella contro Doumbia è stata la 402esima vittoria nel circuito Challenger, ad appena 21 lunghezze del leader all-time Ruben Ramirez Hidalgo. A volte l’età sembra farsi sentire, ma partite come questa sono fondamentali per acquisire fiducia, soprattutto quando si stanno provando nuovi meccanismi.
SEMIFINALE DA 71 ANNI IN DUE – Il suo prossimo avversario sarà Teymuraz Gabashvili, che ha bloccato l’avventura di Andrea Arnaboldi. A parte la qualità del russo, si pensava che il suo doppio impegno potesse essere un bel vantaggio per l’azzurro. Invece, a sorpresa, Gabashvili ha mostrato una tenuta atletica notevole, imponendosi in due ore e quaranta col punteggio di 7-6 4-6 6-3. Difficile parlare di rimpianti, perché nel primo set Arnaboldi ha sempre dovuto rincorrere: Gabashvili è andato a servire sul 5-4 prima di chiudere al tie-break, peraltro abbastanza facilmente. Il canturino è stato bravo a trovare (e mantenere) un break nel secondo, ma nel terzo era lui a subire il primo “strappo” nel quarto game.
Aveva la grande chance di tornare in partita sul 4-2, quando si procurava una palla per il controbreak. La sorte, tuttavia, ha dato una mano a Gabashvili: la combinazione nastro più riga ha dato al russo la spinta decisiva per la semifinale, suo miglior risultato in stagione, almeno nel circuito Challenger. Il match è stato seguito da moltissimo pubblico, assiepato in ogni possibile anfratto del Campo 3 perché il Centrale aveva un buco nel programma dopo il ritiro di Giustino. A proposito di programma: sabato le semifinali si giocheranno a partire dalle 13.30 (Gaio-Coria), poi alle 15.30 sarà il turno di Lorenzi-Gabashvili. L’ultimo quarto di finale e le semifinali di doppio (con in campo Simone Bolelli) si giocheranno a partire dalle 12 sul Campo 3. L’ingresso per l’intera giornata costerà 10 euro.
Ufficio Stampa Trofeo Dimmidisì