A Kitzbuhel un ottimo Sonego non basta, Thiem in finale

Si va di fretta a Kitzbuhel e il venerdì è giornata di semifinali perché il Canada non è come il paradiso, non può attendere. Si va di fretta solo nelle intenzioni, a dire il vero, dato che la pioggia si mette di traverso. Nessun problema per quanto riguarda la prima semifinale, quella meno nobile, che si è conclusa regolarmente appena uno dei due contendenti ha perso regolarità. Iniziata invece in ritardo e anche interrotta quella (molto più divertente) fra il numero 4 del mondo e il nostro rappresentante che…

SUPER SONEGO MA TROPPO THIEM –È un grande Lorenzo Sonego quello che impegna per due set godibilissimi Dominic Thiem, ma non basta: il n. 4 del mondo sfodera una prestazione quasi senza sbavature e nega all’azzurro la seconda finale dell’anno dopo quella vinta ad Antalya. Dopo le vittorie anche rocambolesche dei giorni scorsi, Sonego è stato in grado di alzare il livello scambiando alla pari con un Thiem in gran spolvero – come non lo si vedeva da Parigi – arrivando a un passo dal terzo set che, come i primi due parziali, sarebbe stato tutto da vedere.

Il livello è subito altissimo, Lorenzo non tira indietro il braccio, anzi, è lui che cerca di prendere per primo in mano il gioco anche in risposta e, se la sua aggressività deve talvolta arrendersi a qualche errore, l’interpretazione dell’incontro è corretta. Ci sono infatti due modi per mettere in difficoltà Thiem: la tattica di David Goffin, vale a dire “tienilo lontano e prima o poi sbaglia” oppure quella messa in atto ai quarti da Pablo Andujar che, pur uscendo sconfitto, lo ha obbligato con l’anticipo a giocare troppi rovesci senza dargli la possibilità di girare attorno alla palla, per poi precipitarsi a rete al primo colpo un po’ incisivo che provocava una difesa in slice o dietro al servizio. In entrambi i casi, è indispensabile non fargli guadagnare campo altrimenti la sua pressione diventa insostenibile; a volte, però, è lui stesso a restarsene vicino ai teloni e sbaglia completamente partita anche sulla superficie preferita e con avversari ampiamente alla portata, ma non sembra proprio il caso odierno. Tra prime di servizio, dritti fulminanti e le indispensabili smorzate, il torinese resta ottimamente in corsa nonostante il rovescio fatichi a tenere questi ritmi. Contro il n. 4 del mondo nei suoi abiti migliori, basta davvero poco per perdere contatto e succede all’ottavo gioco: Lorenzo va subito sotto nel suo turno di battuta con un attacco di dritto troppo debole e uno scambio a rete, invero molto divertente, dove avrebbe potuto essere più concreto; Thiem non si fa pregare e brekka per poi incamerare il parziale 6-3 al gioco successivo.

Per nulla scoraggiato (e non ci aspettavamo certo altro) dall’aver giocato alla pari un set in cui ha vinto la metà dei giochi, il ventiquattrenne allenato da Gipo Arbino reagisce alla grande e sale subito 2-0, approfittando anche di due brutti dritti austriaci; non riesce però a consolidare il vantaggio e restituisce troppo velocemente la serenità che Dominic stava smarrendo. Nulla è compromesso per il nostro, i due continuano a esprimersi al meglio e il pubblico apprezza scambi tiratissimi e soluzioni di tocco. Lorenzo mette paura a Thiem all’ottavo game con il rovescio lungolinea, un colpo che potrebbe fare la differenza, ma l’altissima percentuale di prime di “Domi” chiude ogni spiraglio. La pioggia che ricomincia a cadere non rallenta la spinta di Sonego che prende la rete con intelligenza e determinazione assicurandosi il tie-break, presto raggiunto dall’avversario e dalla pioggia che manda i due negli spogliatoi per una ventina di minuti.

Al rientro, il gratuito di dritto di Thiem manda avanti Sonego che opta per il serve&volley, inizialmente con successo, ma la volée smorzata al nono punto che resta nella metà campo azzurra rimette in corsa l’austriaco che con il servizio arriva al match point. È decimo che Lorenzo affronta in questo torneo e il decimo che annulla, con un rovescio lungolinea in mezza volata sul pesantissimo drittone inside out sparato in risposta, rimandando però l’epilogo solo di un altro paio di punti, giocati perfettamente da Thiem che conquista la sua seconda finale a Kitzbuhel dopo quella del 2014 persa da Goffin. Al momento della stretta di mano, Lorenzo sorride e a ragione: un gran bel torneo, partite vinte con il cuore, una splendida semifinale a cui ha contribuito alla pari e il ritorno fra i primi 50 del mondo.

VAMOS RAMOS – Un Albert Ramos-Viñolas partito un po’ in sordina doma il classe 1998 Casper Ruud per ottenere la sua nona vittoria consecutiva, una striscia che gli ha portato il titolo a Gstaad. Il trentunenne spagnolo guadagna meritatamente la finale, anche se deve ringraziare un passaggio a vuoto dell’avversario che era in controllo del primo set. Dal canto suo, Ruud è sceso in campo con due scalpi di tutto rispetto, Carreño Busta al primo turno e Cuevas ai quarti, ma ha momentaneamente mancato il risultato che gli sarebbe valso l’esordio nella top 50, centrando comunque il best ranking.

Sotto una pioggerella insistente che
resta poca cosa rispetto ai nuvoloni incombenti e alle tragiche
previsioni meteo, l’arbitro annuncia “Ready? Play!”, ma il
ventenne di Oslo è tutt’altro che pronto e regala il break in
apertura a Ramos che, oltre al titolo svizzero, vanta anche la
semifinale di Bastad. La forma strepitosa di questa coda sul rosso,
tuttavia, sembra aver ceduto il passo alla stanchezza e il catalano
perde subito quattro giochi consecutivi, inerme di fronte a un
avversario che comanda gli scambi sventagliando dritti senza
difficoltà alcuna e potendo contare su un servizio efficace. Come lo
era stato nel primo gioco, Casper torna però a vestire i panni
del fantasma in quello che dovrebbe essere l’ultimo del set, quando
serve sul 5-3. Non aspettava altro, Albert,
che si sveglia
definitivamente e, annullando un set point nel game successivo, vola
a prendersi il primo parziale. Il match è finalmente in equilibrio e
il punteggio segue l’ordine di battuta, anche se Casper rischia a
causa di qualche errore di troppo con il dritto. È invece un
rovescio timoroso su un colpo fortunato di Ramos che costringe Ruud
ad affrontare la quarta palla break del set: è quella decisiva
perché il norvegese lascia il campo aperto cercando il dritto pur di
non rigiocare il suo fondamentale meno forte – anzi, davvero
debole. Ramos-Viñolas non si lascia sfuggire l’occasione e chiude
con il servizio centrando la seconda finale consecutiva.

Risultati:

A. Ramos-Vinolas b. C. Ruud 7-5 6-4
[1] D. Thiem b. [7] L. Sonego 6-3 7-6(6)

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