Wimbledon: Murray e Serena Williams, la strana coppia a forte impatto mediatico

Parlando fino a qualche giorno fa del casting aperto per la compagna di doppio di Murray a Wimbledon, si intuiva come la scelta avrebbe potuto rispondere a logiche di rilevanza mediatica. Sarebbe stato troppo banale – per intenderci – vedere Andy in coppia con Heather Watson, come più di qualcuno ipotizzava. Lo scozzese ha evidentemente deciso di fare all in anche a livello di immagine sul suo precoce ritorno nel circuito, generando così l’esplosiva abbinata con Serena Williams. Che ovviamente si sta conquistando le copertine, specie in Inghilterra.

Se la scelta di farsi portare per mano da uno specialista di prima fascia come Pierre-Hugues Herbert esplicita anche una certa ambizione di far strada nel doppio maschile, il tandem con Serena appare decisamente più mediatico. Fermo restando – come sottolineato nell’editoriale del direttore – che nel torneo di doppio misto spesso non scendono in campo fulmini di guerra. Appare in ogni caso ardita la composizione di una coppia tra due giocatori in condizioni fisiche tutt’altro che ottimali. Murray sta sorprendendo tutti per la precocità del suo percorso di rientro, ma non si può dimenticare che gioca grazie al contributo di una protesi metallica all’anca. Qualcuno ha avuto anche il dubbio che stia un po’ forzando la mano dal Queen’s (vinto) in poi – disputando doppi senza soluzione di continuità. Chiaramente si fa il tifo per lui.

Poco prima che la scelta diventasse ufficiale, Serena aveva lasciato intendere in conferenza stampa quanto fosse propensa all’affascinante esperimento. “Di Murray mi è sempre piaciuta la sua etica del lavoro fuori dal comune, il suo lavoro sulla forma fisica. Non era scontato arrivare ai suoi risultati in un’epoca in cui il tennis maschile ha prodotto fenomeni. Ci sono tante cose che ammiro in lui – si è esposta -, ha sempre parlato con cognizione di causa dei problemi delle donne, del resto nella sua vita c’è una donna molto forte“.

L’attestazione di stima arrivava di riflesso anche a mamma Judy, a questo punto possibile regista ombra dell’operazione. Su Twitter, il benestare di famiglia è arrivato con ironia, chiamando nuovamente in causa la nonna Shirley che si era goliardicamente proposta nei giorni scorsi. Erano i giorni delle candidature ignorate (Sharapova) ma anche dei gran rifiuti ricevuti dall’ex numero uno, che aveva alzato l’asticella provando a coinvolgere Ashleigh Barty (troppo concentrata nella rincorsa al titolo di singolare) e Kiki Mladenovic, doppista coi fiocchi.

Chiaramente i dubbi – da misurare sul campo, anche al netto del livello degli avversari (oggi il tabellone, ndr) – derivano dalla sommatoria delle condizioni fisiche dei due, non si mette certo in discussione ciò che entrambi hanno realizzato in carriera anche in doppio. La bacheca di Serena contiene 23 titoli e il Career Grand Slam conquistato insieme a Venus nel 2001. Insieme le due sorelle hanno messo al collo anche gli ori olimpici di Sydney, Pechino e Londra. L’ultimo loro grande successo è stato Wimbledon 2016, dal quale chiaramente è passata una vita (nel senso anche di una gravidanza). Da allora solo quattro apparizioni, con due successi e altrettante sconfitte (ultimo match, il ko contro Klepac/Martinez Sanchez agli ottavi del Roland Garros 2018).