Ad Halle Federer nervoso ma vincente, grande prova di un ritrovato Tsonga
dal nostro inviato ad Halle
[1] R. Federer b. [WC] J-W. Tsonga 7-6(5) 4-6 7-5
Missili sulla riga e perle a rete, servizi da semi Slam. Roger Federer e Jo-Wilfried Tsonga deliziano un entusiasta pubblico tedesco. In un Gerry Weber Stadion esaurito, i servizi dominano il primo set con Roger più scaltro al tie-break (era sotto 0-3), poi il break in apertura subito da Tsonga sembra segnare la sfida, ma sul 3-1 il 34enne tornato da un’operazione chirurgica al ginocchio sinistro ritrova la prima, riduce gli errori nello scambio e strappa due volte la battuta a Federer. Il terzo set rappresenta molto il tennis.
Una volée che segue il servizio è impossibile da sbagliare, ma il campione di 8 Wimbledon la affossa incredibilmente in rete, concedendo palla break al francese sul 3 pari. Il servizio salva il Re, che tradisce in due momenti il suo nervosismo solitamente mascherato. Sul 5 pari però, Roger torna Roger e rallentando il gioco costringe all’errore l’avversario e anche con un rovescio lungo linea da antologia sale 6-5 e servizio, per poi chiudere con un ace. Ai quarti lo aspetta Bautista Agut, ma salutiamo il ritorno di Jo-Wilfried Tsonga.
IL MATCH – Il Gerry Weber Stadion è di fatto esaurito. Rimangono vuoti solo i disgraziati seggiolini verdi nell’ultimo anello dietro il doppio sostegno unito con barre a X che rende asimmetrico lo stadio. Da quei posti la visuale è fortemente penalizzata. Difficile, se non si parla una parola di tedesco, carpire qualcosa dallo speaker dello Stadion, ma “Roger Federer” lo percepiamo, anche perché è seguito da un boato che fa tremare le basi di legno che sostengono i pc in tribuna stampa (se arriva in finale cosa accadrà?).
Il match parte subito col dominio dei servizi. Entrambi si attestano con la prima non inferiore ai 200, Roger offre un’ottima seconda(spesso è il celeberrimo slice esterno che manda fuori dal campo l’avversario), mentre Jo non ne ha quasi mai bisogno perché spesso trova la prima. I due soli game con palle break (due per Tsonga nel quinto gioco, poi una Federer sul 5 pari, al termine di un bellissimo corpo a corpo a rete) non sono rilevanti, dato che chi serve rimedia senza problemi: tre break-point annullate da altrettante ottime prime di servizio. Il tie-break naturale, giusto e inevitabile, premia lo svizzero che rimonta subito il 3-0 iniziale di Tsonga e poi approfitta di una seconda molto debole del francese per rispondere di dritto lungo linea e chiudere 7 punti a 5.
Il finalista degli Australian Open 2008, fino ad ora pressochè perfetto alla battuta, serve nel game di apertura del secondo set con tutto da perdere. Infatti perde il servizio con un errore di lunghezza (gli succede non di rado se Federer riesce a rallentare il ritmo con colpi tagliati) e una seconda a 142 km orari: un invito a nozze per il campione di 9 Halle, che ha il tempo di sistemarsi sul dritto per rispondere una fucilata lungo linea per il break, poi confermato. 7-6 2-0 dopo un’ora tonda, Tsonga non sembra avere armi per togliere la battuta al primatista Slam.
Il tennis si è però conquistato l’appellativo di sport del demonio per cataclismi ben superiori a quello che sta per avvenire. Quasi senza accorgersene come sul 2 pari del primo set, Roger si ritrova 3-2 15-40 (in realtà qui deve prendersela con se stesso, perché è vero che Jo mantiene un ritmo altissimo, ma il gratuito di rovescio in rete del 15-40 non era certo inevitabile). Due sapienti servizi sembrano rimettere a posto le cose, ma un dritto deviato fuori da un nastro napoleonico (terzo break-point Tsonga) è seguito da una staffilata del campione di Montpellier. Federer si oppone con una stop-volley di grande fattura, ma larga: 3 pari e partita riaperta.
Tutto regolare fino al 5-4 e servizio svizzero, quando Tsonga prende sempre più campo e con un vincente all’incrocio delle righe ottiene un set-point del tutto imprevedibile fino a 3 punti fa. Il semifinalista di Parigi decide di giocarselo a rete (scelta ardita ma non certo folle: in questo momento Tonga dal fondo sta tirando armadi e non sbaglia mai, lui adesso sì), ma alla terza volée il muro elvetico crolla sotto l’artiglieria francese. Roger conduceva 7-6 3-1, ora siamo un set pari.
Ora l’inerzia sembra a favore di Tsonga, sebbene il pubblico tutto sia per Federer, che non sbaglia troppo ma nemmeno troppo poco, mentre l’attuale n.77 del mondo ora è bravissimo anche a rete. Sul 3 pari 30 pari, un servizio seguito a rete dal recordman di vittorie sull’erba nell’Era Open (177 vittorie e 26 sconfitte, 87,2% di successi) viene inopinatamente affossato a rete, come fosse un pallettaro di bassa lega. Sembra l’inizio della fine, ma il servizio lo tiene a galla. È passata 1 ora e 56 minuti dall’inizio del match, quando tre gocce tre di pioggia entrano in scena. Siamo in Germania, bastano e avanzano per far chiudere il tetto, anche se 5 minuti dopo torna il sole… Federer sembra tornato in palla e l’esito del match diventa del tutto imprevedibile.
Si arriva al 5 pari, quando Mister 20 Slam indovina il perfect game, torna a rallentare il gioco con i suoi back mandando fuori giri Tsonga e si prodiga in un rovescio lungo linea vincente che fa da preludio alla vittoria. Tsonga è brekkato a 15 e la ciliegina sulla torta è l’ace con cui chiude dopo due ore e 15 minuti di grande spettacolo. Ai quarti dovrà ridurre gli errori contro quell’ossesso scorbutico di Bautista Agut, oggi giustiziere di Gasquet.
LE PAROLE DI FEDERER – “Dal 7-6 3-1 Jo ha giocato in modo incredibile, mi ha fatto il break e io ho provato molta frustrazione. Ho lasciato che la cosa mi influenzasse un po’, ma ne sono venuto a capo. Ho giocato molto bene nel primo set e nel tie-break. È stato molto importante andare avanti un set, anche il break ottenuto a inizio secondo set mi ha aiutato. Dopo era tutta una questione di nervi, ho provato felicità, tristezza, frustrazione, in certi punti ho avuto anche fortuna, serve anche quella: non puoi mai avere il controllo di tutto. Sono molto contento che Jo abbia ritrovato il suo gioco, è un bene per il tennis. Ai quarti con Bautista Agut sarà un altro match, è molto diverso da Tsonga e molto simile a Millman. Roberto ha un gran dritto mentre il servizio è molto diverso da quello di Jo”.
GLI ALTRI INCONTRI – Senza storia gli altri due ottavi di finale in programma oggi. Vittoria praticamente mai in discussione per Roberto Bautista Agut che ha lasciato cinque giochi a Richard Gasquet (e come detto affronterà proprio Federer nei quarti). L’idolo di casa Alexander Zverev ha dovuto sudare solo un pochino di più per piegare la resistenza dell’americano Steve Johnson chiudendo comunque in due set. Sascha affronterà nei quarti David Goffin.
Risultati:
[1] R. Federer b. [WC] J-W. Tsonga 7-6(5) 4-6 7-5
[7] R. Bautista Agut b. R. Gasquet 6-1 6-4
M. Berrettini b. [Q] A. Seppi 4-6 6-3 6-2
[2] A. Zverev b. S. Johnson 6-3 7-5
Il programma dei quarti di finale (venerdì 21 giugno)
Ore 12
M. Berrettini vs [3] K. Khachanov
Non prima delle 13:30
D. Goffin vs [2] A. Zverev
[4] B. Coric vs P-H. Herbert
Non prima delle 17:30
[1] R. Federer vs [7] R. Bautista Agut