Federer: “Qualche chance l’ho avuta ma non abbastanza per poter vincere”

Nel secondo set hai perso il servizio subito dopo averlo breakkato. Pensi che sia stata una delle chiavi del match? È quello che rimpiangi di più? Come pensi di aver giocato questo match in generale? Perché Nadal secondo me ha giocato molto, molto bene.
Sì, penso che nel primo set si sia trattato perlopiù di adattarsi alle condizioni, sai. C’era un vento incredibile. In particolare per un big match come questo per tutti e due, è veramente molto complicato.
Così provi a vedere quello che puoi o non puoi fare. Stai giocando più piatto o con più spin? Tieni la palla in gioco? Cerchi giocate difficili? Penso che sia stato essenzialmente questo l’andamento del primo set, più o meno. Ovviamente sarebbe stato fantastico rimanergli attaccato. In quel tipo di condizioni, penso che fossimo entrambi consapevoli che sarebbero potute succedere tante cose. Una folata di vento, ti ritrovi 30 pari sul tuo servizio e subito ti senti come se non fossi più in controllo della situazione come in condizioni normali. Quindi penso che sia stato questo l’andamento del primo set. Penso che il rammarico più grande sia stato nel secondo set, quando mi sono fatto breakkare in vantaggio 2-0 e con il vento a favore. Se l’avessi evitato, forse l’esito del secondo set sarebbe stato diverso. Ma sai, penso che sia davvero difficile tenere il servizio controvento con la qualità in risposta di Nadal. Non ne sbaglia praticamente nessuna. E poi, quando è nello scambio, gioca con grande rotazione col dritto e ha un grande controllo sul lato del rovescio. Quindi è molto difficile trovare punti deboli, soprattutto col vento, se provi a colpire la palla al centro, cosa che in realtà è molto difficile. Ma c’era vento per entrambi. Ha giocato meglio, non c’è dubbio. Ma forse ho avuto delle piccole chance oggi, ma non sufficienti per vincere.

Complimenti per questo ritorno al Roland Garros. Sono sicuro che si possa dire che i fan hanno apprezzato molto che hai giocato e volevano vedere più tennis. Quando eri sotto due set a zero, come ti sentivi? Sentivi che potevi forse tornare in partita? Eri frustrato per come stavi giocando? C’è stato qualcosa nel gioco di Rafa che ti ha reso difficile assumere il controllo del match?
Sì, voglio dire, penso che lo faccia con chiunque sulla terra battuta. Ti fa sentire a disagio il modo in cui difende il campo e come gioca sulla terra. Non c’è nessuno che giochi anche solo lontanamente come lui. Non so neanche chi cercare per andarmi ad allenare con qualcuno che giochi come lui (sorride). Lo pensavo durante la partita. È incredibile come giochi da dietro e poi riesca a fare avanti e dietro dalla linea di fondo. È molto interessante. No, ma sai, continuavo a pensare: c’è vento, può succedere di tutto. Non penso di aver giocato male i primi due set. Ho pensato che Rafa dovesse davvero tifare fuori grandi giocate per fare la differenza, e la differenza è stata un passante qui, un recupero lì e poi ha giocato alla grande. Essere in svantaggio due set a zero non è diverso dal cominciare la partita in quel momento. È solo che sei sotto e non ti devi sentire frustrato per il vento o per il suo gioco. E stavo provando a rimanere positivo, ma il primo game alla battuta è stato duro, credo, e ha determinato la fine.

Come giudichi nel complesso il tuo ritorno qui? Pensi di tornare?
Sì, penso che sia stato un grande torneo. Mi sono divertito molto. Il sostegno del pubblico non avrebbe potuto essere migliore. Forse uno dei migliori in tutti i miei 20 anni di carriera in uno slam. Sono sempre stati lì per me, sostenendomi negli allenamenti, nelle partite, ogni volta che andavo sui campi, erano sempre felici di vedermi. È stato bello
Per quanto riguarda le prestazioni, penso di aver giocato molto bene. Sai, penso di essermi sorpreso da solo per quanto sono arrivato in fondo nel torneo e per come sono riuscito a giocare bene in questi giorni.
Per quanto riguarda l’anno prossimo, e lo stesso discorso vale per qualsiasi altro torneo, non lo so. Vediamo cosa succede. Ma mi sono divertito molto in questa stagione sulla terra e al Roland Garros, quindi immagino che questo possa aumentare le possibilità di un ritorno sulla terra. Non è che sia stato scioccante. Quindi da questo punto di vista non ci sono problemi.

La WTA ha detto di non essere contenta del programma di oggi perché nessuna delle due semifinali femminili è stata fissata sullo Chatrier. Volevo sapere cosa hai pensato quando hai visto il programma e se pensi che si sarebbe potuto fare qualcosa di diverso per sistemare la situazione.
Sai, capisco. Arrivi in semifinale e vieni programmato sul terzo campo più grande alle 11. Non è semplice. Anch’io quando ho visto il programma sono rimasto un po’ sorpreso, ma allo stesso tempo ho provato a capirne il motivo, sai. E il problema è che qui non c’è il tetto, e penso semplicemente che forse in un certo senso non vengano giocati abbastanza turni la prima settimana. Forse devono raddoppiare le partite nel primo fine settimana o qualcosa del genere. Non sono sicuro.
Perchè se la finale è sabato, immagino, non sono sicuro, la finale femminile è domani? Allora devi completare la partita. Magari sarebbe stato bello farla giocare alle 18, ma non c’è il tetto e non sai come sarà il tempo. C’è tanto vento, e il vento può cambiare, poi possono arrivare le nuvole e inizia a piovere, e poi ti ritrovi senza la finale programmata domani e per cui gli spettatori hanno il biglietto. Penso che sia più una questione relativa alla prima settimana. Sai, se inizi subito di domenica, si può fare tutto più velocemente. Non sono sicuro di come possa poi funzionare, ma penso che sia stato innanzitutto questo il problema. E penso che quanto successo oggi sia solo una conseguenza di tutto questo.

Il tuo piano di gioco è stato molto efficace contro Rafa sulle superfici dure nelle ultime cinque vittorie che hai ottenuto. Il vento ha cambiato la tua strategia o sei comunque riuscito a seguire il piano che ti eri prefissato?
No, nessuno può farlo.

Voglio dire, se ha cambiato tutto.
Non so come spiegarlo in altri termini. Arrivi a un punto in cui sei semplicemente felice di fare i colpi e di non apparire ridicolo. È veramente brutto. È molto difficile per entrambi. Non c’è neanche modo di allenarsi con queste condizioni. È tutta una questione di impostazione mentale. Di gioco di gambe. E tutto il resto, sai. Sì, quindi non so cosa avrei potuto fare di completamente diverso. Forse influisce anche sul mio servizio? Inoltre, tutto viene rallentato. Con il lancio della palla che va ovunque, bisogna essere più prudenti, e questo forse è sufficiente per costringermi a giocare più seconde. Non lo so. O se metto la prima di servizio non riesco a prendere il ritmo, sai. Succede questo. Ma ripeto, non penso di aver giocato male oggi col vento. Semplicemente è dura sulla terra. Sai, devi anche provare ad affrontare i controbalzi e tutto quanto. È un’altra cosa che va considerata. È il miglior giocatore sulla terra rossa, quindi lo posso accettare. Non è un problema.

Vorrei sapere qual è la sensazione prevalente: la delusione per la sconfitta o il non essere stato in grado di esprimerti al meglio con queste condizioni ventose?
No, lo accetto, perché le condizioni erano le stesse per entrambi, a meno che lui non avesse meno vento di me. Non so (sorride). Era difficile, ma lo accetto. Ha giocato in modo incredibile. Ha delle capacità incredibili sulla terra. Lo sapevo già prima. Non sembra che abbia lottato, ma l’ho fatto. E ho provato a crederci. Ho provato a girare la partita fino alla fine. Ma mano a mano che la partita andava avanti, più lui sembrava a suo agio con il vento. Ma ho avuto alcune opportunità. È forse un peccato che non sia riuscito a vincere il primo set. Con il vento era tutto possibile. Ma ribadisco, è stato impressionante vederlo sulla terra.

Una domanda teorica. Il prossimo anno ci sarà un tetto qui?
E forse anche meno vento (sorride). Prima metteranno il tetto e poi volerà via. C’era tantissimo vento, era incredibile. (Ride.) Non so se capisci. Era una cosa pazzesca. Niente scuse, ma è stato pazzesco.

Quindi con il vento secondo te bisognerebbe chiudere il tetto o lasciarlo aperto?
No, il tetto rimane aperto (sorride). Hai presente i castelli di sabbia e le sabbiere dove giocano i bambini? Sai, prima dovrò svuotare i miei occhi. E stasera con Rafa dovremo vedere quello che mangiamo. Non so se saremo in grado di farlo. Ma è un po’ pericoloso. Ovviamente se puoi tieni il tetto aperto. È un torneo outdoor. Ma il tetto lo chiudi solo se piove o quando diventa pericoloso oppure per concludere un match. Non so quali siano le regole qui. So che a Wimbledon c’è un problema con i residenti del posto. Ma è importantissimo avere questo tetto, come ho spiegato ad esempio quando abbiamo parlato del programma delle donne, causato dalla mancanza del tetto. Vediamo quindi cosa succede l’anno prossimo.

Traduzione di Andrés Enrique Liss