Roland Garros: terzo set fatale per Gatto Monticone
da Parigi, il nostro inviato
Non è bastato a Giulia Gatto-Monticone giocare proprio di fianco al campo 4 nel quale Salvatore Caruso aveva vinto la sua partita per farsi trasportare dall’entusiasmo dei tanti italiani sugli spalti in questo suo esordio nel tabellone principale di un torneo dello Slam. È rimasta in campo per quasi due ore, la torinese, riequilibrando un match che all’inizio sembrava scivolare molto veloce in direzione dell’americana Sofia Kenin, appena ventenne, n.35 della classifica WTA, vincitrice quest’anno del torneo di Hobart in gennaio e finalista ad Acapulco un mese dopo sconfitta da Yafan Wang.
Nel primo set l’americana è andata subito avanti 4-1 pesante ed ha incamerato piuttosto agevolmente il parziale sfruttando il maggiore peso di palla negli scambi da fondo alternando con sapienti palle corte, una vera propria miniera di punti per lei in tutto il corso del match. Scrollatasi di dosso la tensione dell’esordio e iniziando a variare di più gli scambi da fondo, soprattutto evitando la “diagonale diritta” sulla quale si erano sviluppati molti scambi nel primo parziale, Gatto Monticone è riuscita ad aumentare la sua efficacia nei game di risposta, approfittando degli errori di Kenin, apparentemente molto indispettita dalle difficoltà incontrate nel match, tanto da commettere molti più gratuiti sulle palle senza peso dell’italiana. Rimontando da 3-5 a 7-5, Gatto Monticone è riuscita a trascinare l’avversaria al terzo set, e se non fosse stata per una partenza in può titubante nel parziale decisivo (12 punti a due per un 3-0 velocissimo in favore di Kenin) probabilmente si sarebbe potuti arrivare ad un finale in volata, nel quale i nervi a fior di pelle dell’americana avrebbero potuto tradirla. Tuttavia, con un margine piuttosto confortevole nel punteggio, Kenin ha saputo mantenere il controllo del gioco, limitando gli errori sui cambi di ritmo di Giulia e chiudendo con un 6-2 finale in un’ora e 54 minuti.
“Peccato per quell’inizio” ha sussurrato la capitana di Fed Cup italiana Tathiana Garbin andandosene infreddolita come tutti i presenti dalle tribune del campo 5. Peccato davvero, perché questo Roland Garros, già memorabile per Giulia Gatto Monticone, avrebbe potuto essere ancora più magico.