Il Volley Scuola-Trofeo Acea dice no alla ludopatia giovanile: “Non giocare, scommetti su te stesso”
“Non giocare… scommetti su te stesso!” È lo slogan scelto dal Comitato Regionale FIPAV Lazio per presentare la campagna di sensibilizzazione contro la ludopatia giovanile, proposta negli istituti superiori di Roma e provincia tra una gara e l’altra del torneo. Volley Scuola-Trofeo Acea è vittorie, sconfitte, esultanze e amicizie nate dentro e fuori dal campo… ma è anche un importante baluardo contro una delle piaghe sociali che affliggono il mondo dei giovani.
Mercoledì 17 aprile si è svolto un seminario presso l’aula magna del liceo Morgagni di Roma, alla presenza di 300 studenti e del dirigente scolastico, la prof. Paola Gasperini. Dopo il saluto iniziale del Presidente FIPAV Lazio Andrea Burlandi, che ha ringraziato la scuola e la preside per l’accoglienza e per aver sposato questa importante campagna, Alessandro Fidotti (responsabile territorio e promozione FIPAV Lazio) ha introdotto il tema, presentando numeri preoccupanti: sono 580 mila i minori che in Italia nel 2017 hanno giocato d’azzardo, il 33,6% del totale. Due ragazzi su 3, tra i 13 e i 17 anni, giocano d’azzardo nella città di Roma e lo smartphone è lo strumento più utilizzato per le scommesse.
La dott.ssa Liliana La Sala, della direzione generale del Ministero della Salute, ha sottolineato l’importanza della prevenzione sul tema della ludopatia giovanile. La relatrice ha evidenziato come il disturbo da gioco d’azzardo sia inserito tra i “disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction”: una vera e propria malattia, un comportamento problematico persistente o ricorrente che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi. La ludopatia, ha spiegato La Sala, dà sintomi comparabili a quelli prodotti dall’abuso di sostanze. Particolarmente importante anche l’intervento di Daniele Poto, giornalista e scrittore, autore di “Azzardopoli”, un ricco e dettagliato dossier sul gioco d’azzardo legale e illegale: «L’azzardo purtroppo è la più grande industria del Paese e 70 mila giovani sono già malati di ludopatia» ha ricordato l’autore agli studenti. Ma noi possiamo scegliere di non giocare e di “scommettere” su noi stessi. Una regolamentazione ferrea e trasparente – oltre a una educazione sul tema che parta proprio dai giovani – è sicuramente quello di cui, secondo Poto, il settore necessita.
Giorgio Marota
Ufficio stampa – Settore Comunicazione