SuperLega:Globo Banca Popolare del Frusinate Sora – Sir Safety Conad Perugia 1-3 (25-22 16-25 18-25 16-25)
Veroli. Ore 18.00 al PalaCoccia si sono radunati quasi mille spettatori in occasione del match tra la capolista Sir Safety Conad Perugia contro la Globo Banca Popolare del Frusinate Sora speranzoso nel colpaccio avendo anche battuto le uniche squadre che hanno affossato la corsa di Perugia.
Va in scena l’esperienza dei grandi campioni Atanasijevic, Colaci e Leon – tanto per citarne qualcuno – e Di Martino & C. possono e devono fare del loro meglio per accaparrarsi ogni punto possibile.
Sestetti di partenza. Perugia con Leon, Lanza, Galassi, Atanasijevic, De Cecco e Podrascanin. Sora con Kedzierski, Caneschi, Joao Rafael, Nielsen, Petkotic e Di Martino.
Sestetti di partenza. Perugia con Leon, Lanza, Galassi, Atanasijevic, De Cecco e Podrascanin. Sora con Kedzierski, Caneschi, Joao Rafael, Nielsen, Petkotic e Di Martino.
Nel primo set il Sora parte bene e si mantiene in coda con parziali di 2 punti. Tanti errori in battuta e poco accanimento sulle palle di recupero da parte di entrambe le squadre mantengono il set in equilibrio fino al 22-22. Con Petkotic che mette la freccia e conquista 2 punti fino all’ace di De Barros che chiude il set 25-22.
Nel secondo set si parte col solito equilibrio di studio. Sembra che Perugia non riesca ad attaccare come suo solito almeno fino al punteggio di 8-9; seguono 2 aces di Leon e conquista del punto di Podrascanin dopo due scambi. Il Sora alza la testa e conquista qualche punto ma ormai il Perugia è già a quota 20. Basta un’ingenuità difensiva e scatta l’allungo fino al 14-21. Tre aces consecutivi di Atanasijevic non aiutano la difesa del Sora che cerca di tornare a galla con l’ace di Petkotic ma ormai è tardi; finisce 16-25.
Anche nel terzo set si parte in modalità studio. Colaci fa il miracolo persino seduto a terra come una bambola sul comò della nonna peccato che poi Leon non riesca a finalizzare il punto.
Nel secondo set si parte col solito equilibrio di studio. Sembra che Perugia non riesca ad attaccare come suo solito almeno fino al punteggio di 8-9; seguono 2 aces di Leon e conquista del punto di Podrascanin dopo due scambi. Il Sora alza la testa e conquista qualche punto ma ormai il Perugia è già a quota 20. Basta un’ingenuità difensiva e scatta l’allungo fino al 14-21. Tre aces consecutivi di Atanasijevic non aiutano la difesa del Sora che cerca di tornare a galla con l’ace di Petkotic ma ormai è tardi; finisce 16-25.
Anche nel terzo set si parte in modalità studio. Colaci fa il miracolo persino seduto a terra come una bambola sul comò della nonna peccato che poi Leon non riesca a finalizzare il punto.
Con un’ottima schiacciata Petkotic porta il Sora a 5-3 ma basta qualche imprecisione di troppo che Atanasijevic rimette la situazione nella giusta prospettiva. Buona la dritta di Kedzierski di Sora che riporta in parità il punteggio e grazie ad un liscio di Atanasijevic il Sora ripassa in vantaggio. Appena la squadra di casa ha qualche buono spunto di tattica e un po’ di continuità
L’inizio del quarto set non è più all’insegna dell’equilibrio; iniziano i blocks per cui i perugini sono famosi ed in pochi minuti si arriva allo 0-3. Appena i sorani tentano di costruire un’azione per poter rosicchiare qualche punto vengono tempestivamente fermati. Azioni confuse e mani che si muovono a caso da parte di entrambe le squadre ma l’esperienza alla fine vince e si arriva al 6-10. Lanza e De Cecco non si capiscono e la palla finisce a terra così il Sora raggiunge quota 14-18 ma basta una folgorante schiacciata di Atanasijevic che la capolista inizia a riprendere il largo. arriva la ditta L&L (Leon&Lanza) a rovinare la festa fino al 17-23. Il set si chiude 18-25 con il servizio out di Kedzierski.
Ormai c’è poco da fare, le idee scarseggiano nonostante la tenacia di non voler abbandonare il campo ma Galassi chiude il match con un ace che porta il risultato a 16-25.
Tutto sommato è stata la partita che ci spettavamo. Nomination MVP: Leon Venero Wilfredo.
Menzione d’onore ai tifosi perugini per l’organizzazione e l’affetto nel sostenere i loro beniamini (che hanno ricambiato quasi ogni coro con gesti di approvazione) compreso il Presidente.
Marta Sforzini
foto Carlo Cappuccitti