La nuova Davis non convince ma Costa è fiducioso: “Nadal ci darà una mano”
Con la vittoria di Marin Cilic ai danni di Lucas Pouille nella finale di Coppa Davis, è calato il sipario sulla stagione tennistica 2018, ma non solo. Ad “esalare l’ultimo respiro” è stata anche la storica competizione nazionale a squadre, almeno nel tradizionale formato, quello che ha caratterizzato i suoi 118 anni di storia e che tante emozioni ha regalato ai tifosi e agli stessi giocatori. Eppure, a sentire Albert Costa (che sarà il direttore delle finali della nuova Davis, in programma a Madrid dal 18 al 24 novembre 2019), pare che siano stati proprio i giocatori a spingere per la riforma. In un’intervista rilasciata a Federica Cocchi e uscita oggi sulle pagine della Gazzetta dello Sport, Costa dichiara: “Ora tutti si lamentano, ma era da tempo che i giocatori, che consideravano già morta questa competizione, chiedevano un cambiamento. Ora sono stati accontentati. Questa nuova formula li impegna per sole due settimane contro le quattro di prima. Arriveranno a fine stagione più freschi e alcuni di loro potrebbero giocare anche solo la settimana delle finali. A Madrid poi si giocherà sul veloce indoor, come alle Finals di Londra”.
Tra malumori, ipotesi di boicottaggio, rifiuti e nuovi dettagli che emergono sul voto di Orlando di agosto (che ha di fatto sancito la morte della vecchia Davis), la nuova competizione prenderà ufficialmente il via a febbraio con la fase di qualificazione, che vedrà 24 squadre contendersi l’accesso alla finale. Le 12 nazioni vincenti (l’Italia giocherà in trasferta in India) raggiungeranno a Madrid le quattro semifinaliste di quest’anno (Francia, Croazia, Stati Uniti e Spagna) e le due wild card (Argentina e Gran Bretagna). “Al contrario di quanto succedeva fino ad ora, ci saranno 18 nazionali in campo contemporaneamente, nella stessa città per una settimana intera. L’interesse rispetto a prima sarà molto più alto perché tutti, fans, investitori, televisioni si concentreranno sul torneo finale”, ha proseguito Costa, non risparmiando nemmeno una “frecciatina” al vecchio formato: “La sfida tra Francia e Croazia, ad esempio, interessava solo ai diretti interessati e pochi altri appassionati”.
Eppure, come detto in precedenza, le polemiche non si placano. A destare dubbi sono la collocazione in calendario e il rischio di sovrapposizione con le altre competizioni a squadre, come Laver Cup e l’ATP Cup. “Non facciamo altro che aggiungere nuovi eventi. Dovremmo provare a focalizzarci sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Quello che accadrà è che ci ritroveremo con due eventi di medio livello. Penso che crearne uno solo sia la soluzione ideale, per tutti quanti”, aveva dichiarato Novak Djokovic a Londra intervenendo sulla questione. “Ci stiamo confrontando con ATP, Slam e ITF per cercare di risolvere i problemi, a partire da quello della data. Fidatevi, questa Davis vi conquisterà”, ha assicurato Costa sulle pagine della Gazzetta. Durante le ATP Finals, anche il presidente ITF Haggerty si era detto fiducioso sulla possibilità che ITF e ATP giungessero ad un accordo. L’ATP pare avere però il coltello dalla parte del manico, potendo contare sul pieno appoggio da parte dei giocatori. L’unico che sembra essere dalla parte di Piqué e Kosmos, è Rafa Nadal: “Adora il nuovo format ed è dalla nostra parte, non solo per l’amicizia che ci lega. Lui è un professionista molto puntiglioso e durante la stagione ci darà una mano e cercherà far capire ai colleghi quanto sia positivo il cambiamento”, ha concluso Costa.