Fate largo all’uragano Dayana (Grilli)

Fate largo all’uragano Dayana (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Il mondo del tennis femminile salvato dalle ragazzine. Mentre le campionesse attualmente al vertice faticano a entusiasmare – come la numero 1 del 2018, Simona Halep, reduce da tre sconfitte di fila al primo turno e ferma per un infortunio alla schiena – c’è per fortuna un piccolo esercito di millennials che si sta facendo largo a forza di botte da fondo campo. L’ultima espressione di questa new wave si chiama Dayana Yastremska, ucraina classe 2000, che domenica ha conquistato il torneo di Hong Kong travolgendo con 33 vincenti la rampante cinese Wang, 28 Wta. Già a luglio aveva fatto parlare di sé per essere la prima nata dopo il Duemila capace di conquistarsi un posto tra le Top 100 (ora è salita al n. 66). Nata a Odessa – come la Svitolina – Dayana appartiene alla categoria delle “sparatutto”: gran fisico (è alta 1 e 75), veloce negli spostamenti, servizio solido, grande personalità e gran voglia di arrivare. A completare il quadretto, una famiglia molto benestante (basta guardare su Instagram il video dei festeggiamenti per i 18 anni della ragazza), un padre fin troppo esuberante in tribuna e una madre, Marina, a dir poco notevole, che sul web ha già un nutrito seguito di fan. Nelle vicende della Yastremska c’è anche un pizzico di Italia. A luglio a Roma ha conquistato un torneo ITF all’Antico Tiro a Volo, e per un certo periodo è stata seguita da due nostri allenatori, Gianluca Marchiori e Marco Girardini, prima di entrare nell’accademia di Justine Henin. «Con me ha cominciato a lavorare nel marzo 2017 – ricorda Girardini – Era in un momento un po’ particolare, 430 del mondo, non riusciva a ingranare. Con il lavoro ha fatto grandi progressi, ci siamo lasciati dopo l’Australian Open ed era salita al 160. È matura come tutte le ragazze dell’Est, la sua forza è nel carattere. Le piace tirare forte e stare avanti nel punteggio e quando migliorerà nella gestione difensiva farà un ulteriore passo in avanti. Ma già vale in prospettiva un posto tra le prime 10, è sicuro». Nel 2019 sarà tra le tenniste più attese. Parlando di Millennials, quest’anno a Mosca si sono affrontate in finale due 2001, Olga Danilovic (figlia del grande Sasha, ex cestista) e Anastasija Potapova, mentre in finale a Hiroshima è arrivata un’altra 17enne, la statunitense Amanda Anisimova Senza dimenticare l’ennesima ucraina, Marta Kostjuk (classe 2002 e terzo turno agli Australian Open) e Cori Gauff a 14 anni la più giovane n. 1 junior della storia. Insomma, ne vedremo delle belle (e brave).