Nishioka-Herbert per un nuovo campione ATP a Shenzhen
La quinta edizione dello Shenzhen Open consegnerà all’ATP un nuovo campione di singolare: a raggiungere la finale infatti sono due tennisti che non mai trionfato in un torneo del circuito maggiore e si tratta di Pierre-Hugues Herbert e Yoshihito Nisihoka. Entrambi hanno superato i loro avversari vincendo in tre set e ribaltando il pronostico iniziale che li vedeva sfavoriti rispettivamente contro De Minaur e Verdasco; l’unico precedente è stato vinto dal francese in un Challenger del 2013. Le semifinali si sono disputate in un campo centrale più vuoto che pieno ma considerando la capacità dell’impianto – 4000 posti – la cornice di pubblico era sostanziosa e i presenti non sono stati delusi, avendo assistito a circa cinque ore di grandissimo tennis.
HERBERT CERCA CONFERME ANCHE IN SINGOLARE – Pierre-Hugues Herbert e Alex De Minaur hanno dato vita ad un match spettacolare conclusosi con un tie-break palpitante giocato ad alto livello da entrambi e pieno di grandi colpi. Alla fine l’ha spuntata il francese il quale ogni volta che si presentava nei pressi della rete, anche con attacchi non particolarmente incisivi, riusciva a tirar fuori un coniglio dal cilindro e proprio in questa maniera è riuscito ad annullare due match point all’australiano, prima di chiudere 10-8 dopo due ore e 38 minuti. Il primo set ha seguito uno dei copioni più classici del tennis maschile moderno: il servizio la fa da padrona per gran parte dei game e quando si arriva alle soglie del tie-break il giocatore più giovane paga dazio per la sua inesperienza, e in questo caso questo ruolo è toccato a De Minaur che con un break subito nel dodicesimo game ha perso il primo set 7-5. L’australiano ha comunque dimostrato di possedere tutte le armi per mettere in difficoltà il tre volte campione Slam in doppio e la cosa gli è riuscita nel secondo set, da lui completamente dominato tanto da far pensare che anche il parziale decisivo sarebbe finito agevolmente in suo favore. Il francese tuttavia possiede al momento una maggior varietà di colpi rispetto al suo avversario 19enne e spesso si è rifugiato nel rovescio in back, costringendo Alex a dover far uso di tutte le sue energie e del suo gracile fisico per poter spingere sulla palla. All’inizio del tie-break decisivo De Minaur sembrava ancora il favorito per la vittoria, tanto da esser stato lui il primo a giungere a match point, ma come detto le cose si solo evolute diversamente. Per il numero 67 del mondo questa è la seconda finale in singolare della carriera – la prima risale al 2015, persa contro Anderson a Winston-Salem – e se tre anni fa quel risultato gli consentì di entrare per la prima volta in top100, una vittoria contro Verdasco lo manderebbe direttamente dentro la top50.
NISHIOKA DAL TENNIS CARIÒCA – Solamente un anno e mezzo fa era costretto a concludere la stagione anzitempo per una rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro mentre adesso si ritrova a battere Verdasco dopo una grande prova di forza e a giocarsi la prima finale della carriera: si tratta del giapponese Yoshihito Nishioka, attuale numero 171 del ranking e proveniente dalle qualificazioni. Tuttavia per come si erano messe le cose inizialmente niente faceva supporre un epilogo del genere. Il primo set è stato un assolo spagnolo dalla sonorità tutt’altro che melodica: Verdasco martella col dritto da ogni parte del campo e di tanto in tanto ci aggiunge anche qualche sospiro particolarmente vigoroso. Il giapponese dal canto suo può far davvero poco, se non evitare lasciarsi andare e sperare che arrivino tempi migliori, i quali di fatti si presentano nel secondo set dove l’aria cambia drasticamente e la sua pazienza paga. Il 34enne parte male e ci mette poco a lasciarsi andare: i colpi li tira a tutto braccio ma non per cercare il vincente bensì per dar sfogo alla frustrazione che si fa largo. Il nervosismo di Verdasco poi trova in un giovane raccattapalle un facile bersaglio e Fernando se ne lamenta con l’arbitro perché a suo dire non è abbastanza celere nel consegnargli l’asciugamano; tutte queste distrazioni non fanno certo bene al suo gioco e in un momento di totale assenza di ritmo Nishioka ne approfitta per pareggiare i conti. Il terzo parziale, indubbiamente il più equilibrato, è pieno di scambi lunghi e vivaci dove alla superiore potenza del numero 28 del mondo, Nishioka risponde con la maggior rapidità di gambe e di occasioni ce ne sono state a bizzeffe per entrambi. I due mancini si affrontano ormai a viso aperto tirando al massimo su ogni colpo e tra i due Nishioka appare visibilmente più fresco. Giunti al tie-break i servizi continuano ad essere decisivi, nel bene e nel male: il primo a raggiungere match point è il giapponese il quale tuttavia non avrà modo di giocarlo perché Fernando decide di abbreviare il suo destino commettendo doppio fallo (il sesto del match) mentre il suo avversario si lascia andare al suolo in lacrime. Queste cinque vittorie consecutive conquistate a Shenzhen (dove tra gli altri sono caduti anche Shapovalov e Norrie) certificano il definitivo ritorno di Nishioka ad un livello che gli compete e considerando la sua età (è un classe 1995) non è davvero facile stimare i suoi limiti.
Risultati:
P.H. Herbert b. [7] A. De Minaur 7-5 6-2 7-6(8)
[Q] Y. Nishioka b. [5] F. Verdasco 1-6 6-3 7-6(5)