US Open: Osaka non fa sconti, Tsurenko mai in partita
dal nostro inviato a New York
[20] N. Osaka b. L. Tsurenko 6-1 6-1
NAOMI DI FORZA – Purtroppo, il quarto di finale che apre il programma dell’Arthur Ashe praticamente non viene giocato. La bravissima Lesia Tsurenko, sfinita fisicamente dopo la battaglia negli ottavi vinta su Marketa Vondrousova, e probabilmente anche in riserva di energie mentali vista l’entusiasmante cavalcata che l’ha portata fino a questo punto, non è mai riuscita a entrare in partita. Quando una delle contendenti cammina, e l’altra corre, e oltre a questo è anche oggettivamente più forte, c’è poco da fare. Naomi Osaka non ha – giustamente, dal punto di vista sportivo e agonistico – alcuna pietà dell’avversaria, e la martella dall’inizio alla fine.
L’ucraina allenata dall’italiano Adriano Albanesi è contratta, quasi bloccata a livello muscolare, anche oggi fa un gran caldo a Flushing Meadows, ma certo non è sufficiente a giustificare una prestazione tanto opaca. Non è facile, però, conservare “benzina” soprattutto emotiva e psicologica dopo aver battuto gente del calibro di Caroline Wozniacki e Katerina Siniakova tra le altre. La 29enne di Kiev ci prova, ma le botte implacabili di Osaka non le danno scampo. Dopo il 6-1 iniziale, in 26 minuti, Tsurenko va sotto 4-0 anche nel secondo set, vedendola dalla tribuna pare avere delle difficoltà di respirazione, le spalle vanno su e giù tra un punto e l’altro, sembra che stia cercando di rilassarsi senza riuscirci.
Arriva un tentativo, ammirevole, di reazione per Lesia, che ha tre palle break per accorciare 2-4, ma Naomi oggi non ha intenzione di lasciare nemmeno le briciole. Le annulla tutte, con tanto di “C’mon!” urlato sulla terza, a sottolineare la sua determinazione a prescindere dal punteggio, e siamo 5-1. Tsurenko, di solito, è una giocatrice solida con tutti i colpi, continua, che non regala nulla e contrattacca appena possibile, una “rognosa” da affrontare insomma, anche per le migliori a volte. La classica tennista pronta ad approfittare di ogni occasione o calo delle avversarie anche più titolate (Lesia si presentava a questo US Open da numero 29 WTA, si è garantita ora il best-ranking di 26), ma se capitano le giornate in cui proprio la continutà fa difetto, c’è poco da fare. In 57 minuti la vicenda si chiude, altro 6-1, con il rovescio di Tsurenko che si spegne in rete.
Osaka arriva alla sua prima semifinale Slam con un percorso impressionante, una sola partita difficile vinta l’altro ieri al terzo set contro una Sabalenka in formissima, e negli altri 4 incontri (Siegemund, Glushko, Sasnovich e oggi Tsurenko) ha concesso appena 9 game in tutto, mica male. Era da Wimbledon 1996 che una tennista del “Sol Levante” non arrivava a questo punto in uno Slam.
“Grazie a tutti per avermi sostenuta, significa molto per me. Non ho festeggiato tanto perchè ho preferito andare dritta a rete, in realtà ero tanto tesa, dentro di me mi sentivo tremare e sono felice di essere riuscita a giocere bene. Non penso tanto in realtà alle aspettative che hanno su di me in Giappone, cerco solo di fare del mio meglio. Sono soddisfatta di non aver rotto una racchetta oggi! Sono abituata al caldo dalla Florida, mi piace sudare, mi trovo bene qui. Grazie al mio angolo, woo-hoo! (sorride)“, conclude la sempre simpaticissima Naomi a fine partita.
Affronterà la vincente tra Madison Keys e Carla Suarez Navarro (sotto 3-0 con la statunitense, 2-0 con la spagnola).